Consiglio disciplina
completamente fermo

SI AVVIA A compiere il primo anno di vita e ancora non muove i primi passi: il consiglio di disciplina che deve occuparsi delle questioni disciplinari e deontologiche dei giornalisti campani è completamente fermo. A ottobre ci sono state le dimissioni del presidente Romolo Acampora, sostituito un mese dopo da Mimmo Carratelli; il 23 gennaio ha rinunciato all’incarico Claudio Azzolini, subito seguito da Titti Marrone. Sono rimasti in sette: con Carratelli, la segretaria del consiglio, la pubblicista Barbara Ruggiero, i

professionisti Domenico Gargano, Carmela Maietta, Federico Ricciuti, e i pubblicisti Carlo Alvano e Armando De Rosa.
Dalle dimissioni dei due consiglieri è trascorso oltre un mese, ma né dal consiglio di disciplina, né dall’Ordine regionale è


Mimmo Carratelli e Gennaro Salvatore

partita una comunicazione ufficiale per informare il presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi che poi nominerà con decreto i nuovi componenti. Alemi deve pescare i due professionisti dalla rosa presentata dall’Ordine regionale un anno fa. La scelta è tra Adriano Cisternino, Domenico Ferrara, Ernesto Mazzetti, Maurizio Romano ed Ernesto Tempesta.
Mentre il consiglio di disciplina è immobile, continuano ad accumularsi episodi che richiederebbero interventi urgenti. Mettendo da parte i  giornalisti (uomini e soprattutto donne) che fanno, e non potrebbero,  pubblicità, c’è da notare che cresce con regolarità il numero degli iscritti all’Ordine della Campania indagati, arrestati, condannati.
L’arresto più recente è del 16 febbraio; riguarda Gennaro Salvatore, consigliere regionale del Nuovo Psi e braccio destro del presidente della giunta campana Stefano Caldoro. Dal febbraio del 2005 Salvatore è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti con articoli scritti per il periodico Quattromura. E il 18 febbraio, scrive in una nota il presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli, “ha sospeso ad horas il pubblicista Gennaro Salvatore, agli arresti domiciliari con l'accusa di peculato nell'inchiesta della procura di Napoli sui rimborsi ai consiglieri regionali”.