Parte la Città di Manzi
e di Lombardi-Di Canto

DAL PRIMO novembre Andrea Manzi siede di nuovo sulla poltrona di direttore del quotidiano di Salerno ‘La Città’ che ha già occupato per sei anni, dalla fondazione nel marzo del 1996 fino al novembre del 2002. Venti anni fa il giornale era editato dalla Edisalerno controllata dall’ex ministro psi Claudio Signorile con il sostegno di imprenditori locali, tra cui Antonio

Paravia, e Manzi socio all’un per cento.
Torna il vecchio direttore, esordiscono i nuovi editori. Uscito di scena il 31 ottobre il gruppo l’Espresso, proprietario del giornale attraverso la Finegil, ‘la Città’ è passata alle Edizioni Salernitane, una srl che al 70 per cento è della Sogepim il cui punto di riferimento è l’imprenditore Giovanni Lombardi, mentre l’altro 30 è del distributore di giornali Vito Di Canto, anche se ufficialmente i soci sono i figli:

Stefano Tamburini

l’amministratrice della Sogepim Margherita Lombardi, in teoria la 'padrona' del giornale, e Donato Di Canto, titolare della Litter relaxing, una azienda che si occupa di lettiere per animali.
Chiudiamo la lunga stagione Finegil con Stefano Tamburini che ha diretto la Città per sei mesi, dal 21 aprile. Il 31 ottobre rivolge parole di stima e affetto a tutti i redattori, regalando a loro e ai collaboratori più assidui un libro, e scrive il fondo per il giorno successivo per salutare i salernitani.
Il 2 novembre va in pagina l’editoriale di Manzi. Prima di parlare della sua idea di giornale, esordisce riservando, a sorpresa, venti righe al veleno al suo predecessore. Eccone uno stralcio: “l’occhio collerico e risentito di chi scrive si concentra quasi esclusivamente sul palazzo e sui suoi abitanti, ne contesta i riti, spesso legati alla perduta regalità della politica. È proprio su questi scenari che ha troppo indugiato, di recente, ‘la Città’, con la rigidità di un monotono leit motiv di un astratto j’accuse. Si è così confuso il ruolo del quotidiano di informazione con quello di un ‘drone’ puntato contro un obiettivo sensibile (leggi il presidente della Regione ed ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, ndr)”.
Parole durissime chiuse con l’accusa a Tamburini di avere fatto perdere peso e copie al giornale. Perché l’attacco? L’unica spiegazione è che Manzi ha

Michelangelo Russo

voluto marcare in maniera nettissima una discontinuità tra le due direzioni.
La prima iniziativa editoriale è stato un forum di due pagine sulla Salernitana, argomento davvero delicato perché la squadra di calcio è molto seguita in città e in provincia e perché Lombardi ha già provato a diventare il proprietario dei granata e ha più volte ribadito che intende tornare all’attacco. Al confronto in redazione hanno preso parte l’imprenditore

vesuviano Aniello Aliberti, proprietario e presidente della Salernitana dal 1994 fino al fallimento del 2006, l’avvocato Michele Tedesco, l’allenatore Nicola Provenza e il giornalista Enzo Casciello.
Proprio a Enzo Casciello Manzi ha affidato un amarcord con una serie di servizi a puntate sulle partite più importanti, vinte e perse, disputate dalla Salernitana, mentre è tornato come editorialista il magistrato Michelangelo Russo, autore di inchieste famose come quella sul cardinale di Napoli Michele Giordano. “Sessantacinque anni Casciello, - osserva un industriale locale molto attento ai media cittadini – con sessantanove anni a dodici mesi dalla pensione Russo: possono fornire contributi importanti, ma danno al giornale un odore di antico”.
Per fare un bilancio della direzione Manzi bisognerà aspettare almeno sei mesi; per ora tutto va avanti come prima, all’interno e all’esterno. Sta facendo colloqui con i giornalisti, a cominciare dal redattore capo Maurizio D’Elia e l’otto novembre ha incontrato il cdr (Luigi Amati, Gianni Giannatasio e Enrico Scapaticci). Senza fretta ci sarà la riorganizzazione della squadra e entro la prima decade di gennaio verrà presentato il piano editoriale, mentre per il piano industriale sarà necessario aspettare il 31 gennaio.
Dovranno essere intanto sistemati i rapporti con il gruppo l’Espresso che ha garantito sei mesi di continuità. Fanno ancora capo alla società di Carlo De

Benedetti, il server, i computer che sono in fitto, gli abbonamenti alle agenzie Ansa e Agi, la fornitura delle pagine nazionali di notizie (sei o sette al giorno) e di servizi come il lotto e le previsioni del tempo.

Luigi Amati, Maurizio D'Elia e Enrico Scapaticci

La cessione del giornale è operativa da due settimane, ma alle Edizioni Salernitane ancora ignorano il costo delle varie forniture. E non è questione da poco perché, con l’accorpamento dei bilanci tra i giornali Finegil e poste difficili da districare, la Città avrebbe registrato a chiusura 2015, secondo gli uomini Espresso, una perdita di quattrocentomila euro, una somma a prima vista eccessiva per un quotidiano dai costi controllati che vende cinquemila copie e fattura un milione di pubblicità.