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Riparte in Campania l'Unità
in accoppiata con L'Articolo |
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MERCOLEDÌ 12 MAGGIO, data storica
dell'Italia laica, con il trentennale del referendum sul divorzio,
esordisce nelle edicole della Campania L'Articolo. Il nuovo giornale
viene distribuito al prezzo di un euro insieme all'Unità, il
"quotidiano dei gruppi parlamentari dei Ds", guidato dal
direttore Furio Colombo e dal condirettore Antonio Padellaro.
La gestazione è stata particolarmente travagliata e lunga:
diciotto mesi; l'uscita più volte rinviata: si era parlato
del 22 aprile e del 5 maggio. Ora finalmente i problemi di assetto
societario e redazionale sono risolti e il quotidiano parte. |
Cinque numeri
settimanali, dal martedì al sabato, otto pagine formato
lenzuolo con un progetto curato dalla grafica romana Cinzia
Caviglia. La redazione, sei stanze nello stesso edificio
(è cambiata la scala) che fino all'autunno del 1984 ha
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Furio Colombo e Antonio Padellaro |
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ospitato i cronisti della pagina campana
dell'Unità, è in via dell'Incoronata, a pochi passi
dal municipio e dalla questura.
La domenica va in edicola il sesto numero, si chiama L'Articolo della
domenica e sarà un settimanale che parte con sedici pagine
formato tabloid, per poi salire a ventiquattro.
A completare il quadro c'è il sito, www.larticolo.it,
ancora in allestimento. "Rispetto al quotidiano - chiarisce il
vice direttore Stefano Porro - non sarà una presenza
minore. Puntiamo anzi a essere il primo sito con un giornale".
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LA REDAZIONE |
La direzione è stata affidata a un
chimico di quarantanove anni, nato a Barano, nell'isola d'Ischia,
pubblicista, Pietro Greco, ricercatore del Cnr che si occupa
di materiali polimerici fino al 1987 quando nel giro di tre mesi viene
assunto come redattore scientifico all'Unità diretta da Gerardo
Chiaromonte, con vice Renzo Foa. Insieme a Franco Prattico,
Greco ha |

Uno dei numeri zero
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dato vita a un master biennale in Comunicazione della scienza
presso la Scuola internazionale superiore di studi avanzati
di Trieste, una delle tre scuole di eccellenza italiane che
ha il riconoscimento del ministero dell'Università. Il
presidente del master è Prattico, il direttore interno
Stefano Fantoni, mentre Greco è il direttore esterno.
Con il direttore partono per l'avventura del quotidiano undici
giornalisti. Il vice direttore dell'Articolo è un milanese
di trent'anni con laurea in Lettere alla Cattolica, Stefano
Porro, per quattro anni a Clarence, il portale di politica e
satira, nel quale è entrato da redattore ed è
uscito da direttore editoriale. Ha poi |
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collaborato con L'Espresso
e, per le nuove tecnologie, con la Stampa. Cinque mesi fa ha firmato
con Walter Molino il libro Disinformation technology, dedicato
alle bufale che pascolano su internet.
Il numero tre del quotidiano è Ilaria Perrelli, che
ha la qualifica di redattore capo. Stabiese, trentanove anni, da nove
professionista Ilaria Perrelli, figlia dell'ex senatrice e sindaco
di Castellammare Ersilia Salvato, arriva da Liberazione, il
quotidiano di Rifondazione comunista.
Completano il desk due capi servizio, Massimiliano Amato e
Carmine Bonanni. Il primo, salernitano di Bracigliano, trentanove
anni, da dieci professionista con praticantato al Giornale di Napoli,
ha lavorato ai primi quotidiani di Salerno, Il Mezzogiorno nel '94
e la Città, del gruppo L'Espresso, nel '96; poi va al Giornale
del Sud, con Francobaldo Chiocci, ancora alla Città
e al Salernitano, diretto da Gigi Casciello, come capo cronista.
Napoletano, quarantadue anni, professionista dal '90 con praticantato
d'ufficio con Paese sera, Bonanni ha iniziato a scrivere nei primi
anni ottanta collaborando alle pagine napoletane dell'Unità,
di cui era responsabile Antonio Polito. È stato corrispondente
del Mattino da Arzano, dove vive, |
collaboratore
di Repubblica Napoli e dell'Ansa; dal 1982 lavora alla Cgil
campana e dal '92 è il capo dell'ufficio stampa.
I cronisti sono sette: Pierluigi Boda, responsabile del
sito e della segreteria di redazione; Giuliana |

