Sciopero Fnsi, Roma
e Cronache in edicola

“Blocco di tutte le iniziative editoriali di riorganizzazione e di innovazione tecnologica; due ore di assemblee in tutti i luoghi di lavoro il 5 luglio dalle 15 alle 17; convocazione a metà settembre degli Stati generali del sindacato dei giornalisti e della Conferenza nazionale dei comitati e fiduciari di redazione; attuazione nelle settimane successive all’assemblea delle restanti sei giornate di

astensione dal lavoro con scioperi consecutivi anche con l’obiettivo di far saltare i numeri dei settimanali”.
Queste le decisioni adottate dal giunta della Federazione nazionale della stampa, che il 22 giugno si è


Franco Siddi, Boris Biancheri e Paolo Serventi Longhi

riunita a Roma con i rappresentanti di tutte le associazioni regionali di stampa. La giunta, guidata dal presidente Franco Siddi e dal segretario generale Paolo Serventi Longhi, ha tracciato un bilancio dello sciopero effettuato il 17, 18 e 20 giugno, il primo dei sette giorni di sciopero proclamati dalla Fnsi contro le proposte per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico avanzate dalla Fieg, la federazione degli editori guidata da Boris Biancheri.
“La grande partecipazione delle colleghe e dei colleghi – è scritto in un comunicato della Fnsi - ha testimoniato la consapevolezza della categoria per la posta in gioco nei rinnovi contrattuali, con il tentativo del sistema delle imprese pubbliche e private di ridurre l’autonomia e il ruolo della professione, i livelli e la qualità della vita e del lavoro, di utilizzare i free lance e i precari senza alcuna regola e nel disprezzo della loro dignità umana e professionale”.
Nel comunicato è definita “illegittima l’iniziativa del direttore-editore dell’Adn-


Giuliano Ferrara e Veronica Lario

Kronos, Giuseppe Marra, di diffondere in presunte finestre informative centinaia di takes cercando così di vanificare lo sciopero. Un comportamento non solo scorretto ma chiaramente e fortemente antisindacale che richiederà interventi adeguati a livello legale”. Critiche anche per la decisione di Sky sport di mandare in onda alcune telecronache

sportive in violazione delle norme definite dal coordinamento nazionale dei comitati di redazione dell’emittenza, mentre stupore viene manifestato per “la decisione del direttore di Televideo, Antonio Bagnardi, di trasmettere la rassegna stampa del 18 giugno con i soli quotidiani in edicola senza alcun riferimento allo sciopero in atto”.
Pochi, comunque, i giornali in edicola; tra questi, il Giornale, di proprietà di Paolo Berlusconi con direttore Maurizio Belpietro; Libero, guidato da Vittorio Feltri; il Foglio, diretto da Giuliano Ferrara e edito, con altri soci, da Veronica Lario; l’Osservatore romano, firmato da Mario Agnes.
A Napoli sono usciti, come d’abitudine, il Roma di Italo Bocchino diretto da Antonio Sasso, Cronache con “editore di fatto” Maurizio Clemente e direttore Giovanni Lucianelli e il Denaro edito e diretto da Alfonso Ruffo, quotidiani che percepiscono contributi pubblici o stanno per essere ammessi ai

fondi per l’editoria e che hanno comitati di redazione a due cilindri (il Roma) o non hanno alcuna rappresentanza sindacale. Diversamente dal recente passato, non è andato in edicola Napolipiù, diretto da Giorgio Gradogna. “L’adesione allo sciopero – dice Gradogna – è


Mario Agnes, Vittorio Feltri e Giuseppe Marra

emersa come indicazione ufficiale della totalità dei redattori. Così anch’io ho deciso di astenermi e me ne sono andato al mare. Avrei però preferito lavorare e uscire in edicola per quattro ragioni. In quanto cooperativa giornalistica editrice, noi siamo i datori di lavoro di noi stessi, ruolo che, in otto lunghi anni di sacrifici, abbiamo dimostrato di saper interpretare, innanzitutto facendo restare in vita il nostro quotidiano con la forza del gruppo unito. Il secondo motivo è che una testata come la nostra, nella scalata delle vendite, deve per forza di cose aggrapparsi a ogni sporgenza, da cercare, se necessario, anche sugli specchi. Perciò, la mancanza in edicola dei quotidiani più grandi (i più piccoli sono usciti quasi tutti) era e resterà un’occasione da non sprecare”.
Il direttore di Napolipiù insiste soprattutto sulla visibilità che offre ai piccoli giornali in difficoltà l’assenza dalle edicole dei quotidiani maggiori: “La giornata


Maurizio Clemente e Giovanni Lucianelli

di sciopero rappresenta oggi per noi un’occasione imperdibile dal momento che le cooperative giornalistiche e le editrici no profit, che accedono ai contributi per l’editoria, sono messe in enorme difficoltà dalla scarsa capienza dei fondi pubblici gestiti dalla presidenza del consiglio dei ministri. Ora che anche le sacrosante provvidenze per

l’editoria (benedette anche dalla Ue e uniche a garantire concretamente il pluralismo dell’informazione) sono minacciate dalla crisi recessiva, alle cooperative editrici come la nostra presto non resterà altra possibilità che ampliare la capacità di farci comprare in edicola, senza più alcuna garanzia. Infine i temi scottanti, di cui si discute in genere tra sindacato ed editori, sono, purtroppo, questioni che toccano molto poco sia chi, tutti i giorni, si costruisce da sé la permanenza nel presente e sia chi, senza l’ausilio delle istituzioni professionali, tenta di far breccia nel muro del mercato per intravedere un barlume di futuro”.
Torniamo ora ai giornalisti iscritti al sindacato che non hanno aderito allo sciopero. Sulle “poche, limitate violazioni “ la Fnsi sollecita “interventi rigorosi delle Associazioni regionali di stampa”. “L’articolo 26 dello statuto federale – viene ricordato nel comunicato della giunta – affida ai direttivi delle Ars la

responsabilità di comminare il provvedimento di sospensione a carico degli scritti che si rendano responsabili di violazioni delle indicazioni della Fnsi in occasione dei rinnovi contrattuali. Un problema che si presenta particolarmente grave nel


Giorgio Gradogna, Alfonso Ruffo e Antonio Sasso

caso di direttori o vice direttori che abbiano assunto un comportamento lesivo del diritto di sciopero”.
Restiamo ora in attesa degli “ interventi rigorosi” che adotterà l’Associazione napoletana della stampa nei confronti degli iscritti che non hanno aderito allo sciopero.