Condanna Gambardella:
il rettore sceglie il silenzio

SPESSO È STRANO il percorso che compie una notizia per approdare su un quotidiano, in rete o in tivù, con piccoli fatti che viaggiano ad alta velocità e fatti più importanti che non arrivano mai a una diffusione compiuta. Prendiamo il caso della condanna a pagare alla Regione Molise un risarcimento di 522mila euro inflitta dalla Corte dei conti a Carmine Gambardella, direttore

di Architettura e design della Seconda università di Napoli, per “aver prodotto, a fronte di un corrispettivo esorbitante, un elaborato incompleto di nessun pregio e utilità”.
Nella primavera del 2013 la sezione centrale d’appello della Corte (presidente e relatore Piera Maggi) conferma la sentenza di primo grado con parole nette e dure nei confronti del docente. È una condanna pesantissima e

La Gazzetta di Caserta del 9 febbraio

riguarda una persona molto nota, eppure la sentenza riposa in pace. Nel novembre scorso il muro del silenzio viene rotto da un quotidiano on line di Terra di lavoro, Casertace.net, diretto da Gianluigi Guarino; pochi giorni dopo Iustitia segnala la notizia e pubblica la sentenza; trascorrono altri due mesi e il 9 febbraio un piccolo quotidiano locale, la Gazzetta di Caserta spara in apertura di prima: “Mazzata della Corte dei conti / Condannato il preside di Architettura”. La circolazione è ancora a raggio cortissimo, ma nel muro compare una prima lesione: sempre il 9 febbraio la trasmissione della Tgr Buongiorno Regione, in onda alle 7,30 dalla sede Rai di via Marconi, inserisce il titolo della Gazzetta nella rassegna stampa regionale.
La citazione di Buongiorno Regione consente una diffusione più ampia della clamorosa sentenza, ma soprattutto segnala che a via Marconi non c’è più una saldatura blindata tra i vertici della redazione e il direttore di Architettura della

Carmine Gambardella e Vilma Moronese

Sun che soltanto tre anni fa consentì una straordinaria perfomance a Gambardella protagonista di venti tra servizi e interviste nell’arco di diciassette mesi. Una performance di cui si occuparono con interrogazioni parlamentari gli esponenti

dell’Italia dei Valori Francesco Barbato e Francesco Pardi e sulla quale aprì un fascicolo il sostituto della procura della Repubblica di Napoli Giuseppina Loreto, dopo un esposto dello stesso Barbato.
Perché la notizia della condanna non sia arrivata sui quotidiani campani è una domanda alla quale dovrebbero rispondere i direttori o i redattori capo delle varie testate: Alessandro Barbano o Antonello Velardi per il Mattino; Giustino Fabrizio o Ottavio Ragone per Repubblica Napoli; Carmine Festa per il Corriere del Mezzogiorno; Roberto Paolo per il Roma.
Rimane in piedi però un’altra questione grave: cosa pensa di fare il rettore della Seconda università di Napoli Giuseppe Paolisso, eletto nello scorso giugno dopo una campagna elettorale segnata da impegni solenni sul versante della legalità e insediato il primo novembre. L’impressione è che il rettore punti a far finta di niente e vi spieghiamo perché.
La notizia della condanna da tempo è nota all’università, poi è stata pubblicata da giornali casertani ed il 19 gennaio è stata oggetto di una interrogazione

parlamentare indirizzata ai ministri dei Beni e attività culturali Dario Franceschini e dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini da quattordici senatori del Movimento 5 Stelle, prima firmataria Vilma Moronese. E in favore di

Ferdinando Imposimato e Giuseppina Loreto

un intervento urgente dei ministri, con la richiesta di un’ispezione “per accertare la fondatezza delle accuse” nei confronti del direttore di Architettura, il 7 febbraio, sulla sua pagina Facebook, si pronuncia il presidente onorario della Corte di cassazione Ferdinando Imposimato.
Di fronte alle denunce della stampa e dei parlamentari il rettore che fa? Dimentica che la Sun ha un codice etico (proposta: perché non cancellarlo dal sito dell’università?) e il 28 gennaio convoca il senato accademico che affida a Gambardella un incarico di grande rilievo: il coordinamento della commissione che dovrà decidere la riforma dello statuto dell’università.
Il 16 febbraio a Santa Maria Capua Vetere c’è l’inaugurazione dell’anno accademico della Sun e la lectio magistralis viene affidata al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone che parla a lungo della pubblica amministrazione e dell’università, invita a tenere la guardia alta sulle questioni etiche e dice che chi ha una condanna penale, anche soltanto di

Dario Franceschini e Stefania Giannini (*)

primo grado, non può rimanere al suo posto.
Contattato da Iustitia per conoscere i motivi del suo silenzio su una questione particolarmente delicata, attraverso l'addetta stampa Paolisso si limita a dire che “per Gambardella è in attesa della sentenza

definitiva”. La risposta è imbarazzante perché le spiegazioni possono essere soltanto due: o sparge fumo in attesa che si spenga la piccola fiamma di interesse che c’è intorno alla vicenda o il rettore ignora che per la magistratura contabile, come del resto per quella amministrativa, i gradi di giudizio sono due e quindi la sentenza d’appello è definitiva.


(*) Da www.twitter.com