Doppiolavorista testimonial della legalità

Cara Iustitia,
il 18 agosto la lettura dell'articolo di Davide Vannucci su Repubblica.it mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. Mi ha colpito la parte dedicata ai due Pecoraro-boys, Francesco Borrelli e Tommaso Pellegrino, dipinti come due campioni della legalità in terra di criminalità organizzata, solo per aver presieduto l'associazione degli studenti anticamorra. "La cultura della legalità" dicono i due in coro - e chi sfoglia le agenzie sa che Borrelli e Pellegrino intervengono quasi sempre in coppia, come Sandra e Raimondo - "è una cosa importante, anche nelle piccole cose" e bla, bla, bla. Uguali le notizie messe in rete lo stesso giorno dall'Ansa.
Mi chiedo se il Borrelli in questione sia lo stesso Borrelli di cui il vostro sito Internet ha illustrato i misteri del praticantato giornalistico presso una tv diretta dalla moglie di Giovanni Lucianelli, praticantato, come da voi riportato, svolto nello stesso periodo in cui il Borrelli era sotto contratto presso il Comune di Napoli come portaborse dell'assessore verde Casimiro Monti. Mi chiedo se il Borrelli sapesse che per legge non poteva fare contemporaneamente il portaborse e il giornalista praticante, perché il contratto di praticantato è un contratto a tempo pieno e in esclusiva e chi fa il praticante giornalista non può lavorare altrove. Mi chiedo come Borrelli, una volta diventato assessore della giunta di un altro Pecoraro-boy, Dino Di Palma, sia riuscito a trovare il tempo di completare i 18 mesi di praticantato nonostante gli impegni di assessore gli prendessero dodici ore al giorno. Mi chiedo inoltre come mai la Provincia, quando era guidata da un altro verde, Amato Lamberti, abbia scelto proprio Lucianelli per l'incarico di produrre il progetto grafico della rivista dell'Ente (mai stampata), retribuendolo con più di 20mila euro, ma forse questa è un'altra storia. O forse no. E mi chiedo per quale ragione Borrelli - appurato che si tratta della stessa persona e non di un omonimo - non abbia mai ritenuto di dover replicare alle notizie riportate sul vostro sito, che gettano lugubri ombre sul suo praticantato. Ombre sulle quali chi come Borrelli predica la cultura della legalità avrebbe il dovere morale di fare piena luce.
Inoltre mi chiedo se il Pellegrino in questione, segretario della commissione parlamentare Antimafia in cui siedono due condannati per corruzione, i napoletani Pomicino e Vito, sia lo stesso che alla lettura della puntuale e documentata inchiesta del Sole 24Ore a firma Claudio Gatti sugli assegni a vuoto e le spettacolari manovre finanziarie del senatore Sergio De Gregorio, il cui addetto stampa è Giovanni Lucianelli, ha emesso un comunicato stampa di solidarietà a De Gregorio e 'al suo staff' senza nemmeno entrare nel merito delle cose scritte nell'articolo. Circostanze poi riportate anche nell'indagine a carico di De Gregorio per ricettazione con l'aggravante di aver favorito un clan camorristico, come hanno rivelato qualche mese dopo due giornalisti del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi ed Enzo D'Errico. Due giornalisti che per aver scritto notizie vere hanno subito perquisizioni domiciliari e sequestri di computer, senza che da alcun 'campione della legalità' si sia levata una voce di solidarietà nei loro confronti. Pellegrino, cosa interessante da rimarcare, è stato l'unico parlamentare del centrosinistra a difendere De Gregorio.
Mi chiedo se Vannucci sia a conoscenza di queste notizie.
Infine, mi chiedo se Borrelli e Pellegrino siano i due testimonial migliori per una - sacrosanta e pienamente condivisibile - campagna per la legalità, o se sia meglio che cedano il passo a qualcun altro e si limitino solo a partecipare, come è giusto e come farò anche io.

Jack Frusciante
(*) Da www.premiodams.unibo.it
 
Raimondo Vianello(*)
Sandra Mondaini(*)
Casimiro Monti
Amato Lamberti
Paolo Cirino Pomicino
Claudio Gatti
Enzo D'Errico