Caltagirone, attacco
frontale ai poligrafici

I MANAGER DEL ramo editoria di Francesco Gaetano Caltagirone hanno scatenato un’offensiva violenta contro i poligrafici che lavorano per i primi tre quotidiani del Gruppo: Messaggero, Mattino e Gazzetino.
Ricapitoliamo. Il primo gennaio Massimo Garzilli, direttore amministrativo del Mattino in pensione da otto anni ma tuttora pienamente in servizio, ha inviato una lettera di licenziamento a Ciro Anatella, Leopoldo Centore e Maurizio Di Bianco, tre informatici addetti al centro di elaborazione dati del giornale che lavorano a via Chiatamone da oltre venti anni. Ai licenziamenti

sono seguiti riunioni, assemblee, confronti dei sindacati con l’azienda a Napoli e a Roma in sede Fieg e tre giorni di sciopero (il 9 e il 18 gennaio e il 3 febbraio), ma Garzilli e il capo del personale Giovanni Santorelli non si sono spostati di un centimetro, anzi il 19 gennaio davanti alla Commissione provinciale di conciliazioni Garzilli ha avanzato proposte in qualche modo irridenti, offrendo “in caso di accettazione del licenziamento, un

Massimo Garzilli (*)

percorso di qualificazione professionale onde consentire al lavoratore una eventuale nuova possibilità lavorativa presso altre aziende”.
Intanto la stessa operazione del Mattino, senza però i licenziamenti, è stata ripetuta al Messaggero con lo svuotamento dell’area servizi tecnici attraverso lo spostamento dei quattro addetti, due assegnati ad altri uffici di via del Tritone e altri due trasferiti al reparto spedizioni di Torre Maura. Anche in questo caso incontri a vuoto per la rigidità dell’azienda, comunicati durissimi e scioperi che non hanno scalfito le chiusure dei manager del quotidiano romano, guidati dal direttore generale Alvise Zanardi.
Su una situazione già difficilissima il 22 febbraio si abbatte lo show down dell’azienda che comunica di voler procedere a una riorganizzazione del settore poligrafico con il varo di nuove società. C’è la ‘Servizi Italia 15’, una srl controllata al 99,5 per cento dalla Caltagirone Editore, costituita il 9 dicembre, iscritta alla camera di commercio di Roma due giorni dopo e già presente nell’elenco delle società partecipate della Caltagirone Editore.
La Servizi Italia 15 è dotata di un capitale sociale di centomila euro, ha come amministratore delegato Massimiliano Capece Minutolo del Sasso e dalla visura camerale risulta che è operativo il progetto di scissione e trasferimento di parti delle spa Gazzettino, Mattino e Messaggero.
Dai documenti forniti finora il quadro della nuova organizzazione non è del tutto chiaro, ma alla Servizi Italia 15 dovrebbero passare tutti gli ex poligrafici con funzioni amministrative che avranno il contratto del commercio.
Per il Mattino è prevista una seconda società: Stampa Napoli 2015 srl. Anche la seconda ha la data di nascita, il 2015, a conferma che mentre i

Alvise Zanardi

poligrafici dormivano sonni tranquilli i dirigenti di Caltagirone avevano già preparato lo spezzatino societario.
Ed è uno spezzatino – commenta uno dei graduati di via Chiatamone – che mi preoccupa molto perché punta allo sganciamento dei centri stampa dalla società che edita il giornale. In questo modo i centri potranno essere ceduti in ogni momento. Nel caso della tipografia di Caivano-Pascarola che stampa il

Mattino abbiamo un stabilimento che non ha più altre commesse ed è decisamente obsoleto perché da quindici anni non ci sono investimenti. La strada più semplice è tra qualche tempo venderlo, liberandosi con un colpo solo di tipografia e poligrafici. Continuando con le ipotesi negative, l’operazione, una volta decimati i poligrafici, potrebbe essere ripetuta con i giornalisti. Se la parte nazionale la fa, e bene, il Messaggero a che serve una redazione per il primo dorso del Mattino? Sono sufficienti tre redattori per regionalizzare qualche titolo e qualche servizio. Lo stesso discorso vale per le sedi distaccate che potrebbero essere coperte, con grandi risparmi, con dei service”.
Chiudiamo con i poligrafici napoletani. Il 22 febbraio i Caltagirone boys presentano lo ‘spezzatino’ ai dipendenti e il 22 la rappresentanza sindacale unitaria del Mattino (Agostino Bisaccia e Silvio Sonnino della Uil, Antonio Verde della Cgil)  proclama due giorni di sciopero per il 24 e 25 febbraio.
Il 25 il giornale non è in edicola, ma il 26 febbraio c’è. Che cosa è successo? Lo hanno visto da testimoni alcuni scioperanti che nel pomeriggio del 25 sono davanti allo stabilimento di Pascarola. Nel piazzale staziona una gazzella dei carabinieri ed entrano quattro poligrafici. Gli scioperanti sono impotenti e allibiti; chiamano il loro numero interno al giornale e si sentono rispondere da dipendenti di altri uffici che stanno facendo il loro lavoro.


(*) Da www.flickr.com