Michele Mezza e Gianfranco Nappi |
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Caso (politica); Giulio
Gargia (cultura e spettacoli); Fabio Ianniciello (area
nolana e vesuviana), Gualfardo Montanari (ricerche su internet
e settimanale della domenica), Antonio Montanaro (università);
Daria Simeone (cultura).
E viene annunciato un parco firme già ricco; tra gli altri,
dovrebbero scrivere per L'Articolo Bruno Arpaia, Aldo Bonomi,
Carlo Borgomeo, Derrik De Kerkove, Carmine Donzelli,
Carlo Freccero, Mario Raffa e Sergio Scalpelli.
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IL TARGET |
L'Espresso ha bollato il nuovo
quotidiano come house organ di Bassolino. Ma nella redazione
di via dell'Incoronata l'etichetta brucia. "Certo nasciamo in
un'area politica precisa e chiara; - commenta secco il direttore -
io ero e rimango collaboratore dell'Unità, ma abbiamo l'ambizione
di fare qualcosa di più di un foglio di partito o, peggio,
di corrente. Saremo un giornale di |

Massimiliano Amato, Carmine Bonanni
e Cinzia Caviglia
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appoggio critico al centro sinistra". 'L'ambizione' di
un giornale diverso emerge chiara sin dal timone.
L'Articolo ha una prima pagina a vetrina, con un'idea e una
notizia in posizione di rilievo: la notizia è l'apertura
del quotidiano; il fondo, |
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piazzato a centro pagina, con
giro in ultima, affronta la questione del giorno. In seconda ('la
politica') c'è la cronaca politica intesa come retroterra di
governo e di apparati (quindi Regione, Provincia, ma anche Sviluppo
Italia, Città della scienza); il tentativo è illuminare
gli incubatori delle decisioni, delineando così una geografia
dei ceti di comando. Nella terza ('le decisioni') c'è la 'decisione
del giorno' adottata da un'amministrazione pubblica o da privati valutata
alla luce delle conseguenze o in termini di aspettative. A piede pagina
c'è uno spazio fisso sullo stato delle decisioni che deve adottare
la Regione, con accanto un 'quo vadis', una sorta di agenda ragionata
sulle principali variabili. Le pagine quattro e cinque ('l'università
& la ricerca' e 'il candelaio') sono dedicate ai saperi, al vasto
mondo delle sette università della Campania, affollate da 150mila
studenti, alle decisioni degli apparati universitari comparate con
le scelte di altre regioni, affini e dinamiche, dell'Europa o del
resto del mondo. La sesta ('l'economia') è riservata ai fatti
economici del giorno. La settima pagina ('i territori'), serve per
raccontare tutto ciò che si muove o non si muove in Campania,
mentre in ottava ci sono i giri degli articoli di prima e la pubblicità.
"Per ragioni culturali e economiche - spiega Pietro Greco - faremo
un quotidiano lontano dalla cronaca minuta; non abbiamo i mezzi per
competere con corazzate come Mattino, Repubblica e Corriere del Mezzogiorno,
ma forse è meglio così. Cerchiamo infatti un pubblico
diverso che apprezzi una contestualizzazione delle notizie. Vogliamo
affrontare l'attualità - spiega Pietro Greco - fornendo degli
strumenti, cioè una rete di dati e di conoscenze tecniche che
tengano conto della complessità dei fenomeni, per consentire
ai |
lettori di
inquadrare i fatti della Campania e le scelte di Napoli in una
dimensione europea, comparandoli con ciò che succede
all'estero".
Ancora più marcata la sottolineatura di un giornale diverso
nelle parole di altri due protagonisti dell'Articolo. |

Pierluigi Boda, Ilaria Perrelli e Stefano
Porro |
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"Speriamo di intercettare
nuovi lettori, - si augura il vice direttore Porro - siamo un secondo
giornale che va a colmare un vuoto, quello di un quotidiano di riflessione
concentrato sulla news analysis".
Ancora più radicale la posizione di Mezza. "L'Articolo
- fa notare - è un giornale senza agenzie, che vive con le
notizie di internet. Una sorta di newsletter indirizzata a chi deve
prendere decisioni e a chi deve valutare queste decisioni. Stiamo
parlando di una platea formata soltanto da qualche decina di migliaia
di persone. Un terzo giornale da affiancare al quotidiano locale e
al nazionale". |
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LA COOPERATIVA |
Uno dei padri dell'Articolo
è probabilmente il direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco
Demarco.
Tranquillo, per motivi diversi, sul fronte Mattino e Repubblica, Antonio
Bassolino, nel secondo mandato da sindaco e poi da presidente della
giunta regionale, si è ritrovato spesso nel mirino del Corrierino
e del Roma. Ma gli attacchi rozzi e frontali del quotidiano di Alleanza
nazionale si sono tutto |

