Nuovo trasferimento
dal Cormezz al Corsera

A DICEMBRE È andata via Angela Frenda, ai primi di aprile Mario Garofalo; per entrambi lo stesso percorso: dalla sede napoletana del Corriere del Mezzogiorno alla redazione milanese del Corriere della sera. Qualche anno fa si erano trasferiti a Milano l’allora numero tre Giampaolo Tucci, ora vice redattore capo vicario, e, successivamente, Pasquale Elia, approdato

alla redazione Spettacoli. Identico viaggio si appresterebbe a fare il direttore del Cormezz Marco Demarco.
Le voci di un’uscita di Demarco hanno ripreso velocità dallo scorso dicembre, quando al vertice del quotidiano di via Solferino si è


Maria Luisa Agnese, Marco Demarco e Paolo Mieli

reinsediato Paolo Mieli. Dopo avere fondato il Corrierino nel giugno del 1997 e averlo diretto per otto anni, Demarco, che a novembre compie cinquant’anni, ha da tempo voglia di cambiare; tre anni fa, intervistato da Iustitia, aveva dato una sorta di investitura al suo vice Antonello Velardi, ipotesi sfumata quattro mesi dopo con il passaggio di Velardi al Mattino. Ma a inchiodare Demarco alla sua poltrona, più che la questione dell’erede, è la difficoltà a trovare per lui una collocazione soddisfacente. Una soluzione ambita sarebbe la direzione del Magazine del Corriere, che consentirebbe un lavoro più pensato senza le accelerazioni e gli stress del quotidiano, ma Maria Luisa Agnese non pare intenzionata a traslocare. Si parla invece del coordinamento dei dorsi regionali che il Corriere ha a Napoli, a Bari e nel Veneto, a cui vanno aggiunte le pagine di cronaca di Milano e Roma. “Per l’incarico di coordinatore – spiega uno dei graduati del Cormezz – Demarco ha tre frecce: Mieli ha voluto i dorsi; Mieli ha voluto Marco direttore per Napoli, andandolo a pescare all’Unità; Napoli pare che sia il dorso che va meglio. Ma il coordinamento rimane una strada difficile da percorrere soprattutto perché le edizioni locali sono affidate a società autonome, che verrebbero a essere guidate da un esterno”. La questione del coordinamento


Francesco De Core, Antonello Velardi e Angela Frenda

dei dorsi, dicono al comitato di redazione del Corriere della sera (ne fanno parte Gabriele Dossena, Raffaele Fiengo e Rodolfo Grassi per Milano e Giuseppe Pullara e Stefania Tamburello per Roma), non è stata ancora affrontata. L'unico punto

fermo, per il cdr, è che il coordinatore sarà un giornalista del Corriere della sera. Ma questo paletto, per Demarco, non dovrebbe costituire un problema.
Napoletano, trentasei anni, da undici professionista, maturità classica al liceo Umberto, studi in Giurisprudenza fermi a sei esami dalla laurea, Garofalo muove i primi passi al Mattino dei giovani, le pagine curate da Pietro Gargano, poi è precario al Roma di Pasquale Casillo durante la direzione di Domenico Mennitti (abusivato che gli consente di strappare un praticantato d’ufficio), quindi collaboratore di Repubblica Napoli e della Voce di Indro Montanelli; dal ’95 lavora all’ufficio stampa dell’ospedale Monaldi, incarico abbandonato nel giugno del ’97 quando arriva l’assunzione al Corriere del Mezzogiorno.
Adesso lascia il quotidiano di San Nicola alla Dogana, da vice capo servizio, responsabile della Politica e il Primo piano, e, dal 6 aprile, approda alla redazione di via Solferino, con i gradi di capo servizio, e viene assegnato al servizio politico, guidato dal redattore capo Michela Mantovan e dal suo vice Enrico Caiano.
“Con la partenza di Garofalo – dice un ex del Cormezz – il quotidiano di Demarco perde un altro pezzo importante della sua macchina. È lungo l’elenco dei giornalisti che sono andati via; pensiamo soltanto a quelli che hanno preso la strada del Mattino come Velardi, De Core e Ragusa, tutte

pedine di fascia medio alta. Per un ufficiale che andava via è stato regolarizzato un precario in lista d’attesa. Scelta giusta da un punto di vista sindacale, ma che ha via via impoverito il giornale. Nei primi anni si puntava sulla qualità, ora prevale la routine e chi vuole fare un


Antonio Fiore, Vanni Fondi e Roberto Russo

minimo di carriera deve rassegnarsi a un desk senza slanci e senza lampi. Dall’interno e dall’esterno, la sensazione è quella di un piccolo stagno”.
La conferma della linea del risparmio viene dalla soluzione adottata dall’amministratore delegato del Cormezz Giorgio Fiore per sostituire Garofalo: un contratto part time, dal 15 aprile al 31 agosto, per Natascia Festa, da tre anni collaboratrice assidua, assegnata a Cultura e spettacoli; un contratto da praticante, dal 15 aprile al 30 settembre, per Luigi Ferraiuolo, che salta tra cronaca e desk e, se occorre, segue Caserta e la sua provincia.
Il lavoro di Garofalo è stato diviso due parti: la cronaca politica è ora affidata in toto a Nino Femiani, mentre del Primo piano si occupa Roberto Russo, che con Antonio Fiore e Vanni Fondi fa parte del comitato di redazione. Russo prima gestiva il desk di Caserta e Salerno, incarichi ora assegnati a Vito Faenza, per Terra di lavoro, e a Gabriele Bojano.
Per coprire la cronaca nera durante l’assenza per maternità di Titti Beneduce, è in servizio dal primo marzo Adolfo Pappalardo, che ha ottenuto un’assunzione semestrale con praticantato; prima di Pappalardo il


Chiara Marasca, Vito Faenza e Nino Femiani

contratto a termine era stato affidato a Chiara Marasca, ora spostata all’Osservatorio sulla camorra.
Intanto fa passi in avanti il progetto di un rafforzamento dell’edizione di Salerno, affidato al numero tre del giornale, Angelo

Lomonaco. L’ipotesi prevede una ribattuta della prima e l’aumento delle attuali tre pagine, da aprile curate soltanto da Bojano. L’obiettivo è approfittare degli affanni del Mattino e intaccare la rendita di Repubblica che raccoglie grandi consensi, pur riservando alla seconda città della Campania un’attenzione molto modesta.