Caro direttore,
il 23 ottobre ho letto un lancio dell'Ansa Napoli, siglato da Maurizio
Dente, sull'intitolazione a Claudio Miccoli di una strada di Napoli, a
Poggioreale. Di lui si parla come del "ventenne pacifista napoletano ucciso da un gruppo di rivali politici il 30 settembre del 1978" e dell'"ecologista
ucciso a colpi di bastone in Salita Piedigrotta al termine di una serata tra
amicï". E allora mi sono chiesto: chi sono i "rivali politici" di un
pacifista? I guerrafondai? I generali dell'esercito? E quali i "rivali
politici" di un ecologista? I costruttori edili? Le multinazionali del
petrolio? I gitanti che buttano le cartacce nei boschi? O a ucciderlo sono
stati gli "amici", al termine di una serata passata insieme, presumibilmente
a bere come spugne? Ti sembrerò pignolo e puntiglioso, direttore, ma cos'è
questa reticenza nel chiamare gli assassini per quello che erano, e cioè
fascisti? È diventata una parola politicamente scorretta? Scusa per i dieci
punti interrogativi.
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post scriptum: inutile dire che il 24 ottobre il Mattino, nelle pagine di cronaca coordinate da Claudio Scamardella, riporta l'agenzia così
com'è (pag. 22); Repubblica Napoli, se non altro, chiama i fascisti col
loro nome e persino il Roma di Bocchino usa la parola ‘fascisti’.
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