Manifesto: Metrovie va
e prepara il quotidiano

NON SI FERMA l’esperienza di Metrovie, l’inserto settimanale gratuito del Manifesto, dal 26 marzo 2004 diffuso in Campania ogni venerdì (con pausa ad agosto). Lo ha deciso nei giorni scorsi il consiglio d’amministrazione del quotidiano di via Tomacelli formato dal presidente Valentino Parlato, dall’amministratore delegato Emanuele Bevilacqua e dai consiglieri Astrit

Dakli, Angela Pascucci e Bruno Perini. Il cda, che si è riunito il 28 giugno, ha discusso di Metrovie sulla base di una relazione di quattro pagine preparata da Flaviano De Luca, che da Roma coordina il settimanale in tandem con Francesca Pilla, responsabile della redazione napoletana.
Il via libera è arrivato perché l’esperienza partenopea presenta


Flaviano De Luca e Francesca Pilla

un bilancio in sostanziale pareggio. Un risultato sorprendente ottenuto attraverso una drastica compressione dei costi: per il primo anno era prevista una spesa di 150mila euro, le uscite invece non hanno superato i 120mila euro. Ma il merito del pareggio va anche a entrate che definire anomale è poco: contributi significativi sono venuti dalla pubblicità di alcune forze politiche, ma soprattutto dalle manifestazioni e dagli spettacoli organizzati dalla redazione, con vendita sulle bancarelle di dischi, magliette e libri e dal sostegno di musicisti come Daniele Sepe e Enzo Avitabile. Segnali importanti di un gruppo di lavoro motivato, che ha l’entusiasmo e la determinazione del militante, ma numeri sui quali è difficile costruire bilanci e pianificare programmi di sviluppo.
Dal varo del giornale la Pilla ha un contratto con il Manifesto, quotidiano con il quale collabora dal 2001, e dal primo luglio è diventata praticante.Nella redazione a pochi metri da piazza Bellini, messa a disposizione da Attilio Wanderlingh, oggi titolare della casa editrice Intra Moenia e negli anni settanta corrispondente da Napoli del Manifesto, lavorano con Francesca Pilla quattro collaboratori fissi. “Premesso che tutti fanno tutto, – dice la


Enzo Avitabile e Daniele Sepe

coordinatrice – la squadra è formata da Ilaria Urbani, che si occupa di sindacale, gli spettacoli sono affidati a Adriana Pollice, Roberto Fantasma segue la cultura e Alessandro Chetta è l’inchiestista. Tra le firme assidue del giornale Dario Stefano Dell’Aquila, Alfonso De Vito e l’opinionista Pierandrea Amato”.
Nella sede di via Tomacelli si

dichiarano soddisfatti di Metrovie, ma è difficile avere numeri precisi sulle copie vendute. Segnate dall’ottimismo le cifre di Emanuele Bevilacqua: “In Campania il venerdì vendiamo sulle 2500 copie, con un incremento dal marzo 2004 di 700/800 copie”. Più realistici i dati di Gabriele Polo, che dal dicembre 2003 dirige in tandem con Mariuccia Ciotta il “quotidiano comunista” fondato trentaquattro anni fa da Valentino Parlato, Luigi Pintor e Rossana Rossanda. Alla mostra d’Oltremare di Napoli, quando nel febbraio del 2004 venne a presentare a Galassia Gutenberg il numero zero di Metrovie, Polo dichiarò che il giornale partiva da un venduto medio di 1400 copie in Campania e ottocento a Napoli. Ora fa sapere che il giornale, il venerdì è cresciuto di un 30 per cento, quindi dovrebbe essere sulle 1800 copie.
Ma forse anche nei dati del direttore del Manifesto c’è un po’ di ottimismo della volontà; in ogni caso, sono per ora molto lontane le tremila copie indicate come obiettivo da Polo un anno fa e le quattromila sperate dalla Pilla. Senza contare che l’inserto campano non porta nessun aumento di copie durante la

settimana, mentre il quotidiano avrebbe bisogno di nuova linfa per superare le oscillazioni che lo hanno portato ad aprile, con la morte del papa e l’elezione del suo successore, a superare le 37mila copie per crollare due mesi più tardi sotto le trentamila copie.


Rossana Rossanda e Luigi Pintor
“Al di là del dato sulle copie, – ci tiene a sottolineare Polo – Metrovie ha il merito di avere conquistato in Campania una visibilità e un’attenzione politica. Per il Manifesto è un’esperienza pilota che contiamo di ripetere a breve, anche sotto forme diverse, in altre regioni. La prossima tappa è la Sicilia, dove stiamo pensando di siglare un accordo con un mensile catanese, ‘L’isola che non c’è’, che ha bisogno di un canguraggio, cioè di un giornale che lo porti in edicola”.
Sul versante della pubblicità c’è da registrare la soddisfazione di Bevilacqua. “Con l’inserto settimanale – dice l'amministratore delegato - abbiamo aperto il fronte della pubblicità, che prima era in sostanza inesistente e oggi supera i quarantamila euro l’anno, con una parte delle inserzioni che, catturate a Napoli, vanno in pagina sul Manifesto. Un trend positivo che ci ha spinto ad avviare un ragionamento su una pagina napoletana quotidiana. Per avere un quadro più chiaro bisogna aspettare il bilancio di fine anno e seguire l’andamento delle vendite. Al lancio di Metrovie, nel marzo 2004,


Pierandrea Amato e Attilio Wanderlingh

registrammo un buon risultato, ma due mesi più tardi, con l’uscita dell’Articolo, il quotidiano distribuito per un anno in Campania in tandem con l’Unità, accusammo una flessione; ora aspettiamo i dati di settembre per verificare se la chiusura dell’Articolo ci farà guadagnare copie”. La conclusione della breve, e per un anno parallela,

esperienza dell’Articolo non preoccupa la Pilla: “L’Articolo era un progetto troppo ambizioso e troppo appiattito su Bassolino. Noi non siamo legati a un partito, a un politico, a un imprenditore. Siamo un collettivo redazionale e politico e una cellula interna al Manifesto. A dicembre vediamo i conti e nel giro di un anno arriveremo a una pagina fissa quotidiana di Napoli sul Manifesto, pagina che già hanno Milano e Firenze”.