Mobbing, Fillea
Napoli a giudizio

LA FILLEA PARTENOPEA, guidata da Ciro Nappo, ci ha provato, ma le è andata male. Citata in giudizio per mobbing da Ciro Crescentini davanti al giudice del lavoro del tribunale di Napoli Carla Sarno, all’udienza del 12 luglio ha cercato di tirarsi fuori dal giudizio. I legali della Cgil Fillea, in aula era presente Brunella Bruno che insieme a Paolo Di Celmo assiste il sindacato, hanno giocato tre carte: l’inammissibilità del ricorso perché mancavano le circostanze che confortassero un’ipotesi di mobbing; la carenza di legittimazione passiva da parte della Fillea partenopea dopo la sentenza

emessa nel dicembre scorso dalla corte d’appello di Napoli (presidente Ugo Vitiello), che l’ha esclusa dal giudizio condannando la Fillea nazionale a reintegrare Crescentini e a pagargli le retribuzioni maturate dal settembre 2007, quando venne


Ciro Crescentini e Giovanni Sannino

licenziato dall’allora segretario provinciale (e ora regionale) degli edili Giovanni Sannino; un’azione riconvenzionale per ottenere la restituzione delle somme erogate per fine rapporto.
Delle tre carte finora nessuna si è rivelata vincente. Alla prima udienza il giudice ha sentito Crescentini, difeso dagli avvocati Federica Bonadies e Vittoria De Iorio, si è poi ritirato in camera di consiglio e ha deciso di ascoltare due testi per parte nella prossima udienza fissata per il 14 febbraio 2012. Quindi per il primo punto, la decisione nel merito, sarà necessario attendere gli sviluppi del giudizio. Buco nell’acqua sul secondo punto perché il giudice Sarno non ha autorizzato la chiamata in causa della Fillea nazionale guidata dal segretario Walter Schiavella, come era stato richiesto da Fillea Napoli. Infine sulla terza richiesta, l’azione riconvenzionale, il giudice si pronuncerà quando firmerà la sentenza.