Dipendenti di Teleregione
tra Provincia, tv e giornali
NON SI CHIARISCONO, anzi si moltiplicano i misteri sul mondo che ruota intorno a Teleregione e a Quarto Canale, le emittenti controllate dall’imprenditore Giuseppe Giordano, con sede legale a Napoli, ai Camaldoli, studi a Marcianise e redazione ospite di Videocomunicazioni a Fuorigrotta. Nella nebbia ancora fitta comincia comunque a esserci qualche punto fermo. Il primo è l’organico giornalistico che, al primo ottobre, è formato da 36 unità, di cui 34 (grazie alla legge 407 del 1990 e ai contratti di formazione) con versamento dei contributi a carico dell’Inpgi, l’istituto

nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Con 36 unità le due emittenti hanno la seconda redazione della Campania, dopo il Mattino e alla pari con la sede Rai di via Marconi, e una presenza straripante di praticanti, che non ha eguali in Italia.
Per utilizzare le agevolazioni previste dalla legge 407 sono necessarie alcune condizioni: il


Francesco Borrelli e Valerio Ceva Grimaldi
giornalista da assumere deve essere iscritto da almeno due anni nelle liste dei disoccupati dell’ufficio di collocamento e avere un reddito annuo da lavoro autonomo non superiore ai 3800 euro; deve dichiarare all’ufficio provinciale del lavoro la propria disponibilità ad accettare l’assunzione e presentare in originale all’Inpgi i certificati di iscrizione nell’elenco dei disoccupati e nel registro dei praticanti, il secondo certificato rilasciato dall’Ordine regionale dei giornalisti. In questo modo l’azienda ottiene il totale abbattimento dei contributi, mentre una quota dell’8,60 per cento viene pagata dal dipendente. Per ottenere per il secondo anno l’azzeramento dei contributi l’azienda deve assumere il dipendente a tempo indeterminato.

I PERSONAGGI

Veniamo al secondo punto fermo di questa strana storia: i personaggi. Il primo personaggio è Giuseppe Giordano, il dominus delle due emittenti, napoletano, cinquantatre anni, da due praticante a contributi pieni a Quarto canale, la srl con capitale sociale di 346.800 euro, di cui è amministratore il figlio di Giordano, Michele, mentre l’amministratore di Teleregione, la spa con capitale di 593.400 euro, è la moglie, Domenica Sarnataro.
In seconda battuta, o forse in prima, c’è il regista dell’operazione, Giovanni Lucianelli, napoletano, quarantuno anni, da quindici professionista, direttore

De Gregorio, Corsi e Lucianelli nel 1994
Lucianelli, De Gregorio e Corsi nel 2004

editoriale delle due emittenti, dipendente con contributi pieni e direttore editoriale del quotidiano Cronache di Napoli, anche se sul versante contributivo risulta collaboratore con articolo 2.
Accanto a Lucianelli, due persone: la moglie e il socio. La moglie è Emilia Velardi Colasanti, pubblicista, direttore responsabile delle

tv. Il socio è Sergio De Gregorio, giornalista, editore, impresario, manager e aspirante politico, con il quale Lucianelli ha realizzato varie iniziative; basti citare nel ’94 l’edizione campana del Tempo e nel ’97 il ritorno in edicola dello storico quotidiano socialista Avanti!, con la registrazione e l’utilizzo della testata L’Avanti!. Il nuovo progetto, dai contorni via via più definiti, è un canale satellitare, Italiani nel mondo channel, che ha mosso i primi passi in estate.
Il terzo protagonista di questa storia è l’Ordine dei giornalisti della Campania, l’intero Ordine, a cominciare dal presidente Ermanno Corsi, per continuare con i consiglieri professionisti Francesco Bufi, Ottavio Lucarelli, Francesco Landolfo, Umberto Nardacchione, Lino Zaccaria, e chiudere con i consiglieri pubblicisti Domenico Castellano, Maurizio De Tilla e Domenico Santonastaso. È infatti l’Ordine regionale che ha certificato l’effettivo svolgimento del praticantato dell’esercito di aspiranti professionisti e ha fornito all’Inpgi la documentazione indispensabile per l’iscrizione all’istituto di previdenza.

