Primo maggio e ferragosto

Alla cortese attenzione del direttore

Tutto pensavo di leggere sul nostro conto, fuorché una falsa notizia del genere: “Spesso il 2 maggio esce in edicola il Corriere Romagna…”, pubblicata all’interno di un vostro articolo che appare in home page dove si fa il punto sui quotidiani che lavorano nel giorno della Festa dei lavoratori, accostandoci al Roma di Italo Bocchino, noto esponente della destra storica. A far ancor più specie, è il fatto che tale dichiarazione virgolettata è attribuita a Giovanni Rossi, storico dirigente emiliano romagnolo del sindacato, che conosce assai bene le vicende del Corriere Romagna ed ora è ai vertici nazionali della Fnsi. Forse Giovanni Rossi e il vostro sito hanno confuso la Festa del lavoro con il Ferragosto, dato che il 16 agosto storicamente il nostro quotidiano esce in edizione speciale sulla costa adriatica che pullula di turisti, lasciando ai singoli soci la scelta se lavorare o meno. Ma mai ci siamo sognati in ormai 12 anni di storia del nostro quotidiano edito in cooperativa di far lavorare soci e non il giorno del Primo maggio, neanche per scelta. Noi di solito, quella sera, facciamo la cena sociale o al massimo ne approfittiamo per stare in famiglia. Con buona pace di chi pensa (e ha sempre pensato, anche all’interno del sindacato) che le coop sfruttino il lavoro come pratica quotidiana. Il problema è che confondono le coop vere con quelle false, dove c’è un padrone (di solito per nulla occulto) che si maschera dietro una coop di facciata solo per ottenere vantaggi. E’ lì che bisognerebbe rivolgere lo sguardo per vedere chi sfrutta il lavoro e aggira le norme, ma si sa è faticoso e antipatico…più comodo fare di tutt’erba un fascio. Appunto, un fascio. E non solo loro.


Claudio Casali
presidente e direttore editoriale
del quotidiano Corriere Romagna



Risponde Giovanni Rossi

Non attendo neppure di aver fatto un controllo archivistico nel rispondere al collega-manager Claudio Casali, circa le uscite extra-calendario del Corriere Romagna. Mi basta la sua parola, circa il fatto che la memoria può avermi ingannato e che il suo giornale esca di Ferragosto anziché il 2 maggio. Anche perché non vedo dove diavolo stesse l’eventuale offesa al buon nome della testata romagnola, una volta chiarito che l’uscita dei quotidiani anche nei giorni “non comandati”, come, appunto, il 2 maggio (e Ferragosto), non viola alcuna regola se i giornalisti che lavorano a quei numeri sono retribuiti come contratto comanda.
Dal testo, per la verità dai toni un poco sopra le righe, del Presidente-Direttore editoriale della cooperativa che edita il Corriere Romagna capisco due cose. La prima è che lo ha irritato l’accostamento con il Roma: comprendo, ma mi pare un’esagerazione poiché in nessuna riga del testo veniva fatto un parallelo reale tra i due giornali quanto ad orientamento politico e comportamento contrattuale.
La seconda è che l’approccio polemico di Casali nasce da antiche (o storiche se gli piace di più) differenze d’opinione tra lui ed il sottoscritto circa il ruolo delle cooperative nel settore editoriale, eccetera, eccetera. Tutto vero, se ne dovrà continuare a discutere, ma c’entra poco col merito dell’articolo di Iustitia.

Giovanni Rossi
segretario generale aggiunto
della Federazione nazionale della stampa italiana

 
Claudio Casali
Italo Bocchino
Giovanni Rossi