In altalena la Discussione:
si chiude, anzi non si chiude

PER L'UNIONE DEI democratici cristiani la bocciatura di Buttiglione come commissario europeo non ha avuto soltanto risvolti negativi. Follini rischia di diventare vice primo ministro e i giornalisti che lavorano alla Discussione, il quotidiano di partito, hanno tirato un sospiro di sollievo.
Ai primi di ottobre il direttore responsabile, Alfredo Romano, aveva

comunicato ai redattori la chiusura tecnica del giornale a partire dal primo novembre e una possibile ripresa a gennaio. Con l’esplosione, in sede comunitaria, della polemica sulle dichiarazioni del commissario incaricato per la Giustizia c’è stato il congelamento della pausa tecnica; con il ritorno di Buttiglione a incarichi nazionali di governo la chiusura è stata


Rocco Buttiglione e Marco Follini

messa da parte. Il quotidiano infatti rientra nelle aree del partito controllate direttamente dal ministro-filosofo, che ne ha affidato la direzione politica al suo braccio destro, Giampiero Catone, mentre l’amministratore unico dell’Editrice Europa Oggi, la srl che edita il quotidiano, è Luca Saraceni e il direttore amministrativo Massimo Catone, fratello di Giampiero, candidato, senza successo, alle europee dello scorso giugno.
In redazione, con il direttore, l’avellinese Alfredo Romano, e una decina tra amministrativi e poligrafici, lavorano quattro redattori (la pescarese Valentina Faricelli, il casertano Enzo Palmesano, la napoletana Giulia Salvatori e il salernitano Giuseppe Spezzaferro) e due praticanti, la salernitana Francesca Pica e il casertano Ivan Mazzoletti, mentre da pochi giorni hanno lasciato la sede di piazza del Gesù il redattore capo Franco Insardà, irpino di Montoro, e il napoletano Emilio Gioventù, passati alla cabina di regia del Quotidiano sociale, giornale realizzato da una cooperativa di cui fanno parte redattori invalidi.
Perché la retromarcia sulla chiusura tecnica? La risposta è del direttore amministrativo. “In questi anni il giornale è cresciuto, - afferma Massimo Catone – oggi tiriamo 18mila copie con una piena copertura nazionale e una


Emilio Gioventù e Enzo Palmesano

foliazione di quaranta pagine che diventano otto nei giorni postfestivi. Avevamo perciò pensato a una pausa tecnica per operare con calma in tre direzioni: aggiornare e migliorare il sito internet; operare un radicale restyling non solo grafico del quotidiano; ristrutturare e riorganizzare la redazione anche per colmare i vuoti che si sono

appena creati. La bufera europea ha fatto saltare la sospensione. Si tratta però di un rinvio. A quando? Potrebbe essere a natale, ma la data verrà decisa dal direttore politico, dal direttore responsabile e dall’amministratore unico”.
La conferma del periodo scelto arriva dal direttore responsabile. “Sarà più lunga la consueta pausa di natale; - spiega Alfredo Romano – mancheremo dalle edicole da metà dicembre fino all’epifania, anche per completare la regionalizzazione del giornale con la copertura di realtà importanti come la Sardegna e l’Umbria”.