Repubblica: la Bertolotto
a Torino, Sarno a Roma

DOPO DIECI ANNI lascia la redazione napoletana di Repubblica con destinazione Torino l’inviata speciale Eleonora Bertolotto, torinese di Rivoli, cinquantotto anni compiuti a maggio, da trentatre professionista (ventuno, con il praticantato, alla Stampa e quattordici a Repubblica). Le strade che portano verso la città sabauda sono due: un accordo con l’azienda per beneficiare di qualche anno di scivolo in modo da andare subito in pensione; un trasferimento alla redazione piemontese di Repubblica, guidata da Ettore Boffano, estimatore della Bertolotto, per coprire gli anni necessari a raggiungere il massimo dell’anzianità. La decisione, quale che sia, dovrebbe

arrivare entro settembre.
Chi si sposta subito e dal 4 luglio va a Roma a lavorare per un mese all’ufficio centrale è il capo servizio Marco Sarno, fino ad oggi numero due di fatto della redazione guidata da Giustino Fabrizio. Che farà Sarno dopo il soggiorno romano non si sa. Per spiegare il mistero, nella redazione di piazza dei Martiri si confrontano


19 dicembre 2004. Fabrizio e Bassolino a Scampia

due scuole di pensiero. Secondo la prima il vice di Giustino va a Roma per lavorare a stretto contatto con lo staff dell’ufficio centrale (ne fanno parte, con il redattore capo centrale Mario Calabresi e il vicario Angelo Aquaro, Fabio Bogo, Claudia Arletti, Stefano Citati e Marco Madoni) per conoscere e farsi conoscere e tornare a Napoli a incassare la promozione a vice redattore capo, a cui aspira da anni, e l’ufficializzazione dell’incarico di vicario.
Più complessa la seconda ipotesi. Dopo Roma Sarno va in ferie per poi tornare a Napoli in parcheggio o come inviato della cultura; in alternativa viene spedito in una delle redazioni regionali di Repubblica a farsi le ossa come numero due.
“Si parla di una destinazione Firenze; - dice uno dei giornalisti anziani di piazza dei Martiri – non credo che Marco sia favorevole a cambiare città, ma la prospettiva muta se l’azienda gli offre condizioni interessanti e soprattutto se il soggiorno ‘all’estero’ diventa un passaggio obbligato per conquistare la chance di tornare a Napoli da capo”.
Psicologica la lettura che offre un altro senatore della redazione: “Marco negli ultimi anni è molto cresciuto e in questi mesi ha gestito con impegno il giornale in assenza di Giustino; ma ha un carattere contorto, in qualche modo levantino.


Alfredo Del Lucchese, Domenico Del Prete e Franco Recanatesi

Riflette i difetti di questa città: si muove per clan, da una parte gli amici, dall’altra gli avversari; è portato a dividere e non a unire e questo è un limite grave per un aspirante capo. Non condivido quasi niente della gestione di Giustino,

ma gli riconosco un’onestà di fondo e l’abitudine ad affrontare le situazioni in maniera diretta. Se manda Sarno a Roma, non è per fregarlo. A parte la vicenda tutta particolare di Antonio Corbo, in quindici anni Napoli, a differenza di tutte le altre sedi di Repubblica, non ha mai avuto un capo o un vice maturato in redazione; a piazza dei Martiri si sono alternati il romano Franco Recanatesi; il pisano Alfredo Del Lucchese; lo stabiese ex Unità Luigi Vicinanza trasferito da Roma a Napoli nel gennaio 1994, subito dopo la prima vittoria di Antonio Bassolino; il bolognese, con natali a Mondragone, Domenico Del Prete; infine il napoletano Fabrizio tornato a casa dopo venti anni spesi tra Roma e Palermo”.

IL NUOVO DESK

“Giustino non ha avuto fretta; – continua il ‘senatore’ – ma dopo quindici mesi di lavoro a Napoli ha deciso che è arrivato il momento delle scelte e rompe una situazione imballata. Offre a Sarno, che non gode di particolare attenzione da parte dei vertici del giornale se è fermo al palo da anni, un’opportunità romana e punta su uno staff rinnovato e ringiovanito, formato dai quattro vice capi servizio: Ottavio Ragone, Giovanni Marino, Francesco Rasulo e

Edoardo Scotti. L’elenco è aperto da Ragone, il più giovane dei quattro, perché penso sia l’uomo sul quale punta Giustino per il vicariato”.
In questa direzione, con piccoli passi, Fabrizio si muove da tempo: un anno fa aveva promosso vice capo servizio Ragone,


Ettore Boffano, Antonio Corbo e Luigi Vicinanza

pochi mesi dopo stesso saltino per Giovanni Marino. Nel luglio 2004 aveva cominciato a lavorare alla cucina del giornale, senza gradi, anche Paolo Russo, ma a dicembre Mario Orfeo lo ha assunto al Mattino come vice capo servizio in cronaca.
La riorganizzazione del desk con i quattro coadiuvati da qualche rinforzo (si parla di Daniela D’Antonio), chiuderebbe gli spazi per arrivi da altre sedi. Un’ipotesi che sembrava concreta un anno fa quando Fabrizio pareva intenzionato a portare a Napoli qualcuno da Palermo. Tra gli allertati c’era Enrico Del Mercato, che aveva anche dato una disponibilità di massima. Ora la situazione è cambiata: a settembre dovrebbe rientrare a Roma Angelo Melone e la guida della redazione siciliana verrebbe affidata al suo vicario Enzo D’Antona, che nel mese di aprile è andato a Roma a lavorare all’ufficio centrale; nell’ambito della riorganizzazione della sede di Palermo a settembre Del Mercato potrebbe diventare capo servizio.
A spingere Fabrizio ad accelerare i tempi del riassetto ha forse contribuito un singolare documento approvato all’unanimità il 16 giugno da una assemblea a ranghi ridotti (era presente metà redazione) con in calce la firma del fiduciario Ottavio Lucarelli, che è anche consigliere dell’Ordine regionale. Con il documento, indirizzato al comitato di redazione (Luca Villoresi, Pietro Del Re, Claudio Gerino, Enrico Bellavia e Gabriele Porro) e al capo del personale Roberto Moro, si chiede, tra l’altro, “chiarimenti sulle ragioni dell’invio per l’intero mese di luglio all’ufficio centrale di Roma” di Marco


