Tg Campania, Perillo
esordisce con il Napoli

È DURATA CINQUE giorni la reggenza di Procolo Mirabella al vertice della redazione napoletana della Rai: dal 13 febbraio, quando Massimo Milone è diventato direttore di Rai Vaticano, al 18, quando Antonello Perillo ha preso possesso della poltrona di redattore capo centrale. La nomina del nuovo responsabile è stata ufficializzata il 15 febbraio dal comitato di redazione appena eletto (Fabrizio Cappella con 25 voti, Gianni Occhiello con 22 ed Enrico Deuringer con 16) ed è stata presa malissimo

da Mirabella, che dal 18 febbraio si è messo in ferie deciso a non collaborare con Perillo. Puteolano, sessanta anni, da trenta professionista, redattore capo e da cinque anni vicario a via Marconi, Mirabella era convinto di vincere la gara per la successione, anche per le


Silvio Luise e Federico Zurzolo (*)

assicurazioni ricevute da Milone, che pare si sia speso con i vertici romani, ma senza grandi risultati. In ogni caso il direttore della Tgr Alessandro Casarin ha comunicato al cdr che per Mirabella, che rimane “caporedattore vicario, l'azienda sta già valutando le possibilità di dare una evoluzione migliorativa alla sua figura professionale”. Espressione di non facile decifrazione dal momento che più su del vicario c’è soltanto il capo della redazione, incarico però appena assegnato. Casarin ha anche chiarito i motivi della scelta per il vertice partenopeo: abbiamo privilegiato “il criterio della professionalità e dei risultati ottenuti sul campo: in questi ultimi anni Buongiorno Italia, il contenitore di news di cui Perillo è stato responsabile, è stato l'unico notiziario a non aver subito flessioni negli ascolti”. Se ne deduce che è andato male il tg sul fronte ascolti (e non solo), eppure Milone è stato promosso; ma forse è inutile cercare logica e coerenza nelle decisioni dei dirigenti Rai.
E veniamo al nuovo redattore capo centrale, che nei primi giorni ha avuto al suo fianco il vice direttore della Tgr Federico Zurzolo. Cinquantadue anni a


Domenico Rea e Edy Reja

giugno, napoletano, dal 1988 professionista, maturità classica al liceo Umberto e quattordici esami a Giurisprudenza, Perillo comincia l’attività giornalistica collaborando all’agenzia Rotopress e al settimanale Napoli Oggi, poi va al Giornale di Napoli fondato e diretto

da Orazio Mazzoni e ottiene il praticantato. Il passaggio successivo è Canale 8, l’emittente controllata dagli allora boss della politica napoletana De Lorenzo, Di Donato e Pomicino; nel ’92 viene assunto in Rai in quota liberale, ereditando il posto liberato dal trasferimento a Roma di Enzo Celsi, e venti anni più tardi conquista i gradi di redattore capo. È consigliere dell’Ordine dei giornalisti della Campania, ma fa sapere che tra tre mesi non si ricandiderà alle elezioni e potrebbe dimettersi già al consiglio convocato per il 5 marzo. E, nonostante sia un sostenitore scatenato del Napoli e del presidente De Laurentiis, è deciso a mollare il suo blog, ‘Azzurrissimo’, che affiderà al figlio Luca e al nipote Marco Perillo.
In ogni caso con la partenza di Milone si è chiusa la fase buia di un profondo disinteresse verso le notizie (vedi la troupe inviata al convegno di Odontoiatria a Grottaminarda e non alla strage di Castelvolturno), che applicato al calcio portava a non distinguere Rea, lo scrittore, da Reja, l’allenatore, e a

ignorare il giorno dopo il risultato di partite seguite col fiato sospeso da mezza città.
Sin dall’esordio Perillo ha fatto capire che la musica è cambiata e ha aperto il suo primo telegiornale sulla rapina del Rolex al calciatore Marek Hamsik con due servizi,


Aurelio De Laurentiis e Marek Hamsik

che puntavano a chiarire l’eventuale regia della camorra dietro i ripetuti scippi e furti ai danni dei calciatori del Napoli; stessa apertura anche nel tg della sera con due servizi uno sugli sviluppi delle indagini e l’altro con un’intervista di approfondimento. Tra le novità dei primissimi giorni, in cui comunque è facile fare gli innovatori, non c’è solo il Napoli: la riunione della mattina è stata anticipata di un’ora, alle 9,30, e non si risolve in un dettato smilzo; c’è poi l’indicazione di evitare edizioni fotocopia, quindi i servizi mandati in onda alle 14 vanno cambiati e aggiornati per l’edizione della sera.
Perillo ha radici politiche nel centro destra, ma per valutare l’orientamento del suo tg bisognerà aspettare. Per ora non ci sono all’orizzonte padrini che rivendicano la nomina, ma si intravede piuttosto l’ombra di manovratori del sindacato. E nella tarda serata del 14 febbraio c’è stata una concatenazione temporale, stretta e singolare, tra l’ufficializzazione dell’esito del voto per il cdr e la telefonata di Casarin a Fabrizio Cappella per annunciare la nomina del redattore capo di Napoli.
In ogni caso per avere le idee più chiare basterà guardare i tg nelle settimane


Gianni Porcelli e Nando Spasiano

calde che seguiranno la tornata elettorale, senza contare che anche sul fronte interno verrà misurato su scadenze importanti: in rapida successione toccano i sessantacinque anni e vanno in pensione il vice redattore capo Gianni Porcelli (25 marzo), il

capo servizio Nicola Muccillo (18 maggio), il redattore capo ad personam Nando Spasiano (5 luglio). Al terzetto potrebbe aggiungersi il redattore capo Silvio Luise, se deciderà di accettare le proposte di incentivazione al pensionamento dell’azienda.
Infine un aggiornamento sul trasferimento a Roma di Milone; non si tratta di una notizia, ma di una interpretazione. Il cambio a Rai Vaticano non è stata una promozione di Milone, ma una rimozione di Marco Simeon. Secondo questa lettura, mentre infuriano senza esclusione di colpi gli scontri all’interno e fuori le sacre mura, il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi aveva la necessità di liberarsi in tempi brevi dell’ingombrante Simeon, molto legato all’ex direttore generale della Rai Lorenza Lei e pupillo del cardinale Segretario di stato Tarcisio Bertone (sia Carlo Tecce del Fatto che Paolo Conti del Corriere della sera nell’intervistare Simeon gli hanno chiesto se è figlio naturale di Bertone).
Alla ricerca di un sostituto, Gubitosi ha trovato Milone, dal 2002 al 2008 presidente dell’Ucsi, l’Unione della stampa cattolica. Il primo contatto tra i

due sarebbe avvenuto al ‘Sabato delle idee’, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Sdn di Marco Salvatore e dall’università Suor Orsola Benincasa. Il 26


Marco Simeon e Tarcisio Bertone (**)

gennaio al Suor Orsola si discute di  ‘Servizio pubblico radiotelevisivo come fabbrica della cultura e della comunicazione’ e, grazie anche ai momenti conviviali organizzati da Marco Salvatore, c’è il primo contatto tra Gubitosi e Milone, seguito a stretto giro da un secondo e conclusivo incontro napoletano. Secondo questa lettura, anche l’anticipazione di Italia Oggi dell’otto febbraio che dava Milone a Rai Vaticano dal primo marzo sarebbe stato un tentativo di far saltare l’operazione, ma era ormai tardi, la nomina era stata fatta.


(*) Da www.telegiornaliste.com
(**) Da www.fcea.it