È GIÀ STATO condannato Giovanni Aruta, sessantuno anni, dipendente dell’Atitech, sindacalista della Cisl, pubblicista dal 1992, collaboratore della sezione di Frattamaggiore della Associazione italiana arbitri, direttore del mensile Prospettive, diffuso nell’area a nord di Napoli: in primo grado nel novembre 2020 i giudici gli hanno inflitto tre anni e tre mesi; in appello, con il riconoscimento delle attenuanti, la pena è stata ridotta a due anni e due mesi; infine la Cassazione, nel dicembre del 2022 ha confermato i due anni e due mesi di reclusione per |
procura di Napoli Nord, guidata da Maria Antonietta Troncone. Dopo le indagini condotte dai carabinieri di Arzano, guidati dal tenente Gennaro Scognamiglio, il 17 dicembre per Aruta sono scattati gli arresti domiciliari. Entro cinque giorni ci sarà l’interrogatorio di garanzia e il giudice deciderà il futuro del dipendente Atitech.
I ‘domiciliari’ di Aruta hanno scosso anche il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Ottavio Lucarelli che ha subito sospeso dall’albo il pubblicista di Arzano. Una velocità apprezzabile soprattutto se confrontata con l’inerzia che ha caratterizzato la vicenda disciplinare di Aruta con Lucarelli che dichiarava al cronista del Fatto Quotidiano di essere all’oscuro delle sentenze di condanna e con il consiglio di disciplina che per molti mesi non ha neanche sentito il ‘condannato’. |