Ritengo poi che una regione come la Campania non possa essere privata di un  cartellone degli avvenimenti più importanti di carattere musicale, teatrale, letterario e più in generale  culturale, una sorta di agenda settimanale che ovviamente deve privilegiare, data l’esiguità del tempo, solo gli avvenimenti davvero più importanti da segnalare all’utenza. In particolare d’estate ma non solo perché la forza culturale della Campania è tale da non poter essere confinata nel pur importante periodo estivo. Quest’anno poi le iniziative legate a Procida capitale italiana della cultura  che abbiamo celebrato con uno speciale (ipotizzato a novembre ma riproposto a noi  solo pochi giorni prima dell’inaugurazione, realizzato in tempi rapidissimi e con un risultato di grande livello con l’impegno e l’entusiasmo dell’intera redazione) ci inducono ad aprire per tutto l’anno  finestre  sulla capitale italiana della cultura che per la prima volta è un’isola e che propone manifestazioni e un percorso diverso dalle altre capitali della cultura basato sullo sviluppo turistico sostenibile e sulla cultura partendo dalla indimenticabile Isola di Arturo di Elsa Morante. E proprio l’Isola di Arturo ed Elsa Morante hanno risvegliato in me una idea che ho ritenuto sempre attuale, quella del viaggio turistico inseguendo i posti della Campania Felix segnati  da quella che può diventare un viaggio nella toponomastica letteraria, le effigi, targhe che ricordano il soggiorno, le opere di letterati, scrittori, musicisti. Un turismo molto diffuso all’estero e che va oltre quello tradizionale e che in Italia continua ad essere considerato secondario. E questo vale anche per i luoghi del set cinematografico. Ci sono tanti film girati in Campania ma talvolta mi sembra che  le icone cinematografiche siano solo quelle conclamate quando semmai ci sono pellicole d’essai che continuano a restare nel dimenticatoio. Sarebbe interessante realizzare anche per buongiorno regione una rubrica dal titolo “Ciak  si è girato” scoprendo le chicche di un mondo anche qui sommerso. Questo vale anche per altri settori della cultura  a cominciare da un viaggio programmato nelle tradizioni più antiche anche quelle meno conosciute, nell’arte anche e soprattutto quella cosiddetta minore  che è fatta di tesori nascosti, disseminati nelle chiesette  periferiche dei borghi, nei musei diocesani, in tutte quelle strutture lontane dai circuiti turistico-religiosi conclamati. Come pure soprattutto in buongiorno regione può trovare spazio un viaggio   nelle realtà dei musei partendo da un oggetto, un manufatto, una statuina   recuperando da un microcosmo il macrocosmo della realtà “museale”. Non un semplice espediente ma una chiave di lettura diversa e meno rituale per entrare a pieno titolo nella storia, nell’arte, partendo da un simbolo. Altra idea che può trovare posto nella programmazione di buongiorno regione è l’incontro con il personaggio che non necessariamente deve essere un personaggio vivente, ma anche un  incontro virtuale con un personaggio campano del passato che ha dato lustro alla regione e non solo. Un appuntamento settimanale da programmare in bgr ma non è escluso che possa trovare una collocazione anche nella seconda edizione del tg. E questo tuffo nel passato mi fa venire in mente un’altra idea che ha trovato anche una forte condivisione nella testata e che- se è già stata fatta nel passato - va ripristinata quella dello spazio “Rewind “nel quale ogni settimana, perché è impossibile farlo tutti i giorni, si può  recuperare un pezzo su un evento, una storia, o un’intervista andati in onda anni prima  nello stesso giorno o nella stessa settimana del mese in cui verranno riproposti. Anche in questo caso si tratta di trovare pezzi che abbiano particolari caratteristiche, che facciano riferimento a eventi,  momenti che siano ben chiari nell’immaginario collettivo. Dopo la pandemia sarebbe auspicabile ripartire con il tg itinerante secondo un modulo agile e fruibile in una logica di rappresentazione delle realtà comunali tenendo presente anche un equilibrio territoriale. Occorre poi ancor di più valorizzare quello che si configura come il vero e originale patrimonio della Rai, quelle teche che  altri non hanno, e nelle quali, non è azzardato dire, è conservata la storia del nostro paese.