Tocca al Pg annullare
la sentenza della got?

SARÀ FORSE Antonio Gialanella, reggente della procura generale della Repubblica di Napoli, a risolvere il caso della condanna a otto mesi di carcere per diffamazione inflitta dalla got, giudice onorario di tribunale, Antonia Ardolino al giornalista Pasquale Napolitano per un articolo pubblicato nell’aprile del 2020 sul sito sannita Anteprima 24. E vi spieghiamo perché.
È però necessario ricapitolare l’intera vicenda. Quattro avvocati (Domenico Visone, già presidente dell’Ordine di Nola, e tre ex

consiglieri: Francesco Boccia, Gian Vittorio Sepe e Mariella Viscolo) hanno querelato Napolitano, difeso in giudizio da Teresa Di Nuzzo, collaboratore del Giornale e della trasmissione

Pierluigi Roesler Franz e Francesco Viganò

Quarta Repubblica’ su Rete 4 condotta da Nicola Porro. All’udienza del 7 maggio il pubblico ministero ha chiesto una condanna a sei mesi di reclusione ma la got Ardolino, dal 2001 iscritta all’Ordine degli avvocati di Nola, ha condannato il giornalista a otto mesi di carcere, al risarcimento dei quattro querelanti con mille euro ciascuno, oltre al pagamento di 2500 euro di spese processuali.
Della questione del carcere per i giornalisti accusati di diffamazione si è occupata la Corte costituzionale nella primavera del 2020 su richieste di giudici dei tribunali di Salerno e di Bari-Modugno, Poi il 9 giugno la Corte, presieduta da Marta Cartabia, con una ordinanza pilatesca decise di non decidere, rinviando tutto di un anno: la Consulta “nel rispetto della leale collaborazione istituzionale ha rinviato la trattazione delle questioni all’udienza pubblica del 22 giugno del 2021 per consentire alle camere di intervenire con una nuova disciplina della materia”.
Nei dodici mesi successivi il parlamento non vara nuove norme sulla diffamazione e neanche l’esecutivo si muove, nonostante dal febbraio 2021 Marta Cartabia fosse ministro della Giustizia del governo di Mario Draghi. Fa invece fino in fondo il suo dovere la Corte costituzionale.
Il 12 luglio 2021 viene depositata la sentenza numero 150, presidente Giancarlo Coraggio e relatore Francesco Viganò, con la quale viene dichiarato incostituzionale il carcere per la diffamazione a mezzo

Marta Cartabia e Mario Draghi

stampa, mentre la galera viene mantenuta per casi particolarissimi per chi incita all’odio o alla violenza. “La sentenza numero 150 non è stata firmata dieci giorni fa – dichiara Pierluigi Roesler

Franz, consigliere dell’Ordine nazionale e per oltre trenta anni cronista di giudiziaria del CorSera e della Stampama si avvia a compiere tre anni. Perciò mi meraviglia che un giudice non la conosca. Siamo di fronte a una decisione gravissima e penso che forse dovrebbe intervenire il procuratore generale di Napoli per chiederne, nell’interesse dell’imputato e della giustizia, l’immediato annullamento”.