Intervista in ginocchio
al sindaco Manfredi

SONO FREQUENTI I buchi, volontari e involontari, della redazione napoletana della Rai, dal marzo 2022 guidata da Oreste Lo Pomo. E nei vertici attuali non c’è neanche l’umiltà di Giuseppe Blasi, responsabile fino al 2003, che si presentava alle 10 alla riunione di redazione con le fotocopie dei giornali in edicola per coprire i vuoti più vistosi.
Il 6 dicembre la Corte dei conti della Campania pubblica la sentenza che chiude il contenzioso con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi condannato a versare alle casse della Federico II, di cui è stato pro rettore

e rettore, 210mila euro oltre il pagamento degli interessi e delle spese legali. Un affare per Manfredi che avrebbe dovuto restituire all'università 763mila euro “per gli innumerevoli incarichi libero professionali - scrivono i giudici - svolti tra il 2007 e il 2019, alcuni dei quali assolutamente incompatibili con lo status di docente”. Il 7 dicembre soltanto il Corriere del Mezzogiorno pubblica con rilievo la

Luigi De Magistris

notizia mentre Mattino e Repubblica Napoli impiegano una settimana per tentare un recupero. A via Marconi invece silenzio assoluto; né Lo Pomo, con la testa alla sua Potenza, né i suoi collaboratori più stretti ritengono di informare i telespettatori della Campania della condanna del sindaco di Napoli.
Nei giorni che precedono il Natale un cronista della sede di Fuorigrotta decide di scrivere una lettera al redattore capo per sottolineare il grave vulnus inferto all’informazione del servizio pubblico e per rimediare si candida a intervistare Manfredi. Non riceve nessuna risposta.
Con l’anno nuovo, al rientro da qualche giorno in Basilicata, Lo Pomo decide di andare di persona a Palazzo San Giacomo dal sindaco. Il 12 gennaio i telespettatori del tgr campano possono apprezzare il risultato della trasferta a piazza Municipio. Un’intervista sostanzialmente in ginocchio, dalla durata anomala (oltre quattro minuti) divisa in due tranche, la prima trasmessa nell’edizione delle 14 e la seconda alle 19,35. Un vero spot gratuito per Manfredi che può toccare tutti i punti dell’orizzonte cittadino (da Bagnoli all’esplosione del turismo, dai trasporti alle periferie al debito del comune) senza che ci sia mai un rilievo, una critica. Il punto più basso arriva quando finalmente Lo Pomo trova il coraggio di affrontare il nodo della condanna della Corte dei conti: “il 2023 si è chiuso con una polemica (!) che riguarda il suo

Cartolina di Napoli con il Vesuvio (dal servizio di Oreste Lo Pomo)

patteggiamento per un danno erariale”. Il capo redattore Rai non parla di condanna, non dice l’importo della sanzione, non fa nessun accenno alle accuse ricevute per gli evidenti risvolti etici della sentenza

sui quali Manfredi ha totalmente taciuto, non cita le critiche dure espresse dall'ex sindaco Luigi De Magistris.
Di fronte a un intervistatore così dimesso Manfredi si permette di fornire ai telespettatori una risposta non vera: “questa è una questione molto vecchia che risale a prima del 2010”. Lo Pomo tace; forse non ha neanche letto la sentenza della Corte dei conti che scrive di “innumerevoli incarichi libero professionali svolti tra il 2007 e il 2019 (quando era rettore della Federico II, ndr)”.
La chiusa del servizio è al livello dell’intera intervista: c’è una cartolina con al centro il Vesuvio come quelle che qualche decennio fa spedivano al paese le coppie che dalle province meridionali venivano a Napoli in viaggio di nozze.