Per il Casalese respinte
le richieste di Cosentino

VIVE GIORNI sereni Pietro Valente, il sessantacinquenne farmacista di Villaricca che investe i suoi guadagni in una piccola casa editrice, la Cento Autori srl, che in sette anni di attività gli sta dando grandi soddisfazioni e qualche problema. L’otto aprile ha partecipato a Roma, all’università La Sapienza, alla presentazione dell’ultimo prodotto della casa, ‘Mafie / La criminalità straniera alla conquista dell’Italia’, il libro scritto dal magistrato della Dda, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Giovanni

Conzo e dal cronista di giudiziaria del Mattino Giuseppe Crimaldi.
All’incontro romano, moderato dal direttore del Messaggero Virman Cusenza, erano presenti l’allora ministro della Giustizia Paola Severino e Annamaria Cancellieri che tre settimane più tardi


Federico Cafiero de Raho e Franco Roberti

le succederà al vertice di via Arenula. Con le ministre c’erano Giuseppe Pignatone e Federico Cafiero de Raho, procuratori della Repubblica a Roma e a Reggio Calabria. Il 22 aprile ‘Mafie’ è stata presentato anche a Napoli nel corso di un dibattito tenuto nel saloncino dei busti di Castel Capuano, coordinato dal direttore del Mattino Alessandro Barbano con la partecipazione degli autori e di Giovanni Colangelo e Franco Roberti, procuratori della Repubblica di Napoli e Salerno.
Insieme ai successi editoriali qualche problema invece arriva a Valente dall’offensiva giudiziaria scatenata dai fratelli Cosentino contro il libro ‘il Casalese’, la biografia non autorizzata dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino, attualmente detenuto nel carcere di Secondigliano. Su questo fronte l’otto maggio, con provvedimento depositato il 10, il farmacista ha incassato un risultato notevole. Il giudice della IV sezione civile del tribunale di Napoli Enrico Ardituro ha accolto le tesi di Marino Maffei, il legale che difende Valente, e respinto tutte le richieste di Giovanni Cosentino, assistito dagli avvocati Sergio Carlino, Mario De Bellis e Carlo Ciaccia.
Una decisione favorevole soltanto parziale per Valente, ma importante perché arriva esattamente un anno dopo l’ordinanza con la quale il giudice Luigia Stravino decise di respingere le richieste di sequestro del libro e di un risarcimento danni da un milione e duecentomila euro avanzate nella scorsa


Sergio Carrino e Marino Maffei

primavera con rito d’urgenza, ex articolo 700, dai legali di Giovanni Cosentino.
Ora invece Ardituro ha scritto tre righe per dire che ritiene “inammissibile la prova per testi articolata dagli attori (Giovanni Cosentino e le sue società, ndr) nella memoria

depositata il 5 marzo 2013, perché generica e senza alcun riferimento a ditte ben individuate e a fatti specifici”. E quando il giudice scrive “a ditte ben individuate e a fatti specifici” sottolinea che non sono stati dichiarati episodi e nomi di clienti e di fornitori che avrebbero telefonato all’azienda della famiglia Cosentino per avere informazioni sul libro e sui presunti rapporti fra tale azienda e la camorra dei Casalesi. Da qui la decisione di respingere la richiesta di prove testimoniali presentate dai legali di Giovanni Cosentino e di rinviare per la precisazione delle conclusioni all’udienza del 9 gennaio 2015.