| 
      
     | 
    
      
          | 
       
      
         Mattino, licenziato 
        il capo della Piemme | 
       
      
          | 
       
      
        CON TRE COLPI sparati in rapida successione i  dirigenti della Piemme, la concessionaria di pubblicità dei quotidiani del  gruppo Caltagirone, hanno fatto fuori Silvio De Angelis, responsabile  della sede campana della società: il 20 dicembre nella sede di via Arcoleo,  nell’edificio che da cinquanta anni ospita il Mattino, si presentano in tre (il  direttore del personale Claudio Di              | 
       
      
        
          
              Vincenzo, il responsabile amministrativo Massimo Porco e il capo della pubblicità locale Alessandro Pizzirani) e consegnano al ‘condannato’  una lettera di sospensione a tempo indeterminato per politiche commerciali non  conformi alle linee aziendali, gli dicono di lasciare immediatamente il suo ufficio e chiudono a  chiave la porta; subito dopo la befana arriva seconda lettera. Alle contestazioni  dell'azienda De Angelis, assistito dall’avvocato Giovanni Serio, replica  | 
            --(a).jpg)  
                Francesco Gaetano Caltagirone | 
           
          | 
       
      
         immediatamente ma le sue spiegazioni non producono alcun effetto, così come sono del tutto inutili i due incontri romani, sollecitati dalla Piemme, di  Serio e De Angelis   con Di Vincenzo e l’avvocato della Piemme Ettore Paparazzo.  
          Il 18 gennaio arriva il colpo finale con il telegramma  di licenziamento per giusta causa, cui “seguirà raccomandata”. 
             
            A parte le considerazioni  sulle modalità  dell’operazione perché si sa che Caltagirone è uomo  ruvido e ama circondarsi di esecutori rigidi e affidabili, c’è da chiedersi che cosa è  successo di così grave nelle stanze di via Arcoleo da rendere necessario la  spedizione di una squadra da Roma.  
Partiamo dal licenziato. Salernitano di Cava de’ Tirreni,  cinquantaquattro anni da compiere a marzo, studi a Napoli (liceo scientifico  Alberti e qualche esame a Giurisprudenza), dal ’91 giornalista  pubblicista, De Angelis nel febbraio del 1982 viene assunto alla Manzoni, la  concessionaria della  pubblicità di             | 
       
      
        
          
              
                    Antonio Corbo e Franco Recanatesi
  | 
            Repubblica, e nel ’90 diventa il responsabile per la Campania quando Eugenio Scalfari affida a Franco Recanatesi e al vice Antonio  Corbo il lancio dell’edizione napoletana.  
              Nell’autunno del ’98 De Angelis passa alla Piemme, alla quale                  | 
           
          | 
       
      
        Caltagirone, dopo aver mollato Publikompass, sta dando una dimensione nazionale  per gestire la raccolta pubblicitaria dei  quotidiani del gruppo che hanno l’hub a Roma con il Messaggero, ma spaziano dal  Gazzettino di Venezia al Corriere Adriatico di Ancona fino al
Mattino, al Nuovo Quotidiano  di Puglia a Lecce e al free press Leggo. Dopo quattordici anni di lavoro arriva a sorpresa la  mazzata. Perché? 
Iustitia ha cercato di  sentire i dirigenti della Piemme, ma sono stati giorni a vuoto con  traccheggiamenti a Napoli e rinvii a Roma per gli impegni senza soste dell’amministratore  delegato Franco Cisco e del capo del  personale Di Vincenzo. Intanto nella sede partenopea dopo  un breve interim di Bruno Marrone, che  si occupa della pubblicità legale, è  al lavoro il nuovo responsabile, Fulvio  D’Alterio, che lascia la guida di Manzoni  Napoli (evidentemente per Caltagirone gli uomini di Repubblica sono una  garanzia), e  
                    | 
       
