Città: fuori Manzi,
il direttore è Manzo

DAL PRIMO GENNAIO Antonio Manzo, salernitano di Eboli, compie sessantuno anni a febbraio, professionista dal 1985, capo servizio Mattino prepensionato lo scorso primo settembre, si insedia a piazza Sant’Agostino come direttore responsabile del quotidiano di Salerno La Città. Va ad occupare la poltrona di Andrea Manzi che ha guidato il giornale dal primo novembre 2016 quando gli imprenditori Vito Di Canto e Giovanni Lombardi hanno rilevato la testata dalla Finegil, la società controllata dal Gruppo Editoriale L’Espresso che l’ha editato dal 13 giugno 1997.
Il 31 dicembre Manzi, uno dei fondatori del giornale, chiuderà i quattordici

mesi di una direzione davvero complicata e firmerà il saluto ai lettori; ventiquattro ore dopo Manzo inizierà ufficialmente a riorganizzare l’assetto redazionale che non potrà non prevedere tagli di foliazione, di orari di lavoro e forse di organico.
La nomina del nuovo direttore è stata ufficializzata il 19 dicembre dai vertici aziendali in un incontro con il comitato di redazione (Clemy De Maio, Carlo Meoli, Monica Trotta). Il giorno

Andrea Manzi

successivo c’è stato nella sede del giornale l’ennesimo incontro (precedenti il 7 novembre, saltato, il 14 e il 29, e poi il 5, il 13 e il 20 dicembre) tra la proprietà e i rappresentanti sindacali: da una parte il direttore amministrativo Giuseppe Carriero, l’amministratore della srl Millestampe Alessandro Amato e il consulente Lorenzo Laduca; dall’altra il segretario del Sindacato unitario dei giornalisti campani Claudio Silvestri, l’avvocato Ottavia Antoniazzi per la Fnsi, il cdr, il delegato dei poligrafici Alberto Santoriello e il rappresentante della Fistel Cisl provinciale Antonio Abagnara.
Anche in questo caso la riunione si è chiusa con un nulla di fatto perché gli amministratori non sono stati in grado di documentare nel dettaglio il nuovo assetto aziendale dopo il tourbillon di passaggi societari avvenuti nei mesi scorsi ed era quindi tecnicamente impossibile discutere nel merito la richiesta dell’azienda di tagliare del 50 per cento il lavoro redazionale attraverso il ricorso alla cassa integrazione o ai contratti di ‘solidarietà’. Al momento comunque la situazione è paradossale. La testata sarebbe di proprietà, il condizionale è necessario, della Edizioni Regionali Campania srl che

Giuseppe Carriero

l’avrebbe data in affitto alla srl
Millestampe
, tra l’altro al centro delle indagini condotte dal pm della procura di Torre Annunziata Sergio Raimondi che procede per reati finanziari nei confronti di Giovanni Lombardi, ritenuto dominus della società, e ha fatto perquisire dalla Guardia di finanza gli uffici e le abitazioni di Lombardi. La testata da Millestampe sarebbe stata affidata a Edizioni Salernitane srl. Dov’è l’anomalia? 

Sta nel fatto che Edizioni Regionali fa capo alla Servizio Italia (controllata Bnl), Millestampe srl a Lombardi ma chi si muove da padrone nelle trattative per riorganizzare il giornale è Vito Di Canto che non sembra avere alcun titolo, mentre Lombardi è un fantasma. Come si vede, sono molti i punti da chiarire nel prossimo incontro tra le parti fissato per il 9 gennaio alle 10,30.