Via Marconi tra chiusure
e promozioni ad personam

DOPO LA CHIUSURA di Neapolis, la redazione della sede Rai di Napoli, chiamata a rivotare il piano editoriale del direttore Tgr Alberto Maccari approvato nel dicembre scorso, lo ha bocciato a larghissima maggioranza: con 47 aventi diritto e 42 votanti, i no sono stati 35 (l’83 per cento dei votanti),

cinque i sì e due le schede bianche.
“È inspiegabile – scrive in un documento il cdr (Gilly Castellano, Ettore De Lorenzo, Pellegrino Genovese) – la chiusura assoluta dell’azienda su un’alternativa capace di conservare e valorizzare


Letizia Cafiero, Guido Pocobelli Ragosta e Margherita Rosciano

un patrimonio di conoscenze affinate in undici anni di messa onda di Neapolis o quantomeno di rilanciare Napoli attraverso un nuovo (e ragionato) progetto editoriale”. Dopo il primo giorno di sciopero a fine settembre, la protesta andrà avanti con una nuova astensione audio-video di due giorni, il primo dei quali "coerentemente" con lo sciopero, sempre audio-video, dei giornalisti della Tgr proclamato per il 28 ottobre dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, "a causa della decisione dell'azienda di cancellare la terza edizione dei tg regionali". E il cdr partenopeo conta di avviare altre due iniziative: denunciare, insieme all’Usigrai, l’azienda per comportamento antisindacale; promuovere “un incontro pubblico per chiedere il sostegno delle istituzioni locali e dei cittadini”. Per fare il punto sulle iniziative annunciate e su altre iniziative è stata convocata un’assemblea di redazione per martedì 26 ottobre alle 15.
Intanto i pensionamenti di Salvatore Biazzo, Antonio Di Nunno e Marisa Figurato stanno consentendo l’assunzione a tempo indeterminato dei precari di lungo corso. Le caselle dei primi due sono state occupate da Fabrizio Cappella e Carlo Carione; per la sostituzione della Figurato dovrebbe toccare ad Antonella Maffei, il cui contratto arriverà tra dicembre e gennaio. A seguire toccherà a un sestetto targato Suor Orsola Benincasa: Guido


Luigi Carbone, Carlo Carione e Diego Dionoro

Pocobelli Ragosta (che alla scuola di giornalismo di corso Vittorio Emanuele ha l’incarico di tutor), Letizia Cafiero, Margherita Rosciano, Giovanni Messina, Renato D’Emmanuele (che aspira a un trasferimento a Roma in tempi brevi) e Diego

Dionoro. Senza dimenticare due napoletani parcheggiati alla Rai di Campobasso: Luigi Carbone e Francesca Coppola.
Insieme alle caselle gli uscenti hanno liberato gradi; molti i redattori che si stanno agitando, ma i più veloci sono stati l’inviato Nando Spasiano e Gianni Porcelli, “redattore ordinario residente” (per il tg Campania copre Avellino). Entrambi hanno ricevuto a settembre una lettera dal capo del personale che comunicava una promozione ad personam con decorrenza primo luglio: per Porcelli scatta la promozione a vice redattore capo; a Spasiano viene riconosciuto il trattamento economico e normativo di redattore capo (a via Marconi ce ne sono già altri tre: il responsabile Massimo
Milone
, il vicario Procolo Mirabella e Silvio Luise, con competenza sulle trasmissioni nazionali che ormai sono state abolite).
“Dal ’74 praticante al Roma, con direttori Buscaroli, Zullino e Giovannini, - dichiara Spasiano – professionista dal ’76, in Rai dal gennaio ’78, da ventitre anni inviato, per cinque anni, dal 1985 al ’90, ho lavorato tra Napoli e Milano chiamato da  Enzo Biagi ai programmi Linea diretta, Spot e il Caso. In una redazione in cui stavano per essere promosse anche le scrivanie, penso che con il mio curriculum meritassi qualche riconoscimento”. Però in Rai il merito non sembra una carta decisiva. “Nel mio caso non ci sono state

pressioni politiche, – è la risposta del neo redattore capo – ma l’intervento autorevole di chi ha voluto che venissero riconosciuti i miei meriti”.
Molto commentata in redazione anche la promozione ad personam di Porcelli, che viene spiegata  con un intervento


Enzo Biagi e Antonia Ruggiero

politico: la moglie, Antonia Ruggiero, è consigliere regionale del Pdl e pupilla di Berlusconi. Energica la replica di Porcelli: “Ho sempre schifato le ingerenze della politica nella Rai, ma ora per ottenere quello che penso mi spetti ho dovuto cercare sponde politiche. La sponda però non è stata mia moglie che è consigliere regionale, giornalista professionista e imprenditrice di successo, ma non ha grande peso politico. In passato la moglie di mio fratello, Rosanna Repole, è stata una leader della dc irpina: presidente della Provincia di Avellino e segretario provinciale. Non le ho mai chiesto niente. Trenta anni fa al mio paese, Atripalda, sono stato consigliere comunale del Psdi e sin dalla fondazione ho aderito a Forza Italia. Ma la mia strada in Rai è stata sempre in salita: contratti a termine a ripetizione e l’assunzione nei primi anni Novanta alla redazione di Campobasso. Nel ’95 l’arrivo a Napoli allo sport, emarginato anche per ragioni sindacali io che sono stato tra i cento giornalisti che diedero vita al Singrai, il sindacato alternativo all’Usigrai. E in tema di sindacato penso che Napoli vanti un record nazionale con Carlo Verna, segretario nazionale dell’Usigrai, che ogni sabato e domenica monopolizza lo sport al tg campano. Da alcuni anni sono relegato ad Avellino


Pierluigi Camilli, Antonello Perillo e Carlo Verna

per le insistenze dell’allora capo redattore Giuseppe Blasi e del direttore della Tgr Angela Buttiglione e del suo vice Pierluigi Camilli. Perconvincermi mi promisero anche la promozione a inviato che non è mai arrivata”.
Ma che fa ad Avellino un vice redattore capo?

“Non può fare molto, perché ad Avellino non ha niente. Mi avevano assicurato tutti i supporti necessari: sede, agenzie, computer e non c’è niente. Ora chiederò di avere le funzioni, se serve anche attraverso un avvocato”.
Infine Porcelli smentisce anche la voce che circola in redazione sulle sue ambizioni di prendere il posto occupato da Massimo Milone. “Ho sponsorizzato sempre – spiega – la candidatura di Antonello Perillo, che ha la preparazione e la correttezza per guidare bene la redazione di Fuorigrotta”.