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È più chiaro lo slogan
'Riprendiamoci la Rai'
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STA DIVENTANDO SEMPRE più chiaro il significato dello slogan “Riprendiamoci la Rai” lanciato dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai.
Il 28 marzo scade il consiglio d’amministrazione di viale Mazzini: bisogna allora stringere i tempi per portare a casa le promozioni prima che tutto si paralizzi, a cominciare dalla Tgr, la testata giornalistica regionale, per la quale c’è pronto un pacchetto di quarantadue promozioni. Alessandro Casarin, varesino di Somma Lombardo, cinquantaquattro anni, dal primo febbraio |
direttore della Tgr, considerato vicino alla Lega Nord (quella di “Roma ladrona”), ha incontrato più volte il segretario dell’Usigrai Carlo Verna per varare l’ondata dei quarantadue. L’onda ovviamente bagna anche via Marconi dove da tempo il responsabile |

Alessandro Casarin e Carlo Verna |
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della redazione Rai Massimo Milone ha i nomi dei quattro giornalisti da promuovere: due vice redattori capo: Enzo Calise e Gianfranco Coppola; due capi servizio: Massimo Calenda e Rino Genovese.
Vediamo i capi servizio in pectore. Irpino di Sant’Angelo dei Lombardi, quarantotto anni, professionista soltanto dal 2002, Genovese, che con Ettore De Lorenzo e Silvio Luise fa parte del comitato di redazione, avrà pensato che non è il primo e non sarà l’ultimo sindacalista che va a discutere di promozioni e si ritrova promosso. Il suo rimane comunque un comportamento sul piano deontologico molto discutibile, senza contare che nel gennaio 2011 Genovese è stato sottoposto a procedimento disciplinare perché ha lavorato per alcuni mesi come consulente di un’azienda attiva nel settore dei rifiuti senza avere chiesto, e ottenuto, l’autorizzazione dalla Rai.
Il secondo promuovendo sarebbe Massimo Calenda, il giornalista che l’ex editore e direttore dell’Avanti! Valter Lavitola, attualmente latitante, aveva segnalato all’allora direttore generale Rai Mauro Masi per piazzarlo alla guida del servizi giornalisti della Rai partenopea.
Lavitola e Masi sono oggi due nomi che potrebbero suscitare un’attenzione ‘critica’ se qualche giornale dovesse occuparsi delle promozioni e quindi il tessitore Carlo Verna, d’intesa con Milone e con l’assenso di Casarin, avrebbe preparato, stando alle voci interne a via Marconi, una soluzione alternativa: fuori Calenda e dentro Nicola Muccillo, che nel
maggio 2013 |

Geo Nocchetti e Rocco Truncellito
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compie sessantacinque anni e va in pensione.
Per definire tutti i dettagli nelle ultime settimane si sono susseguiti incontri ufficiali e riunioni riservate. Il comitato di redazione è andato a Roma a parlare con Casarin e con il direttore della Tgr c’è stata anche una video |
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conferenza nella mattinata del 6 marzo. Per evitare occhi e orecchie indiscreti i tre sindacalisti non hanno fatto il collegamento nella sala della redazione, ma sono saliti all’attico. A Roma con Casarin erano schierati Massimo Milone e Carlo Verna. Al termine dell’incontro è stato affisso in bacheca uno scarno comunicato con la convocazione dell’assemblea per il 14 marzo alle 15,30.
Il giorno prima però sulla questione promozioni si è inserito l’inviato Rai della sede di Napoli Geo Nocchetti. Con una lettera firmata dall’avvocato Rocco Truncellito, Nocchetti segnala al rappresentante legale dell’azienda, ma anche a Casarin, a Milone e al cdr, che dal primo agosto 1995 ha i gradi, ma non le funzioni di vice redattore capo, che è stato vittima di “un atteggiamento datoriale a dir poco mobbizzante” e che con “la gestione Milone è stato illegittimamente di fatto sollevato dalle mansioni di inviato speciale”. Ricorda inoltre “che, nello stesso periodo, sono stati nominati sei nuovi inviati speciali, due vice capi redattori, quattro capi servizio” e che non riconoscergli ora le mansioni relative alla qualifica di vice redattore capo sarebbe lesivo dei suoi diritti, ma soprattutto “un palese nocumento alla Rai stessa, che non utilizza le professionalità già esistenti, assumendo altri
soggetti con un costo aggiuntivo rilevante, esponendo, altresì, i dirigenti Rai alla responsabilità contabile, come sancito recentemente dalla Corte di Cassazione”.
E intima ai dirigenti Rai di attribuirgli “immediatamente le mansioni di vice redattore capo” altrimenti il 20 marzo agirà “davanti alle autorità giudiziarie civili, contabili e penali”.
E se Nocchetti minaccia di portare in procura i vertici Rai, c’è chi un esposto contro Milone e l’informazione regionale Rai (“l’oscura caverna del tgr
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Campania”) l’ha già presentato: è il deputato dell’Italia dei valori Francesco Barbato che il 20 febbraio ha consegnato un esposto e trentaquattro allegati al procuratore aggiunto Francesco Greco, responsabile della sezione reati contro la pubblica |

