Papere e papaveri
di Josef K. Byte
CONIGLIETTI

Lo scherzo – o, più nobilmente, la beffa, la burla – ha un’antichissima dignità letteraria: viene subito in mente Boccaccio, ma non c’è paese al mondo che non vanti nella sua tradizione culturale un arguto personaggio che, con la sua astuzia, gioca tiri mancini alle sue vittime. Ma quello che è successo a Caserta non è un sapido racconto: perché, quando di mezzo ci sono i giornali, tutto acquista una luce che fa pensare più alla fantascienza che alla novellistica.
Il Corriere di Caserta, di cui è responsabile Gianluigi Guarino, ha tra gli altri titoli della prima pagina del 30 luglio quello sull’arresto di un pedofilo. È l’apertura della cronaca, a piene colonne: “Pedofilia, beccato figlio di un professionista di Tuoro / Una telefonata anonima ha tradito il giovane Domenico Siviero che ora è detenuto nel carcere di Poggioreale / Il 26enne è stato pizzicato in una stanza con due bambini, due coniglietti e una macchina fotografica”. L’articolo di Tina Palomba è ricco di particolari. Siviero è figlio di un “noto professionista di Caserta”. I carabinieri, che “hanno agito con circospezione”, trovano il ragazzo, un “balordo nullafacente”, “letteralmente con le brache calate”, mentre “si tocca” davanti ad “alcuni bambini che stavano giocando spensieratamente mezzi nudi”. Nella stanza, un macchina fotografica e due coniglietti. “Incredibile ma vero”, chiosa la giornalista.
Incredibile, ma falso. Quel che è incredibile ma vero è come sia venuta fuori la notizia. A spiegarlo è, il giorno dopo, ancora il Corriere di

Caserta, in un pezzo non firmato (“Burla dell’avvocato Santonastaso a un suo praticante”), ma scritto, a giudicare dall’italiano affannoso e dagli errori di stampa, in lacrime. La cronista incontra l’avvocato Michele Santonastaso, che, con altri colleghi, “forse allo scopo di rilassarsi dopo una giornata di lavoro in piena estate”, architetta lo scherzo ai danni di Siviero, praticante nel suo studio legale. Dà lui tutti i particolari, compreso quello dei coniglietti. Tina Palomba ci casca.


Gianluigi Guarino

Scrive l’articolo senza minimamente verificare la notizia. Oro colato. Il giornale dà tutta la colpa all’avvocato, per non aver “corretto il tiro precisando che si trattava di uno scherzo”. Punizione, una “tiratina d’orecchi” a Santonastaso, “reduce pochi giorni fa, tra l’altro, dalla morte del padre”: come a dire, ma non aveva altro per la testa? Siviero, da pedofilo, balordo e nullafacente ridiventa quello che è, “giovane praticante avvocato conosciutissimo nella frazione di Tuoro per la specchiata onestà e le doti morali sue e della sua famiglia”, e si sente che vorrebbero aggiungere “e dei suoi amici, e dei parenti dei suoi amici, fino ai cugini di terzo grado”. Salva, invece, la buona fede della redattrice, “un onesto lavoratore, un appassionato operatore dell’informazione che non merita di essere al centro di scherzi di cattivo gusto”.
Insomma, un bel quadretto. Da una parte un avvocato che calunnia, “per rilassarsi”, un suo giovane collega, e che non si preoccupa (e forse spera) che la falsa notizia possa davvero essere pubblicata. Dall’altra la giornalista che scrive un articolo su un fatto grave, “incredibile ma vero”, senza controllare un tubo. In mezzo, gli unici innocenti: il povero Siviero (al posto del quale, oltre alla rettifica, chiederemmo qualche milione di euro di risarcimento), i bambini, e i coniglietti.

 
FLESSI

Il gran pasticcio combinato dall’agenzia Adn Kronos il 21 luglio ha un risvolto interessante. Dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il dibattito politico è come una lavatrice che si può programmare su diversi tessuti: lavaggio morbido, o intensivo, a seconda dei casi. Quel giorno l’Adn mette in rete alle 18.20 un lancio in cui il coordinatore di Alleanza nazionale Ignazio La Russa spara a palle incatenate contro le correnti interne al partito: riferendosi a quelli di Destra sociale, dice che “se davvero pensano di poter fare da soli devono spiegare perché al recente congresso del partito di Benevento non è passato il candidato di un loro pezzo da novanta come Pasquale Viespoli, sottosegretario al Welfare”. E l’Adn commenta: “Per il partito di Fini muscoli flessi e facce feroci”, e dite se non è il ritratto di La Russa. Ma Viespoli non ci sta, e alle 20.11 replica a muso duro, affidando però le sue parole all’Ansa. E sono parole di fuoco: “La Russa ha dato conferma della sua faziosità e dell’uso strumentale del ruolo che ricopre… pensi a fare il