Giuliana Caso, Giulio Gargia e Gualfardo
Montanari
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sommato risolti in punture di spillo. Diverso il lavoro avviato
da Demarco, d'intesa con l'editore Giorgio Fiore. Pur
nel frullìo stordente di opinioni, con quattro cinque
firme al giorno ad affollare la prima pagina, nell'iperattivismo
per sdoganare i protagonisti |
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della tangentopoli vesuviana
e campana, nel lancio di dibattiti spesso evanescenti o grotteschi
(uno per tutti: il confronto serrato sul sesso orale lanciato dalle
ardite dichiarazioni del sindaco di Caserta Luigi Falco), Demarco
ha messo a frutto gli oltre vent'anni trascorsi all'Unità,
tra Napoli e Roma e la conoscenza di uomini e meccanismi della sede
ex Pci di via dei Fiorentini. Ha così centrato con una certa
frequenza questioni e persone che hanno creato problemi reali a Bassolino
che si è trovato nell'impossibilità concreta di replicare.
Da qui l'idea di un giornale in grado di contrastare il tallonamento
scientifico del Corrierino.
L'incarico di mettere in piedi il nuovo quotidiano è stato
affidato nell'autunno del 2002 a Gianfranco Nappi, deputato
e segretario campano dei Ds. La scelta di Nappi, nativo di San Paolo
Belsito, ha portato a un radicamento nolano dell'iniziativa, con il
coinvolgimento immediato di due conterranei di Giordano Bruno:
Michele Mezza e Vittorio Avella.
Il primo, cinquantadue anni a maggio, è giornalista professionista
dal '78 con praticantato al Mondo e al manifesto, per poche settimane
presente nell'organico del Diario di Napoli diretto da Massimo
Caprara fino al febbraio del 1980 quando agguanta un posto di
redattore Rai, sede regionale della Val d'Aosta.
Nell'azienda di viale Mazzini Mezza è via via cresciuto fino
a diventare vice direttore della Strategie tecnologiche, prima di
entrare nel folto gruppo dei dirigenti in surplace per le oscillazioni
della politica.
Con Vittorio Avella, sessantadue anni, artigiano dell'incisione e
dell'editoria |
d'arte, per
lunghi anni responsabile pci dell'area nolana e testimone centrale
del processo contro il boss della camorra, poi collaboratore
di giustizia, Carmine Alfieri, Nappi ha lavorato al varo
della cooperativa 'Libertà è informazione' che
ha visto |

Marco Demarco e Antonio Bassolino |
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la luce il 15 settembre 2003
nello studio del notaio Francesco Dente.
Nella squadra di partenza della cooperativa c'erano, con Vittorio
Avella, Carmine Bonanni, Giuliana Caso, Anna Ceprano, Carmine
Esposito, Michele Gambino, Fabio Ianniciello, Antonio
Mango e Paolo Passariello.
Per la presidenza di 'Libertà è informazione' Avella
e Nappi decidono di richiamare dall'Emilia, dove si è trasferito
dal 1989 per trascorrere anni sereni come responsabile comunicazione
di una grande azienda cooperativa, Pierluigi Cossu.
Natali ovviamente nolani, sessantaquattro anni, socialista fino alla
metà degli anni sessanta, quando lascia il Psi che si fonde
con il Psdi, poi iscritto al Pci, dal '70 Cossu è funzionario
di via dei Fiorentini e fino al '78 è responsabile di Stampa
e propaganda (nel '76 organizza alla Mostra d'Oltremare il festival
nazionale dell'Unità). Nel '79 è direttore regionale
dell'Arci, quindi imprenditore artigiano con la società il
Laboratorio, in tandem con Vittorio Avella. Ora Cossu è amministratore
del giornale e presidente della cooperativa, che il 15 marzo ha registrato
la testata con direttore responsabile Pietro Greco.
Nell'accordo triennale con l'Unità, alla 'Libertà è
informazione', che è proprietaria della testata, spetta la
fattura del giornale; in cambio il quotidiano ds garantirà
la stampa e la distribuzione e girerà alla cooperativa un quarto
di euro per ogni copia venduta. Per ora i risultati in edicola sono
molto modesti: |

Bruno Arpaia, Vittorio Avella e Giorgio
Fiore
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nel 2003 il dato medio è stato di 1850 copie al giorno.
L'obiettivo è di arrivare a cinquemila, puntando a conquistare
nel primo anno almeno altre mille copie.
"La gestione del quotidiano - dichiara Pierluigi Cossu
- costa 500mila euro l'anno. |
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Verranno coperte da varie voci. La prima sono le vendite e gli
abbonamenti, grazie anche al sostegno di organizzazioni storiche
della sinistra; penso, ad esempio, a Arci, Cna, Confesercenti. La
seconda è costituita dalla pubblicità. La terza verrà
dall'allargamento della cooperativa a soci di capitale, anche privati".
Poi, forse memore di vicende giudiziarie di qualche anno fa che
hanno toccato imprese editoriali della sinistra, dice: "Posso
comunque garantire che non ci saranno fondi neri".
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