L'Articolo cambia
editore e direttore
PRIMA ANCORA CHE il 12 maggio esordisse in edicola si era capito che qualcosa non funzionava nella cabina di comando dell'Articolo, il panino campano dell'Unità. Erano bastati due lanci dell'Ansa il 10 maggio, il giorno della presentazione alla stampa del giornale e della redazione.
Nel primo lancio delle 16,26 il vice direttore Stefano Porro dichiarava: "Il modello è il 'Riformista'. Il nostro potrebbe essere un Riformista in chiave regionale collocato nell'area del centro sinistra, senza cronaca e ricco di commenti e analisi". E poi faceva sapere che "il giornale uscirà in 'panino' con
l'Unità per i prossimi sei mesi, poi potrebbe essere autonomo".
Trascorrevano cinque ore e due minuti (forse perché l'Ansa viene letta prima a Roma, alla redazione dell'Unità, e poi a Napoli) e arrivava una correzione di rotta di 180 gradi.
Questo l'attacco

Pierluigi Cossu e Pietro Greco
dell'Ansa. "'Il quotidiano L'Articolo ha un contratto di tre anni con l'Unità che intendiamo rispettare fino all'ultima virgola. Quindi usciremo assieme all'Unità fino al termine del contratto'. È quanto sottolinea il direttore del nuovo quotidiano campano Pietro Greco, da mercoledì 12 maggio in edicola, in relazione alla durata dell'intesa tra le due testate".
Nella nota d'agenzia c'è anche spazio per una autorettifica del vice direttore. "Il modello a cui ci ispiriamo - ha spiegato dal canto suo Stefano Porro, vice direttore della testata - non è il Riformista, anche se abbiamo una grafica molto simile".
Dalle dichiarazioni emergevano idee molto diverse sul giornale, sulla linea editoriale, sul futuro, divergenze che erano lo specchio delle varie anime in competizione all'interno del giornale. La coabitazione non poteva durare e non è durata.
Da luglio è fuori dal quotidiano il tandem che ha battezzato L'Articolo, il direttore responsabile Pietro Greco e Pierluigi Cossu, il presidente della cooperativa 'Libertà è Informazione', che cura la fattura del giornale, oltre a essere proprietaria della testata. Luglio è il mese dell'uscita formale del tandem, in realtà da fine maggio le decisioni erano prese, ma ragioni di

Furio Colombo, Antonio Padellaro e Ermanno Rea
opportunità, con la campagna elettorale in corso, hanno suggerito il rinvio dei cambi.
Impegni professionali (a Trieste e in altre città, una trasmissione per la Rai) per Greco, che avendo il taglio del giornalista scientifico si sarebbe trovato a disagio con il
passo svelto del quotidiano; motivi personali per Cossu: queste le motivazioni per i cambi fornite dalla redazione di via dell'Incoronata.
Dal 14 luglio firma L'Articolo come direttore responsabile Porro, natali milanesi, trent'anni, considerato dai colleghi un mago di internet, che si trova a dirigere un giornale politico in una città che non conosce. Numero due diventa il redattore capo Ilaria Perrelli, assistita da due capi servizio: Massimiliano Amato e Carmine Bonanni.
Dal primo luglio il presidente della cooperativa 'Libertà è Informazione' è Nicola Di Tullio, teatino di Atessa, 37 anni da compiere a fine agosto, una laurea in Ingegneria alla Sapienza, attivo in società di informatica
medio-piccole e grandi (Microsoft, Siemens, Fujutsu Siemens computer), ora socio e partner della Stt, una spa con sede a Napoli, al centro direzionale, con un capitale sociale di 100mila euro, guidata dall'amministratore Michele Di Stasio.
Che cosa cambia con i nuovi vertici? "Assolutamente niente, - minimizza Porro - anzi non vedo dove è la notizia". Poi aggiunge qualche informazione su piccole novità: "A settembre cambierà il formato del numero della domenica, che diventerà mini tabloid, con rubriche più leggere e grande spazio riservato
alla cultura e agli spettacoli. A fine settembre distribuiremo con l'Unità, su tutto il territorio nazionale, il libro di Ermanno Rea 'La dismissione', mentre a ottobre aumenteremo di due pagine la foliazione".
Le operazioni editoriali sono però subordinate a

Marialina Marcucci e Giorgio Poidomani
un riassetto societario che garantisca l'afflusso di nuovi capitali. È perciò delicata e complessa l'operazione alla quale sta lavorando Di Tullio, anche perché incontra le resistenze di chi ha inventato il giocattolo o di chi pensava e pensa di poterlo gestire da protagonista. L'obiettivo è costruire entro la prima settimana di settembre una srl in grado di acquisire la proprietà della testata e lasciare alla cooperativa la realizzazione del giornale. Come? Separando i soci cooperatori, in tutto una quindicina, dai soci sovventori. Nella nuova società dovrebbero confluire, con eventuali soci privati, i 'sovventori' già presenti nella cooperativa: società che fanno capo alle strutture regionali della Lega delle cooperative, dell'Arci, della Confesercenti, della Cia, della Cna e alcune aziende private, tra cui la Stt, che con 120mila euro ha la maggioranza relativa del capitale sottoscritto (491mila euro) dalla cooperativa 'Libertà è Informazione'.
Ma chi investe dei soldi vuole decidere quale giornale va fatto e con chi. E il primo punto fermo della nascente società sembra essere un rapporto blindato con l'Unità, non soltanto con la direzione del quotidiano (Furio Colombo e il condirettore Antonio Padellaro), ma anche con il vertice dell'azienda editrice

Massimiliano Amato e Carmine Bonanni
(il presidente della Nie Marialina Marcucci e l'amministratore delegato Giorgio Poidomani).
L'altro caposaldo è un radicale ripensamento del giornale. I dati dei primi due mesi di vita non sono entusiasmanti, se si screma l'inevitabile effervescenza generata dalla campagna
elettorale. "Al giornale - è il ragionamento che si raccoglie nelle stanze di via dell'Incoronata - sono mancati i numeri zero. È nato con troppa fretta e, forse, con troppa presunzione. Nell'arco di sei mesi puntavamo a passare dalle 1800 copie (media giornaliera 2003) vendute dall'Unità in Campania a tremila copie; dopo oltre due mesi l'incremento è minimo. Non stiamo catturando lettori e non siamo, per ora, diventati uno strumento di discussione politica, come pure ci aspettavamo. L'unica nota positiva viene dagli abbonamenti: in Campania siamo saliti da un livello irrisorio a trecento. Dobbiamo arrivare a cinquecento entro settembre. Ma se un prodotto non funziona va ripensato, cominciando a cambiare il vertice e la linea editoriale. Un'operazione che andrà affiancata da un'adeguata campagna di promozione, perché abbiamo avuto una partenza clandestina, e da un profondo restyling del giornale".