Roma, finisce in tribunale
la campagna su Bassolino

VA AVANTI SISTEMATICA, con punte decisamente aspre, la campagna del quotidiano Roma contro il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. E Bassolino ogni tanto risponde, con i suoi avvocati.
L’ultimo affondo duro è del 3 luglio, con la prima del giornale dominata da un’apertura a tutta pagina. Il titolo è “Bassolino s’affida alla banca del figlio”;

l’occhiello “I debiti della Regione saranno gestiti dall’istituto per cui lavora il rampollo del presidente”. A completare il quadro il fondo del direttore Antonio Sasso, intitolato “Il Governatore si dimetta, se ha coraggio”, mentre a pagina sei il Primo piano


Antonio Bassolino, Italo Bocchino e Paolo Cirino Pomicino

del giornale ha un articolo a pagina piena, “Il grande affaire del figlio di Bassolino”, firmato da un collaboratore, Dario Caselli.
In sostanza i giornalisti del Roma accusano il presidente della giunta di avere affidato la ristrutturazione del debito della Regione Campania, attraverso un meccanismo finanziario che si chiama swap, senza rispettare procedure pubbliche e trasparenti con l’obiettivo di privilegiare l’Ubs, l’Unione banche svizzere, l’istituto di credito per il quale lavora il figlio Gaetano.
Nelle settimane successive Sasso e il numero due del Roma Roberto Paolo hanno continuato a martellare sull’argomento intervistando esperti noti e anonimi, politici (in primis Pomicino e, poi, tra gli altri, Gasparri) e schierando vari redattori del giornale, da Gerardo Ausiello a Mario Pepe a Rodrigo Rodriguez, e corsivisti con pseudonimo, come Corvo rosso.
A metà luglio, nel momento in cui sta diventando incandescente la battaglia di


Raffaele Auriemma, Mario Fabbroni e Mario Pepe
tutti contro tutti sul Calcio Napoli sospeso tra la serie B e la C1, il Roma allarga al calcio il fronte contro il presidente della Regione. Il 14 luglio il catenaccio, a tutta pagina, della prima del Roma è: “Ma Bassolino vuole che il Napoli riparta dalla C con i suoi imprenditori”. Alla

questione che infiamma i tifosi vengono riservate le pagine 2,3 e 4. A pagina 4 l’articolo di Raffaele Auriemma, il redattore responsabile del calcio, è intitolato: “Ma Bassolino insiste: Napoli in C1”.
A questo punto arriva la risposta del presidente della Regione, già anticipata da alcuni lanci di agenzie nel pomeriggio del 3 luglio.
Nei giorni caldi di agosto a Sasso, Caselli e alla sede legale del Roma viene notificata una citazione di ventidue pagine redatta dall’avvocato Francesco Barra Caracciolo. Con la citazione il presidente della Regione Campania chiede al direttore responsabile, all’autore del primo articolo e al quotidiano che fa capo al deputato di Alleanza nazionale Italo Bocchino un risarcimento danni di due milioni di euro, cui andrebbero aggiunti altri duecentomila euro di ‘riparazione pecuniaria’.
L’appuntamento è per il prossimo 30 novembre quando davanti al tribunale di Napoli si svolgerà la prima udienza. A difendere Sasso, Celli e l'editore ci

saranno il civilista Rocco Truncellito e l'amministrativista Orazio Abbamonte.
In ogni caso non è la prima volta che il Roma dedica la sua attenzione ai familiari di Bassolino. Un’intera prima pagina non l’hanno ancora avuta la compagna Annamaria


Roberto Paolo, Gennaro Sangiuliano e Antonio Sasso
Carloni e la secondogenita Chiara, ma l’ex moglie Valeria Spagnuolo sì. Il 31 gennaio 2001 il Roma, allora diretto da Gennaro Sangiuliano, titolò con il rilievo delle occasioni importanti: “Incarico all’ex moglie di Bassolino”. Secondo l’autore dell’articolo, Mario Fabbroni, poi assunto al quotidiano gratuito Leggo, la Regione Campania aveva affidato il Piano di riaccreditamento degli enti che operavano nel settore della formazione professionale alla dirigente del Formez Valeria Spagnuolo. Il giorno successivo il Roma pubblicava le smentite del presidente della giunta regionale e del presidente del Formez Carlo Flamment con il titolo “Bassolino e il Formez: il caso che non c’è”. Ma era una smentita a metà perché il corsivista anonimo nel commentare le lettere scriveva: “E le fonti utilizzate, sia dentro la Regione che nel Formez, hanno confermato l’intenzione dell’affidamento

Barra Caracciolo, Gasparri e Truncellito

dell’incarico alla dottoressa Spagnuolo”.
Dopo tre anni la richiesta di risarcimento sta ormai per imboccare la dirittura d’arrivo. Il giudizio, cominciato nel giugno del 2001, vede da una parte Barra Caracciolo per il presidente della Regione e dall’altra l’avvocato

Potito Maria Pasquarella per il Roma e per Sangiuliano, mentre Fabbroni è contumace. Il giudice Lorenzo Orilia ha fissato per il 31 gennaio l’udienza per la precisazione della conclusioni.