Velardi sindaco
e redattore capo?

IL 19 GIUGNO il numero tre del Mattino Antonello Velardi con 12.007 voti, pari al 61,6 per cento delle schede, è diventato sindaco di Marcianise, centro del Casertano di oltre quarantamila abitanti, “una città – Velardi dixitcrocevia, uno dei più importanti del Sud”.
Il giorno dopo, intervistato da Anna Paola Merone del Corriere del Mezzogiorno, ha dichiarato: “continuo a lavorare per il giornale, a fare quello che ho sempre fatto. Non sono un politico di professione e, se non lo facessi, perderei l’ancoraggio della mia vita”. Posizione che aveva espresso con nettezza in manifestazioni e interviste anche prima del voto.
Dunque il programma di Velardi, casertano di Casagiove, cinquantatre anni, dal 1987 professionista, redattore capo centrale al quotidiano di via

Chiatamone dove lavora dall’autunno 2002 quando venne assunto dal direttore Mario Orfeo, è chiaro sia sul versante politico sia su quello professionale, con la ferma determinazione a tenersi stretta la

Alessandro Barbano e Antonello Velardi

scrivania del Mattino, tanto è vero che è ancora nel foglio delle presenze nella settimana dal 20 al 26 giugno come giornalista in ferie e che dal 9 al 15 maggio, in piena campagna elettorale, risultava addirittura in servizio. E non dimentichiamo il risvolto economico della faccenda. Per un comune con gli abitanti di Marcianise il compenso per il sindaco è di 3677 euro, somma che viene percepita per intero se si è in aspettativa, mentre viene dimezzata se si rimane in servizio e si cumula con lo stipendio della propria azienda. Quindi tra le due soluzioni ci sono per Velardi diverse migliaia di euro di differenza.
Intendiamoci, tra i due incarichi non c’è nessuna incompatibilità, ma emerge con evidenza una grande questione di opportunità perché un esponente politico ogni giorno impegnato a confrontarsi (e a scontrarsi) con le altre forze politiche e con interlocutori regionali e nazionali intaccherebbe profondamente la credibilità del giornale.
Il neo sindaco ha spiegato al Cormezz che se sospendesse l’attività giornalistica perderebbe “l’ancoraggio” della sua vita, ma la decisione sull’ancoraggio passa ora innanzitutto al direttore Alessandro Barbano, poi ai dirigenti del Mattino spa, al comitato di redazione (Gerardo Ausiello, Marisa La Penna, Luigi Roano e per le sedi distaccate, Petronilla
Carillo
) e ai redattori. E tutti, nelle stanze del giornale, sperano che Barbano e i dirigenti dell’azienda sappiano tagliare con un colpo netto il nodo, evitando situazioni di imbarazzo ai giornalisti.