Retenews24, il giudice
condanna il Garantista
SARÀ PURE Garantista il direttore Piero Sansonetti, ma quando viene citato in giudizio non si presenta in aula e non si presentano neanche il suo editore, Andrea Cuzzocrea, numero uno di Confindustria Reggio Calabria e presidente di Prima Iniziative, la società che edita Cronache del Garantista, e Franco Insardà, il presidente della cooperativa Giornalisti Indipendenti che confeziona il giornale nazionale.
I dirigenti del quotidiano, sbarcato in edicola il 18 giugno e distribuito in Campania in tandem con Retenews24 diretto da Gianfrancesco Raiano, il 4 luglio hanno deciso in maniera unilaterale di interrompere la stampa delle

sedici pagine realizzate a Napoli. Inevitabile da parte dei fratelli Bruno e Massimiliano Pinci, editori di Retenews24, il ricorso d’urgenza, ex articolo 700, alla magistratura per chiedere l’immediata ripresa delle pubblicazioni.
Il 4 agosto, davanti al

Andrea Cuzzocrea e Rosa Di Caprio

giudice civile del tribunale di Napoli Giovanna Ascione, non si è presentato nessun rappresentante del Garantista, né della cooperativa Giornalisti Indipendenti, mentre erano presenti l’avvocato di Retenews24 Rosa Di Caprio e il direttore Raiano. Tre giorni dopo è stata depositata l’ordinanza che impone agli editori del Garantista e alla cooperativa di “provvedere alla stampa e alla diffusione, secondo gli accordi contrattuali, dell’inserto di cui all’articolo 1 del contratto 16 giugno 2014”. Ha inoltre condannato il Garantista e la cooperativa Giornalisti Indipendenti, “in solido tra loro, al pagamento delle spese del presente procedimento”, liquidati in 1500 euro.
Da Retenews24 il primo settembre è partita una pec, cioè una mail certificata, per notificare alla sede legale del Garantista l’ordinanza del magistrato. E il giorno successivo sono state inviate alla redazione romana le sedici pagine del quotidiano campano perché venisse stampato, come ordinato dal giudice Ascione. Per ora, però, non c’è stata alcuna risposta.
Se il silenzio dovesse continuare - fanno sapere da Retenews24saremo costretti a passare dall’azione civile a quella penale perché la mancata esecuzione di una decisione della magistratura è reato”.