Definite le liste
per il 23 maggio

A POCHI GIORNI dal voto anche ‘Giornalisti per la professione’ ha completato la squadra da mandare in campo per le elezioni all’Ordine nazionale e all’Ordine campano. Nessun candidato invece per l'Assostampa, ormai realtà marginale, con un bilancio magro e zavorrato dai debiti.
La corrente, che ha come portavoce Massimo Calenda (Rai Napoli) e come animatori tre pensionati (Ermanno Corsi, ex Rai, Lino Zaccaria, ex Mattino e componente del consiglio generale dell’Inpgi, e Umberto Nardacchione, ex Mattino), schiera per l’Ordine regionale, accanto ai tre nomi già noti (Roberto Aiello, Cristiana Barone e Marcello Curzio),

l’ultimo inviato di esteri del Mattino da due anni in pensione, Vittorio Dell’Uva, e Nino Femiani, responsabile dell’edizione on line del Corriere del Mezzogiorno, e lascia comunque scoperta la sesta casella; per i revisori dei conti ci sono Pino Calò e Remo


Ermanno Corsi, Umberto Nardacchione e Lino Zaccaria

D’Acierno. I candidati per i quattro posti di consigliere nazionale sono Armando Borriello del Mattino, il sociologo Luigi Caramiello, il pensionato Mattino Francesco Marolda e Nicola Nigro.
Vediamo i pubblicisti. Per l’Ordine regionale si presentano Daniela Spadaro, Basilio Puoti, Bartolo Scandizzo e, per i revisori dei conti, Teresa Meo; per il consiglio nazionale Maria Tangredi, Raffaele Bruno, Vincenzo Di Micco, Michele Faiella, Giuseppe Lembo, Ciro Marra, Francesco Tassiello, Ernesto Ummarino, Alessandro Sansoni.
Le liste di Giornalisti per la professione non sembrano preoccupare il gruppo guidato da Ottavio Lucarelli, per i professionisti, e Domenico Falco, per i pubblicisti, che da tre anni, con una maggioranza di otto a uno, governa l’Ordine della Campania. Non ci sono dichiarazioni, ma si fa capire che sul fronte dei professionisti Giornalisti non è riuscita neanche a completare le sei candidature per il consiglio regionale e sul versante pubblicisti è concreto il rischio che diversi dei candidati schierati non siano eleggibili. Due i dati da cui potrebbe scaturire l’ineleggibilità. Il primo è che alcuni dei pubblicisti (Lala, Lembo, Marra e Meo) non sarebbero in regola con il pagamento delle quote, morosità che secondo le norme che regolano le elezioni dei consigli regionali e del consiglio nazionale andava sanata entro l’undici maggio quando sono stati


Armando Borriello, Luigi Caramiello e Nino Femiani

resi pubblici gli elenchi dei giornalisti iscritti agli albi della Campania.
Su questo punto si aprirà una querelle interpretativa, che certo non potrà aprirsi sul secondo dato. Per essere candidato è necessaria l’iscrizione da almeno cinque anni all’Ordine: Marcello Lala

sarebbe iscritto dal 23 marzo 2006 e Andrea Sansoni dal 21 febbraio 2007.
“È forse vero – ammette Calenda - che siamo arrivati in affanno alla scadenza elettorale, ma il nostro sforzo andrebbe apprezzato perché sono convinto che è nell’interesse di tutti gli iscritti che all’interno del consiglio siano presenti esponenti di due liste. E non posso non aggiungere che sul nostro blog abbiamo pubblicato le liste e un programma di lavoro. Non trovo invece da nessuna parte uno straccio di riga su quello che vuole fare Lucarelli, insieme alla sua squadra”.