Attingere a quel patrimonio per rinverdire la memoria  e farla conoscere con le immagini anche alle nuove generazioni significa contribuire su base territoriale ma anche nazionale, considerata la valenza della regione, ad un processo di riappropriazione dell’identità in chiave di documentazione divulgativa che non è rappresentazione pedagogica. E questo vale anche per le immagini, le interviste ai personaggi, gli spettacoli, le tante produzioni realizzate dal centro di produzione tv di Napoli che proprio Il CPTV (ho acquisito la disponibilità del Direttore Parlati) potrebbe mettere a nostra disposizione consentendoci di realizzare una sorta di piccola rubrica da inserire, ad esempio in buongiorno regione, in occasione del sessantesimo anniversario della nascita del centro stesso. Il nostro  sguardo deve essere rivolto, come dicevo, ai problemi dei cittadini, non solo quelli che già sono oggetto quotidianamente della  rubrica dal vostro inviato ma anche quelli  che riguardano dimensioni più ampie che fanno riferimento alla “storicizzazione” dei ritardi e delle disfunzioni penso ad esempio alle incompiute, ai tanti monumenti che richiamano immediatamente il pensiero agli sprechi di denaro pubblico e che possono essere al centro di inchieste più complesse nelle quali alla denuncia va collegata la risposta  delle pubbliche amministrazioni semmai ancorandola a indicazioni temporali sul completamento delle opere in modo poi da verificare se le promesse vengono mantenute. È chiaro che esiste e non va sottovalutata l’altra faccia della medaglia quella della valorizzazione delle realtà produttive che funzionano non in un’ottica di sporadicità ma seguendo anche in questo caso  un percorso di viaggio  che possa estendersi alle start up  che realmente hanno superato la fase di avviamento e che si sono consolidate diventando punti di riferimento e modelli sul piano dell’approccio produttivo ed occupazionale. Spesso a priori la politica viene demonizzata essa rappresenta una pagina non di secondo piano  dell’informazione regionale e in tale contesto va vista nella logica del pluralismo politico e  della rappresentazione delle diverse voci  sia nella dimensione del dibattito politico tout court sia in quelle del dibattito istituzionale ma ovviamente deve essere legata indiscutibilmente alla notizia e soprattutto per l’informazione sull’attività delle istituzioni locali  alla sua valenza intrinseca rapportata all’interesse informativo degli utenti, e alle ripercussioni  che tali notizie possono avere sulla vita delle comunità. Lo stesso vale per l’informazione economica   connessa ai processi di sviluppo territoriale e di ripresa produttiva  ma anche all’esame congiunturale e alla valutazione di  indici che possano attestare a seconda dei casi (con la speranza che prevalgano le prime) o evoluzioni positive o involuzioni  partendo dal tasso di disoccupazione o dai dati del Pil  lo stato  della qualità della vita in regione. In questa logica il contributo che Istat e svimez possono darci è decisamente rilevante. Nel tg della Campania come è noto e come è giusto che sia lo sport ed in particolare il calcio hanno un peso considerevole legato alle squadre che sono nella storia e nell’attualità dello sport campano e nazionale a cominciare ovviamente dal Napoli ma anche dalle altre realtà come la Salernitana, il Benevento e le compagini delle altre serie ma occorre che ci sia uno sforzo complessivo già evidente nel basket per un ulteriore allargamento dello spazio ad altri sport e anche a quello dilettantistico come elemento sociale e aggregativo di crescita dei ragazzi e nello spirito sacrosanto del ”mens sana in corpore sano”. Ma anche per lo sport - e quanto fatto in questi giorni per il giro d’Italia lo dimostra ampiamente - non va dimenticato, al di là della imprescindibile caratterizzazione agonistica degli avvenimenti, il valore aggiunto della riscoperta dei grandi personaggi dello sport le cui imprese ancora oggi restano nella memoria di chi le ha seguite e che devono essere conosciute dalle nuove generazioni. Tutti spunti che vanno approfonditi, ampliati alla luce anche di nuove proposte in un contesto più generale della diversificazione del prodotto che spazia dall’ appuntamento consolidato del mattino la cui connotazione di contenitore informativo non può prescindere dalle dirette fino ai telegiornali, quello più generalista delle 14 e quello delle 19 e 35 nel quale vanno inseriti come sostenuto mirati progetti di fidelizzazione dell’utenza. Ma ovviamente non può essere dimenticata la radio che ha una valenza non di poco conto nell’ambito di un progetto affidabile  basato sulla valorizzazione dell’informazione di prossimità. La radio non solo non è morta, non solo è fieramente sopravvissuta agli anatemi di coloro che ne avevano decretato la fine anticipata ma è più che mai viva e lo sarà sempre di più in un circuito virtuoso nel quale attraverso questo mezzo si realizza quella informazione di servizio di cui hanno bisogno i cittadini.