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Recensione in
prima pagina
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DALL’INIZIO DEL 2008 le librerie sono state inondate di volumi sulla vicenda dei rifiuti a Napoli e in Campania. Ecco alcuni titoli: ‘Monnezzopoli / La grande truffa’; ‘Campania infelix’; ‘L’oro della camorra’; ‘La casta della monnezza’; ‘Galli sulla monnezza’; ‘Emergenza rifiuti spa’.
Sicuramente tra i primi ‘Monnezzopoli’, costo 12 euro, pubblicato nel gennaio 2008 dall’editore Tullio Pironti e firmato da Paolo Chiariello, napoletano
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di Sant’Antimo, quarantuno anni, professionista da dieci, capo servizio con base Napoli di Sky Tg24.
A settembre 2008 arriva in libreria ‘Campania |

Le copertine dei libri di Chiariello, Iovene e Capacchione |
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infelix’, costo 10,50 euro; l’editore è la Bur Rizzoli, l’autore Bernardo Iovene, natali campani, pubblicista, inviato di punta di Report, la trasmissione di Milena Gabanelli, insieme alla quale ha firmato nel 2007, con Giovanna Boursier e Sabrina Giannini, il libro ‘Cara politica’.
Due mesi più tardi la Bur Rizzoli torna in libreria con un nuovo titolo: ‘L’oro della camorra’ (10 euro) della giornalista Rosaria Capacchione, radici casertane, quarantanove anni, da ventisei professionista, cronista di giudiziaria del Mattino, oggetto di minacce del clan dei Casalesi, insieme allo scrittore Roberto Saviano e al magistrato Raffaele Cantone.
Tra maggio e giugno 2009 vengono pubblicati altri tre libri. Castelvecchi esce con ‘Emergenza rifiuti spa’ (14 euro) di Sabina Morandi, quarantotto anni, romana, da dodici pubblicista, giornalista scientifica free lance, esperta di ambiente e di biotecnologie.
La Newton Compton dà alle stampe ‘La casta della monnezza’ (12,90 euro); lo firmano Bruno De Stefano e Vincenzo Iurillo. Il primo napoletano di Somma, quarantatre anni, redattore del free press City e autore di vari libri sulla camorra; il secondo stabiese, trentanove anni, ex responsabile della politica al quotidiano Metropolis e neo collaboratore del Fatto quotidiano, il |

Le copertine dei libri di De Stefano e Iurillo, Savarese e Morandi
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giornale diretto da Antonio
Padellaro, in edicola dal 23 settembre.
L’editore Franco Angeli pubblica ‘Galli sulla monnezza’, costo 25 euro, scritto da |
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Rossella Savarese, napoletana, settant’anni compiuti ad agosto, da trentadue pubblicista, ordinario di Sociologia della comunicazione e di Comunicazione di crisi alla facoltà di Sociologia della Federico II.
Di alcuni di questi libri si sono occupati i cronisti di Repubblica Napoli, ma soltanto a uno hanno riservato un’attenzione speciale. Per ‘Galli sulla monnezza’ è stata pubblicata una lunga recensione affidata a una star della sociologia italiana, il professore Domenico De Masi.
La recensione è collocata su due colonne nella prima pagina di Repubblica Napoli (con il titolo del libro citato nel titolo dell’articolo e il nome dell’autrice nell’occhiello) e gira all’interno occupando quasi mezza pagina.
A questo punto è necessaria una digressione. Il segretario del Partito democratico Dario Franceschini, tra gli ospiti il 26 maggio scorso della trasmissione Ballarò, durante un confronto aspro con l’allora direttore di Panorama Maurizio Belpietro, a un certo punto gli dice: “poiché non tutti i telespettatori possono saperlo” informiamoli che lei “è dipendente del presidente del consiglio”. Scena simile c’era stata tre settimane prima, sempre a Ballarò, quando Franceschini, replicando a Carlo Rossella, ex direttore del Tg5 e di Panorama e attuale presidente di Medusa film,
tutte aziende della |
galassia Berlusconi, scandisce: “ho fatto presente un dovere di informazione: quello che sappiamo noi in studio potrebbero non saperlo i telespettatori, cioè che il dottor Rossella è un dipendente del presidente Berlusconi”.
Chiusa la digressione, |

Rosaria Capacchione, Bernardo Iovene e Vincenzo Iurillo |
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torniamo alla recensione di De Masi. Prescindendo dalla qualità del libro, la domanda è: è giusto che i lettori di Repubblica, un giornale che a livello nazionale è impegnato in una battaglia durissima in difesa della libertà di stampa che significa anche trasparenza e deontologia, sappiano che l'autrice a cui viene riservata la recensione in prima pagina è la moglie di Giustino Fabrizio, responsabile dell’edizione napoletana di Repubblica?
Il direttore di Iustitia ritiene di sì, perché chi legge deve essere sempre informato in maniera chiara e completa; tocca poi ai lettori del quotidiano diretto da Ezio Mauro farsi un’idea e valutare la scelta. Per citare Dario Franceschini, “è un dovere di informazione”.
Risolto in qualche modo il primo nodo, resta da affrontare un secondo. È opportuno che un direttore, o comunque il capo di una redazione, dedichi uno spazio rilevante sul giornale che dirige a un congiunto, un amico, una persona che gli è molto vicina?
Anche in questo caso la risposta del direttore di Iustitia, per quello che vale, è netta: non è opportuno. E forse è utile ricordare che nel dicembre del 1990 venne firmato tra l’editore e il comitato di redazione un ‘Patto sui diritti e i doveri dei giornalisti di Repubblica’, che tra l’altro |

Domenico De Masi, Dario Franceschini e Carlo Rossella
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prevedeva l’istituzione di un ‘Garante del lettore’, nominato dal direttore dopo avere sentito il cdr e inserito nella gerenza del giornale. L’incarico venne affidato a giornalisti di prestigio come Piero Ottone e Gianni Corbi, poi il garante è sembrato superfluo ed è scomparso. |
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Una scelta forse sbagliata se dopo 152 anni di storia il New York Times, considerato il più importante quotidiano del mondo, ha deciso di percorrere la strada inversa. Dopo una serie di infortuni che rischiavano di minarne la credibilità, nell’estate del 2003 il direttore Bill Keller, nel giorno dell’insediamento, ha annunciato l’istituzione di un pubblic editor, cioè di un garante dei lettori. |
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