Gianfranco Fini, Ignazio La Russa e Pasquale Viespoli

coordinatore invece di fare piccole e meschine speculazioni correntizie”. Ma alle 21.01, da un altro take Ansa, arriva l’altolà. È stato un “malinteso”. Lo spiega l’ufficio stampa del coordinatore di An: Viespoli ha polemizzato
“rispondendo a una frase che pensava pronunciata da La Russa… sicuramente tratto in inganno da una domanda malposta attribuisce a La Russa una frase virgolettata, apparsa su un’agenzia di stampa, ascritta chiaramente non a La Russa”. La precisazione, un po’ confusa, non viene ripresa dall’Adn Kronos. Tutto viene chiarito da una “cortese telefonata” tra i due esponenti di An, che ci piace immaginare andata così: “Pasquale, non ho mai detto quelle cose”. “Ma figurati, Ignazio: io, a mia volta, non penso quello che ho detto”. “Che ‘ho dato conferma’ di essere fazioso, strumentale e meschino, intendi? Ma allora lo pensavi anche prima”. “No, Ignazio, io non penso, parlo, che non è la stessa cosa”. “Amici come prima, Pasquale?”. “Come prima, Ignazio. Flessi e feroci”.
 
AMERICANI 1

Ma l’Adn Kronos deve avere un problema anche con i nomi di battesimo. Abbiamo letto, sul sito del Barbiere della sera, che il prefetto di Roma Achille Serra è stato ribattezzato Michele Serra: finalmente, la fantasia al potere. Anche noi ne abbiamo trovata una gustosa. Il 21 luglio, in un lancio da Parigi sul Tour de France, leggiamo: “’Oggi Louis Armstrong
ha dimostrato di essere il più forte’. Ivan Basso al termine della cronoscalata dell’Alpe d’Huez è moderatamente soddisfatto”. Siamo sicuri che il bravo ciclista italiano sappia che il campione americano si chiama
Lance, Louis e Neil Armstrong

Lance Armstrong, è bianco e non suona la tromba; ci dispiace solo che, quando ha vinto il suo sesto Tour consecutivo, l’Adn Kronos non abbia titolato con un pertinente “Neil Armstrong stratosferico”.

 
AMERICANI 2

Il premier britannico Tony Blair va a trovare Silvio Berlusconi a Porto Rotondo, e il presidente del Consiglio lo accoglie in bandana. Diventerà il tormentone di mezza estate. Nella cronaca nazionale di Repubblica, il


Silvio Berlusconi e Manu Chao

17 agosto, vengono pubblicate le foto di altre bandane celebri: il cantante Manu Chao, il pilota Jarno Trulli, Ascanio del Grande Fratello (ce lo saremmo risparmiato), Carolina di Monaco e Andre Agassi, il tennista americano che la

didascalia, però, ci dà per francese. Suggerimento ai deskisti: la bandana va sulla fronte, non sugli occhi.

 
PARENTI

Omicidio di camorra ai Quartieri spagnoli. Il Roma del 20 luglio titola in prima pagina: “Ucciso il nipote del ras Trongone / Ferito un passante di 76 anni”. Nel trafiletto la vittima, Emanuele Esposito, diventa, più genericamente, “parente del boss Trongone”. All’interno, Luigi Sannino ci dice che era “imparentato alla lontana con i ras Trongone”. A questo punto, ci aspettavamo che nella didascalia ci dicessero che i due non si conoscevano neppure.

 
PREPOSIZIONI

Repubblica Napoli ha una lunga tradizione di recupero del vernacolo o, quanto meno, di un abbandono dell’italiano; ricordiamo titoli con rapine e incendi “sui” quartieri spagnoli, un bel “mi ha telefonata”, eccetera. Il responsabile Giustino Fabrizio e il suo vice Domenico Del Prete non vogliono essere da meno dei loro predecessori e hanno dato precise
indicazioni al desk. Il 19 luglio, nel titolo del pezzo di Irene De Arcangelis sullo scippo dell’orologio subìto dal pm della Dda Giuseppe Lucantonio, l’occhiello recita “Preso, chiama dalla Questura al complice col cellulare rubato”. Dunque,
Irene De Arcangelis, Giuseppe Lucantonio e Luigi Sannino

“telefonare” è transitivo, come abbiamo visto, mentre “chiamare” è intransitivo. Il Roma buca la notizia, e la riprende il giorno dopo: ma, almeno, si mette in pari con gli errori, perché Luigi Sannino scrive che lo scippatore “si è messo a parlare con il cellulare”. Ma gli hanno risposto le manette.