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Uffici stampa, la Fnsi
cita in tribunale l'Aran
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SARÀ IL GIUDICE del tribunale civile di Roma Gualtiero Giorgio Michelini a sciogliere il nodo della mancata applicazione della legge sugli uffici stampa, approvata il 7 giugno del 2000. Il giudice del lavoro dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato il 16 luglio per conto della Federazione nazionale della stampa dal professore Franco Carinci e dall’avvocato Emanuele Menegatti del foro di Bologna e dall’avvocato romano Bruno Del Vecchio. La prima udienza si terrà il prossimo 11 aprile.
A oltre quattro anni dal varo della legge e a due dall’approvazione dei decreti attuativi alla Federazione della stampa, guidata dal segretario generale Paolo Serventi Longhi, è rimasta soltanto la strada giudiziaria per sbloccare
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l’impasse imposto dall’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica amministrazione.
Con il ricorso alla magistratura del lavoro Serventi Longhi chiede al magistrato di “accertare e dichiarare il diritto della Federazione nazionale
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Franco Frattini e Luigi Mazzella |
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della stampa italiana, ai sensi dell’articolo 9, comma 5, della legge 150 del 2000, a partecipare alle trattative relative all’individuazione e alla regolamentazione dei profili professionali negli uffici stampa presso le pubbliche amministrazioni e per gli effetti disporre da parte dell’Aran la fissazione di un incontro, entro un termine perentorio che vorrà fissare l’eccellentissimo tribunale, per l’apertura delle suddette trattative, relative all’individuazione e alla regolamentazione dei profili professionali negli uffici stampa presso le pubbliche amministrazioni”.
Sul merito della questione i legali del sindacato appaiono fiduciosi. “Il ricorso nasce dalla convinzione – dichiara Bruno Del Vecchio, l’avvocato che dal novembre ‘96 collabora con la Fnsi – di avere a disposizione ottime argomentazioni giuridiche. La legge 150 è una legge speciale che indiscutibilmente coinvolge la Federazione della stampa nelle trattative e nella sottoscrizione di un accordo che individui i profili professionali dei giornalisti occupati negli uffici stampa della pubblica amministrazione. Quindi la normativa di carattere generale per tutte, o quasi, le altre categorie del pubblico impiego non può e non deve trovare applicazione per la categoria dei giornalisti”.
Il segretario generale aggiunto Giovanni Rossi mette in evidenza che il sindacato ha atteso con pazienza che si aprissero spiragli di trattativa, dopo
l’approvazione della legge e i tempi lunghi per il processo di attuazione, |

Giovanni Rossi e Paolo Serventi Longhi |
partito con il decreto presidenziale del settembre 2001, seguito dalla direttiva del febbraio 2002, preparata da Franco Frattini, allora ministro della Funzione pubblica. Nel giugno del 2002 Serventi Longhi ha chiesto con una lettera aperta al ministro l’invio di |
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un atto di indirizzo all’Agenzia per la rappresentanza negoziale. L’atto di indirizzo è arrivato il 18 luglio 2002, ma l’Aran ha mantenuto la linea del muro di gomma che non è stata scalfita neanche dagli scioperi proclamati dalla Fnsi nel dicembre 2002, nel giugno 2003 e nel febbraio 2004, scioperi che avevano tra gli obiettivi prioritari l’attuazione della 150.
Anzi il muro di gomma è diventato ostruzionismo esplicito quando, in un’intervista del marzo scorso, il presidente dell’Aran Guido Fantoni ha parlato di “imperfezione della legge” perché la presenza della Fnsi al tavolo delle trattative “non è tecnicamente possibile”.
Parlando di “imperfezione della legge” il presidente dell’Aran ha rinviato la palla a Luigi Mazzella, salernitano, settantadue anni, dal novembre 2002 ministro della Funzione pubblica, che però ha scelto la strada del silenzio. Non ha risposto a Fantoni; nella sostanza, non ha risposto a nove interrogazioni firmate da parlamentari di gruppi della maggioranza e dell’opposizione (tra gli altri, Giuseppe Giulietti, Alfiero Grandi, Marco Rizzo) e alle successive sollecitazioni, nello scorso giugno, del deputato Alessio Butti, responsabile informazione di Alleanza nazionale, e dei senatori Guido Calvi dei Ds e Natale Ripamonti dei Verdi.
“Ai nove interroganti – dice il segretario generale della Fnsi - Mazzella ha replicato con un’unica lettera sostenendo di avere avviato le consultazioni con le organizzazioni sindacali rappresentative. Noi non abbiamo partecipato a nessuna consultazione: o il ministro ha consultato altri sindacati oppure non ha |
consultato nessuno. In ogni caso, resta incomprensibile l’ostracismo del ministero e quello dell’Aran”.
“Siamo consapevoli – continua Serventi Longhi – di dover fare un contrattopubblicistico diverso da quello privatistico Fieg- Fnsi. |

Guido Calvi e Giuseppe Giulietti |
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Siamo d’accordo che vi siano al tavolo altri sindacati rappresentativi, ma pretendiamo di esserci anche noi. Siamo comunque disponibili a esaminare qualunque proposta di soluzione e pronti a ritirare il ricorso alla magistratura se si aprirà la trattativa con la nostra partecipazione. Altrimenti, andremo fino in fondo, in tutti i diversi gradi di giudizio”.
Intanto qualcosa si sta muovendo sul fronte delle regioni. Il 28 luglio l’Emilia Romagna ha approvato una legge che all’articolo 26 stabilisce: “Agli uffici stampa della giunta e del consiglio regionale si applica il contratto giornalistico”.
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