Il dolce di san Gennaro

A volte ritornano. A volte non se ne sono mai andati. A volte sonnecchiano, apparentemente estranei ma pronti a far partire un affondo. Ma sono sempre lì, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo, avrebbe detto in toni crepuscolari Cesare Pavese. Come Francesco Emilio Borrelli, 43 anni, "giornalista professionista dal 2006 e inviato speciale della Radiazza" dopo un faticoso praticantato a Lametia Terme effettuato mentre si occupava come assessore provinciale di parchi, aree e protezione civile a Napoli, a 400 chilometri di distanza. Il quale adesso continua, da consigliere regionale dei Verdi, nella sua opera di stakanovista indefesso e fustigatore di costumi e malcostumi. Ma anche osservatore attento e acuto e cassa di risonanza delle invenzioni del pizzaiolo Sorbillo, un fatto una pizza, e delle iniziative gastronomiche che valorizzano la città.
Il 19 settembre, mentre il cardinale Crescenzio Sepe celebra il prodigio di san Gennaro, ribolle anche il sangue di Borrelli che non può starsene a girare i pollici, alla ricerca di una notizia per le agenzie. Scartata una rivisitazione del ripieno fritto gennarino o una nuova ricetta di filetto al sangue, il capogruppo dei Verdi ha realizzato lo scoop della festa patronale sponsorizzando il dolce di san Gennaro, messo in produzione per la circostanza da Massimiliano Rosati del Caffè Gambrinus.
"Gli ingredienti - ci informa Borrelli - di questa nuova leccornia sono: il rivestimento esterno della sfogliatella, Pan di Spagna bagnato con maraschino, crema pasticcera e amarene". Così la zeppola di san Giuseppe non sarà più sola e nulla sarà più come prima, mentre quella mente vulcanica sta già studiando il lancio del babà di san Ciro o la capricciosa dell'Immacolata.

Abel Fonseca
(*) Da www.wikipedia.org
 
Cesare Pavese (*)
Gino Sorbillo
Dolce San Gennaro