Replica sconcertante
dagli uffici della Rai

Il 29 febbraio è stata consegnata al senatore Francesco Pardi e al deputato Francesco Barbato la risposta all’interrogazione presentata il 3 febbraio dai due parlamentari dell’Italia dei valori sulla gestione dell’informazione Rai in Campania dal luglio 2003 affidata al capo redattore Massimo Milone.
Ora è necessario chiarire un aspetto tecnico: l’interrogazione viene presentata alla commissione di Vigilanza sulla Rai, presieduta da Sergio Zavoli, ma la commissione si occupa soltanto di trasmettere il testo alla Rai che prepara la risposta. La replica è affidata alla direzione Relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini, guidata da Marco Simeon e dal vice Stefano Luppi, ma la stesura materiale è compito di due funzionari, Pier Paolo Poli e Roberta Tumminelli.
Chiarito l’aspetto tecnico,veniamo al merito. La risposta articolata in una premessa e quattro capoversi, è francamente sconcertante perché omissiva, distorcente e non veritiera.
Ma prima di vedere paragrafo per paragrafo il testo licenziato dalla Rai citiamo uno dei passaggi spinosi dell’interrogazione sui quali i rappresentanti della Rai hanno scelto di tacere: “Il dottorato di ricerca di cui è risultato essere vincitore il figlio del caporedattore, Andrea Milone, presso la Facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli, guidata dal Preside, Prof. Carmine Gambardella,” si svolge “in concomitanza degli otto mesi a ridosso dello svolgimento delle prove del concorso sostenuto dal figlio del caporedattore,” quando “il Preside viene intervistato undici volte dalla testata Tgr Campania, mentre in passato il docente e Presidente della commissione del concorso non aveva ricevuto la stessa visibilità (allegato G)”.
Questo che segue è il testo preparato dagli uffici Rai, chiosato in rosso con i dati che ne certificano la sconcertante non veridicità



Oggetto: Sen. Francesco Pardi e altri (vs prot. n. 2533)
Con riferimento ai quesiti formulati, si premette innanzitutto che il caporedattore centrale Massimo Milone è alla guida del TGR Campania dal 2003 dimostrando professionalità e competenza maturata in un percorso interno che lo ha visto ricoprire, prima dell’attuale incarico, il ruolo di Caporedattore vicario per dieci anni. Mai nel corso della sua gestione, sono stati registrati rilievi da forze politiche e sociali, in relazione alle scelte editoriali, sempre avallate dalle Direzioni che, negli anni, si sono alternate alla guida del Tgr.
Nell’interrogazione i parlamentari Pardi e Barbato ricordano innanzitutto che nel 2003 la nomina di Milone alla guida dei servizi giornalistici della Rai di Napoli fu il “frutto di un accordo politico tra Antonio Martusciello di Forza Italia e Maurizio Gasparri di Alleanza nazionale". E passiamo alla perentoria affermazione “mai nel corso della sua gestione sono stati registrati rilievi da forze politiche e sociali”.
Per smentire queste certezze citiamo soltanto qualche dichiarazione, limitandoci, per motivi di sintesi, agli ultimi due anni. Nel marzo del 2010 sparano a palle incatenate sull’informazione politica del tgr campano gli esponenti del Pdl Bocchino, Caccavale e Lainati. Leggiamoli uno per uno. Ernesto Caccavale, ex radicale, portavoce campano del Pdl: “Il comportamento che il tgr regionale sta tenendo in questa campagna elettorale in Campania fa addirittura rimpiangere la vecchia Tele Kabul degli anni bui”. Giorgio Lainati, deputato, giornalista professionista e vice presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai: “Sorprende non poco scoprire che il tgr della Campania si sia comportato come fosse l’ufficio stampa e propaganda del candidato della sinistra alla presidenza della Regione, Vincenzo De
Luca
”. Italo Bocchino parla di  “una evidente violazione deontologica. Il servizio pubblico deve essere terzo, perché pagato dai contribuenti”.
Facciamo scorrere due mesi e cambiamo barricata politica. A maggio il senatore dell’Italia dell’Italia dei valori Nello Formisano, componente della commissione di Vigilanza, dichiara: “Lo sbilanciamento del notiziario Rai della Campania a favore del Pdl ha subito una forte accelerazione subito dopo il voto di fine marzo e sta raggiungendo punte inaccettabili”.
Per chiudere citiamo Luigi De Magistris. Dopo la conquista di palazzo San Giacomo da parte dell’europarlamentare dell’Idv, Milone cercò di recuperare un dialogo con il neo sindaco con un’iniziativa singolare, l’invio di un
mazzo di rose rosse. Le rose non hanno però sortito un grande effetto se nell’ottobre scorso il sindaco ha dichiarato all’Ansa: “avevo percepito già in campagna elettorale il montaggio 'mirato' di alcuni servizi giornalistici'' del tgr campano.

Tutto ciò premesso si precisa che:

La visibilità mediatica registrata dal Cardinale Sepe è da ascrivere al suo ruolo di Arcivescovo di Napoli, figura che è da cinque anni oggetto di ampia copertura da parte di tutti i media italiani e stranieri. La Sua presenza nel Tgr della Campania, equivale ad esempio a quella dell’Arcivescovo di Milano per il Tgr della Lombardia.

