Vi sembrerà un assurdo ma in una realtà come quella campana dove la cronaca non manca anzi abbonda per una serie di condizioni oggettive, talvolta la parte bassa del tg viene sacrificata ma talvolta viene sacrificato l’approfondimento intendendo per approfondimento le inchieste nelle quali la valorizzazione degli inviati è - e deve esserlo sempre di più - uno sbocco naturale. La cronaca quotidiana   si sofferma sull’avvenimento che spesso si consuma in un pezzo di immediata fruizione ed è ovvio che sia cosi ma se, ad esempio, la cronaca nel suo riproporsi anche drammaticamente evidenzia una sorta di problematicità diffusa è allora che occorre disegnare un percorso d’inchiesta. Ma può accadere anche il contrario e cioè che da un’inchiesta nostra possano scaturire elementi che siano alla base della notitiacriminis propria del giornalismo investigativo.Sarebbeinteressante anche inserire nell’ambito delle inchieste i Cold case, i casi irrisolti con riferimento particolare alle vicende che hanno scosso l’opinione pubblica e che non necessariamente devono far riferimento alla criminalità organizzata ma forse soprattutto a delitti di altro genere. Questo non toglie che anche nell’ordinario ci sia una maggiore attenzione a ciò che avviene negli uffici giudiziari riguardo ad esempio alle operazioni contro la criminalità e alle grandi inchieste. È necessario quel mix tra esperienze consolidate e competenze giovanili per costruire ancora di più quella rete informativa,la rete delle fonti che non sono solo quelle istituzionali ma anche le confidenziali e che hanno una importanza considerevole. È vero che i tempi dei cronisti di una volta sono finiti ma anche la tecnologia si basa sulle notizie e talvolta la rapidità dei siti va a scapito dei contenuti. Un grande maestro di giornalismo come Sergio Zavoli diceva meglio un attimo di pazienza in più nel verificare una notizia che impegnare tempo a rettificare e precisare. Alcune di queste cose possono sembrare scontate ma le ripeto prima a me stesso e poi agli altri. Ma è chiaro che le enunciazioni di principio devono trovare applicazione concreta ma devono anche scontrarsi con il lavoro quotidiano, con l’incalzare degli eventi ecco perché ci deve essere  un costante confronto tra i vertici redazionali e la redazione con il coinvolgimento di tutte le strutture produttive e con la segreteria organizzativa ma anche con il centro di produzione Tv con il quale esiste già un forte rapporto ma con il quale si può anche varare un protocollo di collaborazione più ampio sul piano dell’utilizzo del personale e degli strumenti come gli zainetti. Sul piano più generale e- penso che sia un’iniziativa che possa essere apprezzata anche dal nostro vice direttore Roberto Gueli che ha una specifica delega sul sociale -ho preso contatto con il presidente del consiglio regionale della Campania ed abbiamo avviato le procedure per la realizzazione nel corso del Tg delle 19.35 della traduzione in diretta nella lingua italiana dei segni dell’intera edizione del giornale e per la realizzazione prossimamente nella nuova edizione di Buongiorno Regione di una finestra LIS. L’iniziativa che non avrà alcun onere per la Rairappresenta una risposta alle legittime richieste dei non udentiinvocata dall’ente nazionale dei sordi e che per quanto riguardal‘informazione regionale non ha ancora trovato una risposta da parte dell’azienda. E proprio sul sociale il nostro impegno deve essere maggiore non finalizzato solo a documentare quello che accade nel no profit e nel terzo settore ma orientato ad entrare in modo più programmatoseguendo precisi itinerari nel mondo dell’associazionismo, delle tante comunità che svolgono la loro attività nel volontariato a tutela dei soggetti deboli, dei minori che s’impegnano per contrastare fenomeni sempre più preoccupanti come quelli della violenza di genere e la violenza in famiglia. Ma  il prodotto della Tgr della Campania deve essere maggiormente diversificato anche in ragione delle potenzialità e delle competenze della sua redazione e deve guardare ,in specialmodo, dopo i tempi più cupi della pandemia (l’attenzione ovviamente non deve assolutamente scemare ed anzi vanno seguiti gli effetti del long covid dal punto di vista psicologico e medico) a quello che  comunemente viene indicato come il ritorno alla normalità e che, nella sostanza, dovrebbe configurarsi come il periodo della ripresa del turismo, del ritorno alla concretizzazione delle potenzialità inespresse, alla identificazione dei processi di crescita legati all’innovazione tecnologica, al ruolo dei centri di eccellenza, al futuro dei giovani, alle loro speranze senza ovviamente dimenticare le contraddizioni  che ci sono legate alle povertà, alle nuove povertà, alla criminalità ancora fortemente radicata, alla disoccupazione, all’abbandono scolastico.