Oreste Vigorito taglia
giornalisti e allenatori

È UN PADRONE all’antica Oreste Vigorito, imprenditore con molteplici interessi e patron del Benevento calcio e quando le cose non filano come vorrebbe interviene con tagli drastici. L’ha fatto il 4 aprile chiudendo il quotidiano Ottopagine, fondato venti anni fa ad Avellino da Gianni Festa, poi cresciuto con una edizione e una  redazione anche nel Sannio, e mandando a casa la gran parte dei giornalisti con licenziamenti e mancato rinnovo dei

contratti a termine. Il quotidiano era la punta di diamante della rete media di Vigorito, completata dalla tv Otto Channel e dal sito www.ottopagine.it, che ha edizioni per Avellino, Benevento e Salerno; le tre testate hanno tutte come direttore responsabile Luciano Trapanese che titola l’editoriale di chiusura con un fiducioso “Arrivederci”. Meno ottimismo mostra il fondo del direttore editoriale Lucia Vigorito, sorella

Gianni Festa

di Oreste, intitolato: “Per continuare a leggere il nostro tempo”.
L'imprenditore si ripete a distanza di quindici giorni. Il 19 aprile, dopo la sconfitta del Benevento a Matera, Oreste Vigorito, che nel 2006 ha acquistato la società di calcio insieme al fratello Ciro (a cui è stato intitolato lo stadio subito dopo la sua scomparsa nel 2010), licenzia l’allenatore Fabio Brini, nonostante l’eccellente campionato disputato in Lega Pro (ex serie C) dalla squadra che è seconda in classifica, e quindi certa di accedere agli spareggi per accedere al campionato di serie B, e affida gli ‘stregoni’ agli allenatori delle giovanili Daniele Cinelli e Juan Manuel Landaida, marito della figlia di Oreste Vigorito, Rosanna.
Napoletano di Ercolano, sessantotto anni compiuti a ottobre, Vigorito si è arricchito negli ultimi venti con le pale eoliche ed “è considerato scrive l’Ansa – uno degli imprenditori più ricchi della Campania”, dominus della Ivpc, la Italian vento power corporation, con un gruppo che “fattura 250 milioni di euro l’anno (dati 2010, ndr) con 420 dipendenti e un altro migliaio di posti nell’indotto”. Grandi affari, dunque, con l’energia eolica e la green economy, ma anche qualche problema giudiziario: nel novembre del 2010, su richiesta della procura di Avellino Vigorito è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, che gli è

Armando Borriello

costata anche qualche giorno di carcere a Bellizzi Irpino. È stato rinviato a giudizio e il processo, ancora in primo grado, si sta svolgendo davanti al tribunale di Avellino. Ma la vicenda non ha fermato l’imprenditore napoletano che ha continuato a diversificare i suoi affari, tra l’altro acquistando nel dicembre del 2011 il quotidiano Ottopagine.
Oggi ai registri della camera di commercio Vigorito risulta presente in ventitré società

con vari ruoli: in tre è liquidatore, in una curatore fallimentare, in un’altra socio accomandatario, in quattro presidente del consiglio d’amministrazione, in tre presidente e amministratore delegato, in undici amministratore unico. Tra queste società non ci sono le due che editano giornale e tv. Il primo fa capo a ‘L’Approdo srl’ che ha Ferdinando Renzulli presidente e Lucia Vigorito consigliere; la società di riferimento della tv è invece la ‘Otto production srl’, il cui amministratore unico è ancora Renzulli; le due srl sono però interamente controllate da una Fondazione, la ‘Lumina’.
I giornalisti licenziati e quelli ai quali non è stato rinnovato il contratto si stanno organizzando e preparano una riunione per la prima settimana di maggio con l’assistenza di un legale e del Sindacato dei giornalisti della Campania (il presidente è Armando Borriello, il segretario Claudio Silvestri), che ha già annunciato ricorsi alla magistratura.
Ma all’offensiva sindacale Vigorito replica con durezza: “vorrei sapere dov’erano i sindacalisti napoletani quando ho rilevato Ottopagine, un giornale morto con redattori che non venivano pagati da mesi e contributi non versati da anni. Ho ripianato tutti i debiti e non ho mai avuto dipendenti a nero, ma il quotidiano veniva venduto a 80 centesimi e aveva un costo industriale di 2,20 euro a copia. Ho cercato in tutti i modi di rianimare il giornale: ho introdotto il full color, portato la foliazione a quaranta pagine e prodotto il lunedì un supplemento

sportivo, Ottosport, che veniva tirato in tremila copie e distribuito gratis senza riuscire neanche a esaurirlo. Eppure le vendite, anche nei momenti d’oro, tra Avellino e Benevento, province incluse, non hanno mai superato le 1600 copie al giorno. Il risultato è che dal dicembre 2011 ad oggi ci ho rimesso cinque milioni di euro”.
Vigorito contesta anche i dati sui licenziamenti: “non sono stati rinnovati

Alfonso Furgiuele

diversi contratti di collaborazione, ma la procedura di licenziamento è stata avviata soltanto nei confronti di due redattori a tempo indeterminato, i pubblicisti Franco Santo e Vincenzo Spiezia, che hanno minore confidenza con il lavoro sull’on line. Tra tv e sito ci sono oggi trentacinque dipendenti, di cui quattordici giornalisti e dieci tecnici ed io mi devo preoccupare di tenere in equilibrio i conti di queste aziende se voglio salvaguardare i posti di lavoro”.
Chiude con le vicende giudiziarie, per le quali è assistito dai penalisti Alfonso Furgiuele e Teodoro Reppucci. “Quando nel 1993 – ricorda l'imprenditore – ho cominciato ad occuparmi di energia eolica quando le uniche cosa che giravano in Italia erano i ventilatori. Poi alcuni magistrati hanno deciso che la mia attività era illegale. Dopo anni siamo ancora in primo grado e sono stati sentiti soltanto due testimoni. Con l’attuale velocità il processo è destinato alla prescrizione, ma ho già annunciato che vi rinuncerò perché sono determinato ad arrivare a una sentenza”.