È un’affermazione patentemente non vera. Citiamo i dati pubblicati dalla redazione napoletana della Rai nel luglio 2011: “Nei circa 1820 giorni in cui è stato arcivescovo di Napoli (dal 20 maggio 2006 ai primi di giugno 2011) ci sono stati 1332 tra servizi e notizie sul cardinale Crescenzio Sepe. Uno ogni 1,3 giorni. Nello stesso periodo, il Tgr di Milano ha realizzato sull’arcivescovo del capoluogo lombardo 371 servizi, quasi solo un quarto di quelli dedicati da Milone a Sepe. Il Tgr Lazio, nello stesso periodo, ha realizzato su papa Ratzinger 752 servizi, quasi la metà di quelli napoletani per Sepe”.


L’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ente pubblico non statale e non economico è inserita per finanziamenti e controlli nel sistema universitario nazionale. È stata la prima università dell’Italia meridionale a realizzare un Master di Giornalismo in accordo con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti. È stata la Rai a chiedere, negli anni scorsi, a Direttori e Caporedattori l’inserimento graduale, in particolare per i nuovi spazi informativi del mattino, di giovani provenienti dalle università e in quegli anni il Master di Giornalismo del Suor Orsola era l’unico in Campania. E comunque, su una ventina di professionisti disoccupati inseriti negli ultimi anni nel TGR Campania, sono solo quattro quelli provenienti dal Master del Suor Orsola. Sempre in riferimento al Suor Orsola, non risulta che il Caporedattore Milone abbia mai avuto alcun incarico di docenza presso l’Università.
Partiamo dall’ultima affermazione. Difficile capire come e dove si siano documentati i dipendenti dell’ufficio Relazioni istituzionali della Rai, diretto da Marco Simeon, se scrivono che Massimo Milone non ha “mai avuto alcun incarico di docenza presso l’Università” Suor Orsola Benincasa”. È infatti sufficiente collegarsi al sito del Suor Orsola per verificare che Milone è docente di Etica e deontologia al master di Giornalismo.
Guardiamo ora le assunzioni. “In Campania ci sono oltre 400 giornalisti professioni disoccupati; – denunciò nel maggio 2010 il senatore Formisano – eppure le porte di via Marconi si aprono soltanto per chi arriva dal corso di giornalismo del Suor Orsola Benincasa. È un nodo perverso e 'inspiegabile' che va tagliato”. E in realtà dal 2005 sono stati assunti alla redazione di Napoli soltanto giornalisti provenienti dal master del Suor Orsola. In totale sono sette: Letizia Cafiero, Francesca Coppola (dopo un periodo alla redazione di Campobasso), Renato D’Emmanuele (che ha chiesto e ottenuto il trasferimento a Roma), Diego Dionoro, Giovanni Messina, Margherita Rosciano; a questi va aggiunto Guido Pocobelli Ragosta che della scuola non è stato allievo, ma era ed è tutor.


Il documento assembleare del 7 luglio 2011 fa parte di una normale dialettica sindacale-aziendale. L’enfatizzazione politica data da alcuni organi di stampa è stata da subito ridimensionata da una nota del Comitato di Redazione. Si fa inoltre presente che negli anni la TGR Campania ha seguito le varie competizioni elettorali senza registrare alcun rilievo in ordine a presenze, pluralismo e tempi dedicati agli esponenti politici. E anche fuori dal momento elettorale, l’articolato equilibrio politico è stato sempre registrato dall’Osservatorio di Pavia.

Chi scrive di “normale dialettica sindacale-aziendale” non conosce la nove pagine del durissimo verbale di assemblea approvato all’unanimità dai ventuno redattori presenti. Leggere per credere.
Dal verbale estrapoliamo soltanto una curiosità: Milone segnala la scelta del direttore del Tg3 Bianca Berlinguer di non utilizzare mai i redattori della sede partenopea, ma non spiega se questa “scelta editoriale criticabile” (come la definisce) è dettata da razzismo nei confronti del sud, da profonda disistima professionale e da cos’altro ancora. Circa il passaggio “sull’articolato equilibrio politico” si rinvia alla nota a commento della premessa.


Con riferimento alle notizie pubblicate dal quotidiano Repubblica e dai siti on-line circa una telefonata intercorsa tra il sig. Lavitola e l’ex Direttore Generale Rai Masi, sull’importanza strategico-politica della redazione Tgr Campania e la presunta raccomandazione per un giornalista della redazione, appare evidente che il Caporedattore e la redazione del TGR Campania insieme all’Azienda tutta, siano eventualmente parte lesa, vittime di episodi che nulla hanno a che vedere con scelte aziendali.

Dopo una serie di notizie clamorosamente non vere, l'ufficio Relazioni istituzionali della Rai chiude con un paragrafo che, certo in buona fede, distorce il testo di Pardi e Barbato, che parlano delle dure critiche indirizzate a Milone e all’informazione della Rai in Campania dopo la pubblicazione delle intercettazioni della telefonata tra Lavitola e Masi. Nella replica Rai si sposta l’attenzione sul fatto che, stando alle intercettazioni  “Caporedattore e redazione e Azienda tutta” sarebbero “eventualmente parte lesa”, ma vengono tagliate le critiche puntuali di De Magistris.