Enrico Bellavia, Enrico Del Mercato e Gabriele Porro

Sarno. Una richiesta di chiarimenti singolare perché indirizzata a un destinatario improprio come il cdr o del tutto sbagliato come il capo del personale. Senza contare che il documento è stato approvato nel corso di un’assemblea convocata in preparazione del primo

giorno di sciopero proclamato dalla Fnsi per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, contro le posizioni aggressive e arroganti degli editori che stanno riducendo sempre di più gli spazi di autonomia e professionalità di giornalisti e direttori. Non si capisce quindi perché chiedere al cdr e al capo del personale “chiarimenti” su Sarno e non chiederli a Fabrizio che, per altro, con il suo vicario aveva già parlato da tempo della trasferta romana. Paradossale quindi che tra gli otto redattori che hanno approvato all’unanimità il documento ci fosse anche Marco Sarno.
Il singolare documento, confuso, ricco di forzature e indurito da questioni personali,aveva origine soprattutto da una motivazione. La redazione è oggettivamente stanca perché con il nuovo capo il numero di pagine dell’edizione napoletana, a organico inalterato, è lievitato in maniera vistosa e persino la domenica vengono lavorate dai pochi presenti non più quattro, ma otto pagine. Il responsabile della redazione non ha fornito finora risposte convincenti a proteste e malumori e il documento, con l’invio a Roma al cdr e, soprattutto, al capo del personale, finiva per essere soltanto una gomitata sui denti a Fabrizio, che probabilmente così l’avrà interpretato.

LE RISPOSTE DI FABRIZIO

Questo l’articolo scritto prima che arrivassero le risposte di Giustino Fabrizio alle cinque domande che Iustitia gli aveva girato per avere un quadro con qualche condizionale in meno. Fabrizio ha inviato risposte concrete, pur in una fase di riorganizzazione della redazione, con precisazioni e notizie utili per capire il progetto che il numero uno di piazza dei Martiri ha in testa. Eccole.
Iustitia. Il 4 luglio Marco Sarno si trasferisce a Roma all'ufficio centrale. Verrà sostituito?
Fabrizio. Marco Sarno non si trasferisce a Roma. Dal 4 luglio va all'ufficio centrale per 15 giorni come fanno da anni i deskisti di tutte le redazioni locali.

È un ottimo sistema per integrare le conoscenze tra le varie parti del giornale. Nella redazione di Palermo, che guidavo prima di venire qui, lo hanno fatto tutti i redattori, a turno. Nel mio primo anno a Napoli non lo aveva ancora fatto nessuno perché era


Giovanni Marino, Francesco Rasulo  e Edoardo Scotti

prioritario che i redattori si amalgamassero con me. Spero che dopo Sarno lo facciano anche gli altri, uno alla volta, anche se ovviamente non è un obbligo per nessuno.
Completati i trenta giorni romani, per Sarno è in arrivo una promozione o un trasferimento?
Completati i 15 e non 30 giorni romani, Sarno tornerà qui. E' vero però che Sarno, caposervizio da molti anni, mi ha chiesto di fare nuove esperienze. Quindi userà i 15 giorni romani anche per verificare la possibilità di fare nuove esperienze in una redazione diversa da Napoli. Se ciò non sarà possibile, premesso che a me va benissimo il lavoro che Sarno ha svolto finora, cercherò di soddisfare quella che ritengo una giusta richiesta. 
Entro settembre Eleonora Bertolotto dovrebbe lasciare Napoli. Come verrà sostituita?
Eleonora ha problemi privati nella sua città di origine, Torino, che le hanno fatto prendere in considerazione l'ipotesi di lasciare il lavoro. Al momento, sta ancora valutando la situazione. Se deciderà, quando deciderà, vedremo. 
Sono ancora in piedi le ipotesi palermitane di cui si parlava nella primavera 2004?
Non ricordo di averne mai parlato. Comunque no, dall'inizio ho detto ai redattori di Napoli che puntavo in primo luogo su di loro.
La squadra di piazza dei Martiri è, tra le redazioni storiche di Repubblica, la più penalizzata in termini di gradi e di riconoscimenti


Daniela D'Antonio, Ottavio Lucarelli e Paolo Russo

professionali. Come pensa di ridisegnarla con le partenze, temporanee e definitive, di giornalisti di fascia alta?
Non so chi ha fatto questa classifica e in base a quali criteri la redazione di Napoli sarebbe la più penalizzata. Comunque

non mi risulta, né per il passato, né per l'ultimo anno, durante il quale sono state fatte numerose promozioni. In ogni caso, dopo un anno ho le idee chiare e chiederò a breve alcune promozioni. Ma non ne ho ancora parlato con il direttore, a cui spetta ovviamente l'ultima parola, e dunque non posso anticipare nulla. Appena sarà tutto deciso, lo dirò.