      
        
          
            prenderà ufficialmente servizio il primo febbraio.  
Allora lasciamo Cisco che gira per l’Italia e  cerchiamo di capire che cosa è successo. Alla vigilia dei settanta anni, li  compirà il 2 marzo, Caltagirone  prepara il passaggio del testimone  aziendale ai  figli e sta                | 
              
              Michele Muzii e Paola Venegoni | 
           
          | 
       
      
         riorganizzando le varie società con una profonda rivisitazione del management in tutte le  articolazioni del  gruppo. Alla Piemme l’operazione è partita l’estate  scorsa: saldi sulle loro poltrone il presidente Albino Majore, uomo di fiducia di Caltagirone, e il vice presidente Michele Muzii, il primo taglio ha riguardato Paola  Venegoni, amministratore  e direttore  generale. 
Abolita la casella del  direttore, l’incarico di amministratore  è stato affidato a  Franco Cisco, ex direttore generale della Spe, la concessionaria del gruppo  Monti - Riffeser che controlla i quotidiani Carlino, Nazione e Giorno, con il  compito di disboscare l’organico di dipendenti e agenti e di  chiudere le sedi minori. 
         
        A novembre viene avviata la procedura di mobilità  per stato di crisi a causa del calo del fatturato con l’obiettivo di tagliare  63 unità su 155, di cui otto in Campania su un organico di quindici (e il prossimo incontro tra  Piemme e sindacati è fissato pre il 4 febbraio al ministero del Lavoro), ma le  teste da  
                    | 
       
      
        
          
              
                 Linda D'Ancona e Fabio Jouakim
  | 
            tagliare tra i dirigenti di prima e seconda fascia sono state  probabilmente decise molto prima in base a valutazioni misteriose. Nello scorso  giugno il quotidiano economico Italia Oggi pubblica un articolo molto informato sulla Piemme e, tra l’altro, scrive: “A  breve non è | 
           
          | 
       
      
        escluso che ci siano a cascata ulteriori uscite dalla  concessionaria, soprattutto tra i responsabili di aree commerciali in Campania  e nel Nord Est”. Parole profetiche: a ottobre salta il direttore del Triveneto Stefano D’Ignazio, tre mesi più tardi tocca a De Angelis vittima di  un’esecuzione plateale forse per il timore che la sua uscita potesse diventare  un caso. Intanto il 'telegramma' è già diventato una vertenza giudiziaria perché De Angelis ha impugnato il licenziamento e per  Piemme può suonare come un campanello d’allarme; va infatti ricordato che il  Gruppo Caltagirone al tribunale penale e civile di Napoli ha incassato negli  ultimi anni   diverse batoste. Ricordiamone alcune.  
          Nell’ottobre  del 2007 il giudice Linda D’Ancona ha condannato i dirigenti del Mattino per attività antisindacale. Nel giugno del  2011 la sesta sezione penale, collegio B (presidente Sergio Aliperti, consiglieri Serena  Corleto e Ornella Baiocco) ha inflitto a  Massimo Garzilli,  direttore amministrativo di fatto del Mattino (e consigliere di  amministrazione della Caltagirone editore             | 
       
      
        
          
             spa in quanto membro del comitato di  controllo interno),  un anno e otto mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta  preferenziale. C’è poi il caso del redattore del Mattino Fabio Jouakim, che sembra avere dei punti di contatto con la  vicenda De Angelis:   | 
              
              Massimo Garzilli e Giovanni Serio | 
           
          | 
       
      
          Jouakim è stato licenziato in tronco    per gravi violazioni  informatiche nel febbraio 2011; grazie a un accordo tra le parti, il primo febbraio 2012 è rientrato con il riconoscimento della situazione contrattuale che aveva al momento del licenziamento e assegnato  per  due anni alla sede di Salerno, un accordo che ha così certificato un  clamoroso autogol dei dirigenti del Mattino.   | 
       
     
    
        
            | 
         
      |