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Don Diana, scoop CorSera
ma solo pochi lo riprendono
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L’OTTO GENNAIO il Corriere della Sera pubblica al centro della prima pagina una grande foto di don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso da un sicario della camorra il 19 marzo del 1994 nella chiesa di Casal di Principe mentre si preparava a celebrare la messa. La notizia, firmata dallo scrittore Roberto Saviano, è che il giudice Salvatore Scalera della IV sezione civile del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato per diffamazione la Libra, la società che edita il quotidiano Cronache di Caserta, e la giornalista Tina Palomba che dovranno risarcire con 100mila euro i fratelli di don Diana, Marisa ed Emilio e pagare oltre 14mila euro di spese legali. E nel catenaccio |
dell’articolo Saviano ricorda che Cronache di Caserta e Cronache di Napoli nell'ultimo decennio hanno incassato dodici milioni di euro di contributi pubblici.
La decisione del |
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Tina Palomba e Salvatore Scalera |
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tribunale di Santa Maria è arrivata a ventuno anni di distanza dalla citazione presentata dall’avvocato Alessandro Marrese per conto dei familiari di don Diana dopo la pubblicazione il 28 marzo del 2003 sul Corriere di Caserta (poi diventato Cronache di Caserta) a caratteri cubitali del titolo “Don Peppe Diana era un camorrista”.
La sentenza è immediatamente esecutiva ma i difensori dell’editore e della cronista hanno presentato appello e chiesto la sospensione della esecutività. Alla prima udienza del secondo grado tenuta il 17 gennaio i giudici della VI sezione civile della Corte d’appello di Napoli (consigliere istruttore Ada Meterangelis) si sono riservati e nei prossimi giorni renderanno nota la loro decisione. In ogni caso i familiari del sacerdote ucciso hanno fatto sapere che l’intero risarcimento verrà destinato all’Associazione familiari e amici di don Peppe Diana.
Veniamo ora allo scoop di Saviano che è uno scoop anomalo per due motivi. Il primo. La sentenza di Scalera è stata emessa sette mesi fa, il 17 giugno del 2024, anche se nell’articolo del Corriere lo scrittore la presenta come attuale (“è notizia di questi giorni che il tribunale di Santa Maria Capua Vetere abbia (?) condannato l’editore Libra editrice a risarcire con 100mila euro i fratelli di don Peppino”.
Il secondo. La notizia è stata data il 27 dicembre da Raffaele Sardo su Repubblica Napoli e il giorno successivo da Antonio Averaimo sull’Avvenire; in entrambi i casi lo scoop ‘ritardato’ viene relegato nell’edizione online. E non è la prima volta che il puntuale Sardo si vede |
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Tina Cioffo e Raffaele Sardo |
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sgonfiare, da un desk distratto o con poca sensibilità nel riconoscere fatti significativi, una notiziona che invece di guadagnare le pagine nazionali viene minimizzata nel web.
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In ogni caso il titolo forte in prima e l’intera pagina 19 rimane uno scoop dello scrittore e dei vertici CorSera che hanno giustamente enfatizzato la sentenza risarcitoria.
Per chiudere vediamo come i media locali che per mesi hanno ignorato la decisione del tribunale sammaritano si sono mossi per recuperare.
Ventiquattrore dopo il servizio del CorSera il Mattino pubblica un lungo e documentato articolo di Tina Cioffo ma lo nasconde nelle pagine dell’online casertano. Perché? Non si riprende una notizia targata Corriere? Roberto Saviano è antipatico e va minimizzato? Qualunque sia la motivazione dei vertici del giornale in questo modo non si fa un buon servizio ai propri lettori. Peggio, molto peggio, e non è una novità, fanno i giornalisti della sede napoletana della Rai guidati dall’evanescente redattore capo centrale Oreste Lo Pomo. In una situazione come questa dello scoop di Saviano viene da rivalutare la gestione naif di Giuseppe Blasi che ha guidato la redazione di Fuorigrotta dal 1989 al 2003. Perché? È semplice: Blasi apriva la riunione di redazione delle dieci distribuendo a tutti le fotocopie degli articoli dei giornali da riprendere nei tg. Quindi con lui una voragine come il mancato servizio sulla sentenza a favore dei fratelli di don Peppe Diana non ci sarebbe stata. Invece evidentemente in redazione nessuno ha letto il più importante e |
diffuso quotidiano nazionale, neanche i responsabili di turno. L’otto gennaio sono di line dalle 5,30 alle13,20 i capi servizio Diego Dionoro e Luigi Carbone e nella fascia dalle 9,30 alle 17,20 il |
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Marcella Maresca e Alessandro Marrese |
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vice redattore capo Gilly Castellano e la capo servizio Letizia Cafiero.
Alle 9,13 il cronista di Ansa Napoli Nando Piantadosi lancia un lungo take che riprende i passaggi principali dell’articolo CorSera. Ma a via Marconi non leggono i giornali e non guardano neanche le agenzie. Funziona, per fortuna, in maniera diversa al Tg2 che nell’edizione delle 13 ha un servizio con intervista anche a Marisa Diana firmato da Marcella Maresca che forse non a caso due anni fa ha deciso di lasciare Napoli per trasferirsi a Roma. |