Ricostruzione, in appello
salta l'udienza conclusiva

DOPO LE ELEZIONI regionali del 3 e 4 aprile Paolo Cirino Pomicino, dal 2004 eurodeputato dell’Udeur, è stato uno dei protagonisti della scena politica campana. Il suo ping pong con Clemente Mastella, padre padrone dell’Udeur, ha ottenuto grande rilievo su tutti i media regionali. La polemica ha avuto punte molto aspre, ad esempio quando Mastella ha reso nota l’espulsione dal partito dell’ex ministro o quando Pomicino ha replicato convocando le sue truppe all’Excelsior per annunciare la decisione di rimanere

nell’Udeur e di dare vita all’associazione ‘Il Faro’, affidandone la presidenza al magistrato Oreste Ciampa.
I cronisti politici dei principali quotidiani hanno seguito passo passo le dichiarazioni del ribelle e le mosse del leader di Ceppaloni. Il 17 aprile


Paolo Cirino Pomicino e Clemente Mastella

Repubblica Napoli dedica alla “telenovela Pomicino” una spalla di fascia alta. Ottavio Lucarelli dà conto di tutte esternazioni dell’ex ministro, anche quando spara a pallettoni contro Bassolino, Mastella e il segretario campano dell’Udeur Antonio Fantini. Il giornalista, tra l'altro, annota che alcuni mesi fa “Bassolino intimidì parlamentari, consiglieri e anche il giornalista organizzatore del dibattito”. Il riferimento, esplicito, all’editore-direttore del Denaro Alfonso Ruffo merita una piccola digressione. La denuncia delle intimidazioni è particolarmente grave: o è una bufala dell'europarlamentare, e non si vede perché darle dignità di notizia, o è vera (o comunque verosimile) e meriterebbe un pronto intervento d’ufficio da parte dell’Ordine regionale dei giornalisti, di cui il cronista di Repubblica fa parte. Ma è evidente che Lucarelli tiene separati i due ruoli e quando fa il cronista dimentica il consigliere.
Chiusa la digressione, torniamo ai cronisti politici. Il 17 aprile Pomicino è presente anche sul Corriere del Mezzogiorno e sul Roma, che riserva ai suoi fuochi d’artificio un box in prima e l’intera seconda pagina. Il Mattino recupera il giorno dopo: nonostante le bordate dell’ex ministro contro l’editore Caltagirone e il direttore Orfeo, in cronaca viene pubblicata la notizia della


Antonio Bassolino, Ottavio Lucarelli e Alfonso Ruffo

nascita del ‘Faro’.
Per l’ex ministro del Bilancio, all’ossessiva ricerca dell’attenzione dei media, anche il 12 aprile è giorno di gloria. Ecco i titoli dei quotidiani. La Repubblica: Mastella a Pomicino “Via dall’Udeur”; Il Mattino: Mastella: “Pomicino? Lo

mando via io”; il Roma, in prima pagina: Mastella mette alla porta Pomicino; il Cormezz, ormai da anni la prima voce di Pomicino, affida il servizio alla sua firma di punta, Antonio Fiore, con una spalla in seconda pagina: Pomicino, l’ira di Mastella / “Se ne va? No, lo mando via io” / L’eurodeputato: “Resto”.
Anche l’agenzia Ansa raccoglie le esternazioni dell’eurodeputato, alle quali dedica tra l’undici e il 12 aprile tre lanci firmati da Armando Petretta e Franco Tortora e dal 4 al 18 aprile addirittura venti lanci.
Puntuali, come visto, i redattori della politica, meno attenti i cronisti di giudiziaria. L’undici aprile è fissata in corte d’appello l’udienza conclusiva del processo per la Ricostruzione. In aula, davanti al collegio della settima sezione penale (presidente Francesco Pisano, giudici a latere Giuseppina Marotta e Ornella Riccio) ci sono tutti: gli avvocati dei poco meno di cinquanta imputati e il sostituto procuratore generale; manca soltanto Pomicino, che, fa sapere il suo legale, Vittorio Lemmo, da sabato 9 aprile è ricoverato all’ospedale di Pavia per problemi cardiaci. Il presidente Pisano cerca di ottenere una visita fiscale interpellando i medici militari di Milano, ma tutti i tentativi vanno a vuoto. Dopo ore di attesa arriva soltanto la certificazione dell'ospedale di Pavia sul ricovero e sulle precarie condizioni di salute

dell'europarlamentare e il rinvio dell’udienza diventa inevitabile.
In primo grado, davanti ai giudici della undicesima sezione del tribunale di Napoli (presidente Enzo Albano, giudici a latere Carmine D’Alessandro e Paola Russo), è stata dichiarata per tutti gli


Enzo Albano, Alfonso D'Avino e Antonio Fantini

imputati la prescrizione perché i reati per i quali si procedeva riguardavano corruzioni improprie. Decisione contestata dal pubblico ministero Alfonso D’Avino, che ha proposto appello, perché convinto che si dovesse procedere per corruzioni proprie, reati con termini di prescrizione più lunghi.
Non è la prima volta che i problemi di salute di Pomicino hanno riflessi sulle sue vicende giudiziarie. Nel secondo processo per la Linea tranviaria rapida e per i lavori collegati ai mondiali di calcio del ’90 diverse udienze saltarono perché secondo i periti (il cardiologo Aldo Boccalatte e il medico legale Pietro Tarsitano) le condizioni di salute dell’ex ministro non gli consentivano di reggere lo stress da udienza. Dopo sei mesi, su richiesta del pubblico ministero Valter Brunetti, il presidente della quinta sezione penale del tribunale di Napoli Carlo Spagna, con giudici a latere Sergio Beltrami e Laura Tricomi, integrò lo staff dei periti con la nomina di uno psichiatra, Giuseppe Sciaudone. Ne venne fuori la certificazione che l’imputato poteva essere presente in aula. A Carlo Spagna, che nel processo per le tangenti per la Metropolitana lo aveva condannato, nel maggio '98, a due anni di reclusione per finanziamento illecito dei partiti, Pomicino, con lo pseudonimo di Geronimo, dedicò diciotto righe velenose del volume ‘Strettamente riservato’, edito nel maggio 2000 da Mondadori. Nel libro, stralciando dalle centinaia di pagine della sentenza una ventina di parole, si sollecitavano interventi nei confronti del giudice da parte dei presidenti delle Camere, del presidente del Consiglio, del ministro della Giustizia e del Consiglio superiore della magistratura.
I problemi cardiaci e la degenza pavese di Pomicino pare non interessino granché i quotidiani napoletani e i loro cronisti di giudiziaria. Eppure quando,


Vittorio Lemmo, Armando Petretta e Franco Tortora

nello scorso autunno, l’europarlamentare venne assolto a Foggia in un processo in cui rispondeva del reato di concussione, la notizia venne pubblicata con rilievo sia da Repubblica Napoli che dal Corriere del Mezzogiorno. Il 30 ottobre , senza fare cenno alla complessa

situazione giudiziaria dell’ex ministro, l’edizione partenopea di Repubblica, guidata da Giustino Fabrizio, mise in pagina anche un commento dell’interessato. Meglio, ovviamente, fece il quotidiano diretto da Marco Demarco, che riprese nel titolo la dichiarazione: “Quarantesima assoluzione per l’ex ministro Pomicino”. Allora, nelle sue Papere, Josef K. Byte commentò: “Ma che volete farci: ormai è sparito il confine tra accanimento giustizialista e semplice pretesa di verità”. E aggiungiamo: "Anche semplice pretesa di informazione".