Il giudice riscrive
la storia della Città

IL 15 DICEMBRE è una data importante per la storia del quotidiano la Città perché il giudice del lavoro del tribunale di Salerno Antonio Cantillo ha accolto il ricorso presentato dal segretario del Sindacato dei giornalisti campani Claudio Silvestri, assistito dall’avvocato Luigi De Martino, e condannato per attività antisindacale le società Edizioni Salernitane, Editori Regionali Campania e Quotidiani Locali. Ha anche dichiarato “la sospensione dell’efficacia nei riguardi dei rapporti di lavoro e dei negozi posti in essere dalle società convenute in esecuzione del contratto del 25 febbraio 2019” e ha condannato le tre società, “in solido tra loro al pagamento in favore del Sindacato ricorrente delle spese di lite che liquida in 4mila euro, oltre rimborso spese generali nella misura del 15 per cento, nonché iva e cassa previdenza avvocati”.

Fondata nel marzo del 1996, per venti anni nel gruppo Repubblica, nell’autunno del 2016 la Città è stato ceduta da Carlo De Benedetti alla società Edizioni Salernitane controllata dagli imprenditori Giovanni Lombardi e Vito Di Canto.

Vito Di Canto e Giovanni Lombardi

Dopo pochi mesi iniziano le tribolazioni. E in meno di tre anni si sviluppa un balletto sulla proprietà e sull'utilizzo della testata tra le società già citate: Edizioni Salernitane, Editori Regionali Campania, Quotidiani Locali, che hanno sedi in città diverse: la prima a Salerno, la seconda a Roma, la terza a Potenza. Per di più la seconda e la terza hanno una proprietà non chiarissima. Per le Edizioni Regionali, scrive il sindacato nel ricorso, “non si sa chi sia l’effettivo proprietario, essendo il nominativo schermato dall’intestazione a società fiduciaria in violazione della legge”.      
Nel decreto il magistrato accoglie le tesi dell’avvocato De Martino che in giudizio non ha avversari perché, come viene rimarcato anche nel decreto, le società non si presentano, non schierano legali, non citano ‘informatori’ e vengono condannate in contumacia. Per il Sugc invece nell’udienza del 18 settembre sono stati ascoltati Vito Bentivenga e Clemy De Maio che con Piero Della Cave facevano parte dell’ultimo comitato di redazione della Città.
Riepiloghiamo i passaggi della testata. Il 14 giugno 2017 Edizioni Salernitane la trasferisce a Editori Regionali la quale il 2 agosto la concede in affitto a Edizioni Salernitane, che durante i cinquanta giorni (dalla metà di giugno a tutto luglio) in cui non aveva la titolarità della testata esce, non si sa come, regolarmente in edicola. Il 25 febbraio 2019 Editori Regionali risolve il contratto con Edizioni Salernitane e concede in affitto la testata alla "neo costituita società Quotidiani Locali". 
L’intera operazione, secondo l’avvocato De Martino, mira a conservare la proprietà della testata liberandosi dei rapporti di lavoro. E aggiunge

Vito Bentivenga e Clemy De Maio

che, a suo giudizio, “le condotte sopra descritte hanno anche una non trascurabile rilevanza penale per i profili inerenti a una richiesta di cassa integrazione che non aveva alcuna ragione di esistere”.
Sulle manovre effettuate dalle tre società il

giudice mostra di avere idee precise. “Pertanto, - chiarisce - nei vari passaggi di mano della testata giornalistica 'la Città', il comportamento antisindacale posto in essere, a vario titolo, dalle convenute era consistito, da un lato, nella mancata comunicazione” alle controparti e, “dall’altro, nell’aver coinvolto artificiosamente il Sindacato ricorrente, nel febbraio 2019, nella procedura volta al licenziamento collettivo della forza aziendale della 'Città', con la fraudolenta motivazione della cessazione dell’attività di impresa e in evidente violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori ”.
Certificata ampiamente la condotta antisindacale delle società il giudice passa a esaminare le conseguenze del mancato rispetto degli obblighi di informazione e di consultazione sindacale. Davanti ha due strade: ritenere nulli tutti gli atti compiuti in violazione degli obblighi di informazione o decidere che va solo sanata la mancata comunicazione. E propende per la seconda soluzione.
Considerato che - spiega nella parte finale - la convenuta società Edizioni Salernitane s.r.l. in liquidazione (il liquidatore è Giuseppe Carriero, già amministratore di Edizioni Salernitane, ndr), non risulta avere più alcun titolo a trattare con le parti sociali, avendo dismesso la veste di proprietaria dell’articolazione aziendale in data 14 giugno 2017 e quella di affittuaria in data 25 febbraio 2019, e risultando attualmente vigente il contratto di affitto del 25 febbraio 2019 tra Editori Regionali Campania s.r.l. (proprietaria del ramo d’azienda afferente al quotidiano ‘La Città’) e Quotidiani locali s.r.l. (conduttrice della detta testata), appare possibile soltanto vincolare l’efficacia nei confronti dei lavoratori di tale ultimo contratto alla rinnovazione della procedura ex art. 47 della legge 428 del 1990”. In conclusione c’è da registrare una vittoria importante del sindacato ma restano tutti da valutare i riflessi che il decreto di Cantillo avrà sui dipendenti del giornale che è stato “il più diffuso e apprezzato di Salerno e della sua provincia”.
In attesa di vedere gli sviluppi del decreto Cantillo stanno completando il loro iter giudiziario le richieste dei redattori licenziati per ottenere il trattamento di fine rapporto. Per ora sono sette ma dovrebbero arrivare a una quindicina per un totale, anche in considerazione dell’anzianità

aziendale che per molti è vicina o superiore ai venti anni, che sarà di oltre un milione di euro. Non a caso, trattandosi di soldi, Di Canto e Lombardi si sono affidati a Marino Maffei, un avvocato lavorista di lunga esperienza. Il più vicino

Luigi Amati e Antonio Manzo
al traguardo è forse Luigi Amati, assistito dal legale del Sugc Luigi De Martino, che ha ottenuto dal giudice Romano Gibboni, presidente della sezione lavoro del tribunale di Salerno, l’ingiunzione di pagamento nei confronti degli editori attende ora il via libera per l’esecutività.
C’è anche un terzo fronte giudiziario. L’avvocato penalista Giancarlo Visone, per conto del Sindacato dei giornalisti campani, ha già presentato un esposto alla procura di Salerno. E risulta dagli atti che il pm Guglielmo Valenti ha avanzato istanza di fallimento nei confronti delle Edizioni Salernitane.
Ultima notizia. Il 29 dicembre ha presentato le dimissioni da direttore della Città, non più di Salerno ma di Eboli dove hanno sede la redazione e gli uffici della pubblicità, Antonio Manzo, che guidava il giornale dal primo gennaio del 2018, e gli editori della Quotidiani Locali srl hanno affidato il timone al numero due della Città Tommaso Siani.