Caltagirone ancora ko,
riassunti tre poligrafici

ALLA VIGILIA DEI 79 anni che compirà il 2 marzo l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagiorne è concentrato sulla scalata per conquistare il controllo delle Generali insieme al patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio, che di anni ne ha 87. Non ha quindi tempo da dedicare alla Caltagirone Editore e ai suoi sei quotidiani (Il Messaggero, Il Gazzettino, il Corriere Adriatico, Il Mattino, il Nuovo Quotidiano e il free press Leggo) che stanno infilando una serie notevole di sconfitte

giudiziarie. L’ultima arriva dal tribunale di Napoli e l’ha firmata il giudice del lavoro Francesco Armato.
Caltagirone è stato citato in tribunale da tre poligrafici ex Mattino (Domenico

Francesco Armato e Francesco Gaetano Caltagiorne

Costagliola di Mignovillo, Fabrizio Fiorenzano e Silvio Sonnino) prima trasferiti a una società satellite del gruppo, Servizi Italia 15, e poi da questa licenziati il primo giugno del 2017. Assistiti dagli avvocati Ernesto Maria Cirillo e Francesco Cirillo, i tre hanno impugnato il licenziamento e il 23 maggio 2018 il giudice Carmen Lombardi ha deciso che il provvedimento dell’azienda era illegittimo e ha ordinato la loro riassunzione.
Caltagirone è un padrone all’antica: non rispetta le sentenze e non paga ma riesce a fare anche di peggio. In questo caso i manager del gruppo hanno realizzato una performance straordinaria: a meno di due mesi dalla sentenza della Lombardi, il 16 luglio, hanno inviato agli avvocati dei poligrafici una lettera con la quale comunicavano la “riammissione in servizio” e contestualmente un nuovo licenziamento.
I legali sono perciò tornati al lavoro per ottenere la conferma della prima reintegra e impugnare la seconda interruzione del rapporto di lavoro.
Il giudizio del primo licenziamento si è ora concluso con le otto pagine della sentenza del giudice Armato che con argomentazioni articolate e documentate stronca le tesi dell’azienda, difesa dagli avvocati romani Marcello Campagnuolo e Giovanni Lazzara e dal napoletano Marcello de Luca Tamajo.
Il giudice conclude quindi con “il rigetto del ricorso presentato da Servizi Italia 15 e dichiara illegittimo il licenziamento di Costagliola, Fiorenzano e Sonnino e condanna la società alla reintegrazione degli stessi nel posto di lavoro e al pagamento in loro favore di una indennità

Francesco Cirillo e Marcello de Luca Tamajo

risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello della effettiva reintegra, nei limiti di dodici mensilità, oltre al

versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Condanna inoltre la società opponente al pagamento delle spese di lite della doppia fase che liquida in complessivi 3.180 euro oltre Iva, Cpa e spese generali”.
Sentenza chiara che però non chiude la partita. Nelle prossime settimane è attesa infatti la decisione del giudice Maria Pasqualina Gaudiano che dovrà pronunciarsi sul secondo licenziamento, quello inflitto con la lettera che comunicava la reintegra nel posto di lavoro.