Ordine, parte lentissimo
il consiglio di disciplina

PARTE CON PASSO decisamente lento il consiglio di disciplina che dovrà occuparsi della deontologia dei giornalisti campani. I nove componenti (i professionisti Romolo Acampora, Claudio Azzolini, Domenico Gargano, Carmela Maietta, Titti Marrone, Federico Ricciuti; i pubblicisti Carlo Alvano, Armando De Rosa, Barbara Ruggiero) sono stati nominati dal presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi il 5 aprile e si sono riuniti nella sede dell’Ordine il 15 per l’insediamento. Non sono riusciti però a fissare una

data per la seconda riunione a causa degli impegni di alcuni consiglieri e quindi non è stata neanche formalizzata la nomina del presidente e del segretario che pure vengono scelti secondo criteri indicati dalla legge,e dal regolamento, che istituisce i nuovi organismi:


Romolo Acampora e Barbara Ruggiero

la presidenza tocca a chi ha la maggiore anzianità di iscrizione all’Ordine, e sarà quindi Romolo Acampora, per molti anni al vertice del collegio dei probiviri della Fnsi, professionista dall’aprile del 1965; la segreteria spetta invece al più giovane tra i consiglieri, la pubblicista Barbara Ruggieri.
Intanto Armando de Rosa non ha partecipato alla riunione del 15 aprile perché è andato a Roma per dimettersi da componente del consiglio di disciplina nazionale che scade a maggio con il voto per il rinnovo dell’Ordine nazionale e degli Ordini regionali.
“Nella prossima riunione – assicura Acampora – che terremo entro la prima metà di maggio, ribadirò la mia volontà di impegnarmi a fondo per procedere rapidamente all’esame di tutte pratiche, al momento ancora affidate al consigliere dell'Ordine regionale Innocenzo Militerni, e chiederò agli altri consiglieri di fare altrettanto”. Una dichiarazione di buona volontà apprezzabile anche perché in Campania, che pure vanta numeri significativi di giornalisti addirittura arrestati, l’esame dei fascicoli è fermo da molti mesi. E, in ogni caso, se tra i nominati c’è chi ha troppi impegni basta che si dimetta per consentire a Carlo Alemi di sostituirlo.