Francesco Barbato e Francesco Greco |
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amministrazione. L’iniziativa arriva subito dopo l’interrogazione parlamentare presentata da Barbato insieme al senatore Idv Francesco Pardi alla commissione parlamentare di Vigilanza, che si chiudeva con una domanda indirizzata ai dirigenti di viale Mazzini: “la Rai quali iniziative o provvedimenti intende assumere se non sostituire il caporedattore Massimo Milone dal ruolo ricoperto attualmente di responsabile della testata TgR Campania per ripristinare in seno alla testata i principi di pluralità d’informazione, obiettività, par condicio e i criteri di reclutamento/promozione/accesso professionale di democratica espressione quale si addice a un organo di servizio pubblico”.
L’esposto di un deputato che chiede alla procura della Repubblica di valutare eventuali ipotesi di reato nei confronti del redattore capo centrale dei servizi giornalisti Rai di Napoli non è stata ritenuta una notizia dal Mattino (diretto da Virman Cusenza), dal Corriere del Mezzogiorno (guidato da Marco Demarco) e dalle pagine campane di Repubblica (affidate a Giustino Fabrizio). Ma questa è una scelta personale che attiene alla valutazione della notizia. Tutt’al più varrà la pena ricordarsene quando in qualche convegno uno dei nostri parlerà del diritto del lettore a essere informato.
Scontato e comprensibile il silenzio di Milone, è invece sconcertante e gravissimo il silenzio del segretario dell’Usigrai e del comitato di redazione: non una dichiarazione, non un comunicato e tanto meno la convocazione di |

Virman Cusenza e Marco Demarco
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un’assemblea. La bacheca del cdr è rimasta vuota. Il direttore Casarin, dopo aver fatto sapere che aveva letto l’interrogazione, ha scelto di non commentare l’esposto e le promozioni annunciate. Identica la linea seguita dal direttore generale Lorenza Lei: ha |
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assicurato che contatterà Iustitia appena avrà qualcosa da dire sull’esposto, sulle promozioni in fieri e sull’informazione Rai in Campania.
Il 29 febbraio ha invece risposto all’interrogazione di Pardi e Barbato l’ufficio Relazioni istituzionali e internazionali della Rai, guidato da Marco Simeon.
Ed è una replica che, eufemisticamente, potremmo definire imbarazzante per il numero di notizie e affermazioni non vere che riesce a mettere insieme, chiosate riga per riga da Iustitia.
Al di là degli aspetti penali di competenza esclusiva della magistratura, in qualsiasi azienda, pubblica o privata, del mondo progredito qualcuno si preoccuperebbe di fare chiarezza sul testo presentato dai parlamentari e sul dossier e sul verbale di assemblea redatti da un gruppo di redattori di via Marconi. Ma la Rai è un’azienda a parte, ognuno cammina per la sua strada,
e quindi tutti tacciono e in tanti si preparano alle prossime promozioni o stanno lavorando alacremente per le successive o intrecciano fili per candidarsi alle elezioni politiche che ormai non sono lontane. Alla procura di Napoli invece stanno facendo il loro lavoro e del fascicolo sulla gestione dell’informazione Rai in Campania si sta occupando il sostituto procuratore Giuseppina Loreto, magistrato concreto e tenace. |
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