Cormezz, tornano
le firme dei cronisti

IL 17 OTTOBRE sono ricomparse sul Corriere del Mezzogiorno le firme dei redattori. La mattina del 16 l’amministratore delegato dell’Editoriale del Mezzogiorno Giorgio Fiore ha incontrato il comitato di redazione (Paolo Cuozzo, Natascia Festa e Vanni Fondi) e in serata l’assemblea ha deciso all’unanimità di revocare “l’astensione dalle firme e lo stato di agitazione”.
All’origine della protesta una questione minore: la salvaguardia delle trasferte dei cronisti sportivi al seguito del Napoli, argomento che non a caso chiudeva il documento del primo ottobre: “L’assemblea annuncia lo stato di agitazione, affida al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero e

annuncia, a far data dal 4 ottobre, il ritiro a tempo indeterminato delle firme se non si trova un’immediata soluzione alle questioni esposte, a partire dalle trasferte calcistiche”.
La protesta ha prodotto effetti? Per avviare la riduzione delle spese, si


Francesco Borrelli, Luigi Rispoli e Luca Serra

era partiti dalla richiesta dell’editore di ‘individuare trasferte di scarso rilievo da tagliare’ e si è arrivati ad affidare al direttore Marco Demarco il compito di ‘individuare trasferte di scarso rilievo da tagliare’. Inoltre “azienda e comitato di redazione hanno individuato un percorso che mira a garantire il contenimento dei costi e la salvaguardia della professionalità, a tutela soprattutto del Lettori (da apprezzare la maiuscola, ndr)”. C’è infine l’annuncio che l’editore presenterà entro un mese un nuovo piano industriale. Nei giorni dello sciopero delle firme, a sostegno della lotta dei redattori, sono state schierate in pagina oltre sessanta testimonianze di solidarietà. In difesa della “qualità del giornale” sono scesi in campo per primi (sono sempre velocissimi quando c’è da firmare un comunicato) i presidenti regionali del sindacato dei giornalisti e dell’Ordine, Enzo Colimoro e Ottavio Lucarelli, affiancati dal segretario campano della Uil Anna Rea; il giorno successivo sono arrivati i segretari regionali di Cgil e Cisl (Franco Tavella e Lina Lucci) e poi rappresentanti delle istituzioni (De Magistris, Cesaro, Caldoro), della politica (Borrelli, Landolfi, Ossorio, Rispoli, Schifone,Villari), del giornalismo (Blasi, Calenda, Coppola, Corsi; ci sarà forse un gemellaggio con la sede Rai), della società civile (il presidente del Tennis club Napoli Luca Serra, il direttore dell’Accademia di belle arti Giovanna Cassese, il presidente dell’Ordine dei medici di Salerno Bruno Ravera) e persino Paolo Macry, l’editorialista di punta del Cormezz, che Demarco, come fa il direttore di Repubblica con Eugenio Scalfari, manda in campo ogni


Giuseppe Ossorio, Luciano Schifone e Riccardo Villari

domenica. Ora saranno tutti più sereni sapendo che “la qualità” è salva.
Non ci sono invece notizie sulla ‘incompatibilità’ della redattrice Monica Scozzafava che dopo avere lavorato come addetta stampa del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

da giugno è tornata alla sua scrivania al giornale e si occupa del Calcio Napoli. Nell’assemblea dell’undici ottobre il redattore capo centrale, l’irpino Carmine Festa, con onestà ha ribadito che ha detto alla Scozzafava di non occuparsi del calcio, ma ha forse prevalso il silenzio o, addirittura, l’incoraggiamento del direttore non nuovo a scelte redazionali che destano perplessità (è successo già con il caso della richiesta di arresto di Nicola Cosentino).
Tra i big scesi in campo in difesa delle trasferte del Napoli e degli altri nodi della vertenza non pare ci sia De Laurentiis: evidentemente è sicuro che, nel suo settore, “la qualità” dell’informazione Cormezz non corre pericoli.