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Conferenza a inviti,
censura a Lombardo |
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CI VOLEVA IL consiglio di disciplina della Lombardia per bacchettare il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e la sua squadra media (il responsabile comunicazione Nicola Lombardo, incarico assunto nel giugno 2012, e il capo ufficio stampa Guido Baldari) quando, ed è capitato con una certa frequenza, deraglia nei rapporti con giornali e tv.
Il caso di cui ci occupiamo nasce da un comunicato diffuso dal Calcio Napoli il 18 agosto del 2016 con il quale la società informa che agli incontri con l’allenatore degli azzurri Maurizio Sarri saranno ammessi soltanto i giornalisti |
“direttamente invitati dal Napoli”.
Immediata le note di replica del sindacato e dell’Ordine regionale, della Federazione della stampa e dell’Ussi campana che contestano la limitazione grave del diritto di cronaca. La società va per la sua strada e il 19 agosto pubblica sul sito del Napoli la controreplica di Lombardo che è sintetizzabile in quattro punti.
Il primo. “Castel Volturno è la sede del Napoli e se decidiamo di organizzare un |
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Guido Baldari |
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incontro privato con i media invitiamo chi pensiamo sia adatto a questo tipo di occasioni”. Il secondo. “Non ha senso far partecipare a un incontro con un allenatore testate che non avranno la possibilità di interloquire con lui perché il tempo di questi incontri è limitato e deve garantire lo spazio a chi questo lavoro lo sa fare e lo fa da molto tempo”.
Il terzo punto. “Viviamo in un mondo in cui chiunque si può proclamare giornalista per autocertificazione. Persone che non hanno fatto alcuna gavetta, scuola o esperienza in strutture redazionali vere, pretendono di ergersi a giornalisti, di partecipare alle conferenze stampa o agli incontri, e prendere parte attivamente alle discussioni”.
Infine il quarto che è un attacco frontale agli organismi dei giornalisti non del tutto infondato.
“Le associazioni di categoria che tanto si sono agitate ieri per una semplice procedura nella quale sono state
invitate 25 testate media, per quale motivo non si agitano quando i loro associati mortificano la loro professione facendo dei semplici copia e incolla, o scrivendo ‘notizie’ senza fare alcun controllo delle fonti e dei fatti riportati?”
Per denunciare la discriminazione delle testate e le classifiche dei giornalisti bravi e meno bravi il 23 novembre 2016 Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario dei giornalisti campani, invia una “richiesta di apertura |
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Maurizio Sarri |
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di un procedimento disciplinare nei confronti del giornalista Nicola Lombardo” al Consiglio di disciplina della Lombardia perché il capo della comunicazione del Napoli è iscritto all’Ordine lombardo.
Il collegio composto dai consiglieri Tino Fiammetta, presidente relatore, Anna Migotto e Stefano Ferri il 27 marzo delibera l’apertura di un procedimento disciplinare e il 3 luglio, con Fiammetta, |
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Ferri e Franca Deponti, subentrata ad Anna Migotto, ufficializza la decisione. “Il 10 febbraio 2017 – scrive Fiammetta – l’Ordine dei giornalisti dellla Lombardia ha trasmesso al consiglio di disciplina territoriale il fascicolo a carico di Nicola Lombardo. Questo collegio ha aperto un procedimento disciplinare e ha convocato per l’audizione Lombardo il quale, non solo non si è mai presentato all’incontro già fissato e comunicato con una raccomandata ‘ricevuta’, ma non ha nemmeno spedito una memoria difensiva o una qualche plausibile ragione per rimandare o annullare il confronto con il collegio di disciplina. Dimostrando la totale indifferenza verso gli inviti dei colleghi lombardi. Come prevede la normativa non avendo ricevuto alcuna risposta il collegio si è riunito senza l’incolpato e ha preso la sua decisione”.
Passa poi al merito della questione. Il “collegio ha ritenuto violati gli articoli 2 e48 della legge professionale perché Lombardo si è reso responsabile di atti non conformi al decoro e alla dignità professionale. Invitando alle conferenze stampa ‘solo chi pensiamo sia adatto’ ha posto un discrime discrezionale al diritto di cronaca”.
E continua: il “collegio ha inoltre verificato violazioni dell’etica deontologica quando Lombardo scrive: ‘dobbiamo garantire lo spazio (riferito alle conferenze stampa) a |
chi questo lavoro lo sa fare e lo fa da molto tempo’ ”.
Il presidente del consiglio di disciplina arriva quindi al punto nodale. “Riteniamo che la società (Calcio Napoli, ndr) ha legittimamente il diritto di limitare gli accessi agli incontri istituendo il consueto filtro delle autorizzazioni e degli accrediti come avviene in tutta Italia. Ci rendiamo conto che ogni conferenza stampa non può diventare |
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Franca Deponti |
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un’arena incontrollabile, ma che si procede come altrove concedendo gli accrediti ma a tutti gli organi di stampa. Nessuno escluso. Anche a quelli scomodi o non graditi proprio per il basilare rispetto della pluralità delle informazioni. Il criterio di scegliere ‘solo chi è adatto’ o chi fa bene il suo lavoro’ tradisce la volontà di selezionare le testate e i giornalisti in base a un principio molto opinabile e personale”.
Inevitabile la ‘sentenza’. “Questo collegio è convinto che il ‘divieto’ sottoscritto da Lombardi abbia violato la dignità e il decoro dell’Ordine quale organismo professionale nelle sue funzioni istituzionali ledendo i principi di lealtà, buona fede e correttezza e per questo decide di comminare al direttore Lombardo la sanzione della censura”.
Un’ultima notazione. Il direttore di Iustitia ha cercato con insistenza Nicola Lombardo per registrare un suo commento alla ‘censura’. Il telefono per diverse volte ha squillato a vuoto; finalmente alle 14 di sabato 22 luglio il responsabile della comunicazione del Calcio Napoli ha risposto: “veramente sono a tavola”. Ci siamo dati appuntamento per le 15, ma da quel momento e nei giorni successivi il cellulare è risultato “spento o irraggiungibile”. Evidentemente hanno ragione i componenti del collegio di disciplina della Lombardia: Nicola Lombardo ha qualche problema di ‘comunicazione’. |