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Fnsi, dopo 5 mesi eletto
Giulietti alla presidenza |
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A DISTANZA DI oltre cinque mesi dalla scomparsa del presidente della Federazione nazionale della stampa Santo Della Volpe il consiglio nazionale del sindacato unitario dei giornalisti italiani è riuscito ad eleggere il suo successore. È Giuseppe (per tutti Beppe) Giulietti, natali romani, anni sessantadue, giornalista della sede Rai di Venezia, sindacalista (dal 1989 al '93 è stato segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai), deputato dal |
1994 al 2013, portavoce dell’associazione Articolo 21 e blogger del Fatto Quotidiano. Un’elezione accolta da numerosi commenti positivi, ma che fino all’ultimo ha incontrato grumi di resistenza all’interno del consiglio, pur essendo Giulietti giornalista di larga riconoscibilità, indiscussa competenza sindacale e qualità professionale certificata, quindi un gigante rispetto ai nomi alternativi a vario titolo messi in campo.
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Lazzaro Pappagallo (*) |
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Il neo presidente, fortemente voluto dal segretario Fnsi Raffaele Lorusso, non faceva parte del consiglio nazionale, requisito indispensabile a norma di statuto, e a settembre per fargli spazio si è dimesso un consigliere di Stampa veneta. Ciò nonostante nel consiglio del 7 ottobre inciuci e veti incrociati hanno impedito che si andasse al voto. E anche il risultato del 16 dicembre dimostra che le resistenze non si sono del tutto disciolte: il quorum richiesto era di 72 preferenze, Giulietti, alla prima votazione, ne ha messe insieme 78, mentre venti sono
state le schede bianche, due voti sono andati a Paolo Butturini e Stefano Tallia, una a Giovanni Negri e una nulla. E anche prima della votazione c’è stato chi, come il segretario di Stampa Romana Lazzaro Pappagallo gli ha chiesto di chiarire le linee guida del suo programma di governo.
“L’elezione del presidente si è chiusa con una buona soluzione, – è il commento di un giornalista romano consigliere della Fnsi – nonostante la vicenda sia stata gestita in maniera discutibile da una parte e dall’altra. Va anche detto che il cambio di maggioranza attuato a ottobre da Lorusso ha in qualche modo diviso Stampa Romana. Ma io credo che questa frantumazione ha giustamente fatto emergere dissensi e |
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Paolo Butturini |
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perplessità che in passato non emergevano perché soffocati da una unanimità in cui tutti si spartivano tutto. C’è chi dice: il nuovo presidente è un ‘esterno’; ma questo per me è un dato positivo perché vuol dire che è fuori dai giochi. Certo evidenzia una sconfitta del sindacato, ma arriva perché il gruppo dirigente non è riuscito a esprimere una forte e credibile candidatura interna”. |
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Il consigliere conclude: “ora tocca a Giulietti mettersi al lavoro perché ha davanti questioni molto impegnative: a parte il rinnovo del contratto, ci sono il proliferare degli stati di crisi, dovuti in gran parte all’acquiescenza di chi in questi anni ha guidato l’Istituto di previdenza e le elezioni per il rinnovo dei dirigenti dell’Inpgi accanto alle questioni sulle quali il nuovo presidente è da sempre impegnato come la difesa della libertà di stampa, la tutela delle testate minori, le iniziative contro il lavoro nero fino ad arrivare alle azioni da intraprendere contro le querele temerarie”. |
(*) Da www.odg.roma.it |
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