IL CONVITATO DI PIETRA

C’è in questa strana storia anche un convitato di pietra; apparentemente non c’entra niente, nessuno lo nomina, ma è una presenza costante: è l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, da quattro anni presidente nazionale dei Verdi.
Per anni ha utilizzato Lucianelli come addetto stampa e consulente per la

comunicazione. Memorabile la puntata di Scherzi a parte, che lo vide protagonista: mentre gira con la sua auto nel parco nazionale del Vesuvio, Pecoraro viene fermato da falsi agenti della Forestale, che trovano nel portabagagli un animale ucciso. Accusato di caccia di frodo, non sa che fare, cerca di spiegare e di farsi riconoscere, alla fine prende il cellulare e chiama il suo salvatore, l’addetto stampa Lucianelli. Del resto i rapporti tra il politico e il giornalista erano così stretti che nel novembre del 2000 l’editore di Telelibera Lucio Varriale,


Alfonso Pecoraro Scanio

impegnato in un aspro contenzioso giudiziario con Lucianelli, decise di tagliare gli spazi televisivi che aveva affidato a Pecoraro e al suo collaboratore Francesco Borrelli.
Ancora. La Provincia di Napoli, da dieci anni guidata dai Verdi, nel 2004 ha preparato e varato una determina da 23mila euro per affidare direttamente a Lucianelli la redazione del progetto grafico di una rivista. Quindici mesi fa il progettista è stato pagato, ma del progetto e della rivista non si hanno notizie, né il presidente della giunta provinciale, il verde Dino Di Palma, ha ritenuto di fornire chiarimenti, nonostante da agosto ci siano polemiche giornalistiche e politiche sulle iniziative intraprese dalla Provincia sul fronte della comunicazione e dell’informazione.
Va ricordato che tra le decine di praticanti di Teleregione a carico dell’Inpgi c’è l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Napoli, Francesco Borrelli, numero uno tra i pupilli di Pecoraro. Tra i praticanti fino a giugno scorso c’è stato Valerio Ceva Grimaldi, prima componente dello staff del presidente della Provincia di Napoli Amato Lamberti con contratto di esclusiva, poi addetto stampa del verde Casimiro Monti, assessore del comune di Napoli.
La vicenda di praticanti con il doppio lavoro non sembra aver scosso più di tanto gli operatori del settore. “Ho letto del dinamismo frenetico dell’assessore provinciale all’Agricoltura, – dice il titolare di un’agenzia di servizi televisivi con oltre venti anni di attività - non conoscevo la vicenda e mi ha divertito.


Dino Di Palma e Casimiro Monti

Però da molto tempo non scrivo più lettere a Babbo Natale e so che la storia finisce qui. Tutti fanno finta di niente; anche i giornali ‘grandi’ guardano avanti. Prendi Demarco, il direttore del Corriere del Mezzogiorno: fa i dibattiti sui trentenni emergenti partendo da Borrelli, ma se c’è da verificare cosa fa l’assessore Borrelli si distrae; quando si può dare una

staffilata a Bassolino non si tira indietro, e qualche volta la denuncia è azzeccata, sul resto silenzio. Allora a che serve la cascata di interventi sulla legalità? Ma il discorso riguarda anche Mattino e Repubblica. Intanto avere il record di praticanti serve; ti fa scalare le classifiche del Corecom e a fine anno incassi più soldi”.
Allora passiamo a un altro protagonista di questa strana storia, Samuele Ciambriello, presidente del Corecom campano, il comitato regionale per le comunicazioni. Tra i vari compiti del Corecom c’è la compilazione della graduatoria regionale delle emittenti che hanno diritto a incassare i contributi statali.
Nel 2004 la somma destinata alle tv locali in tutta Italia è stata di 77.183.519,40 euro; nel 2005 salirà a 89 milioni di euro; per il 2004 sono arrivati 7.314.798,71 euro in Campania, che si è piazzata al quarto posto, alle spalle di Lombardia (oltre undici milioni), Puglia (dieci milioni e mezzo) e Sicilia (quasi nove milioni); per il 2005 saranno più di otto milioni gli euro destinati alla Campania. Nell’elenco per la ripartizione 2005 le emittenti ammesse dal Corecom sono quaranta, ma le ultime due hanno punteggio zero. In ogni caso le posizioni utili sono le prime quindici che si spartiscono i quattro quinti della somma, quindi sei milioni di euro, mentre le altre si dividono i residui due milioni.
Tra i principali criteri utilizzati per stilare la classifica ci sono il fatturato e il numero di dipendenti, con punteggi che variano: 60 punti per i giornalisti

professionisti, 45 per i pubblicisti e per i praticanti, 30 per gli altri dipendenti. Con questi criteri le tv di Giordano, non potevano che diventare aziende leader in Campania. Infatti nella graduatoria 2005 pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione


Antonio Bassolino, Samuele Ciambriello e Marco Demarco

Campania lo scorso 26 settembre, con in calce le firme di Ciambriello e del funzionario Loredana Bianco (sorella di Francesco, consigliere di Forza Italia al comune di Napoli), Italiamia, marchio tv di Teleregione, è seconda a pochi punti dalla prima, e Italiamia 2 (marchio di Quarto Canale) è nona.
Il Corecom prepara la graduatoria, il ministero delle Comunicazioni, guidato dal casertano Mario Landolfi, taglia le fette della torta. Ma quanto vale l’argento di Teleregione e il piazzamento nei top ten di Quarto canale? “I soldi dal ministero arriveranno nel 2006; – dice uno dei concorrenti di Giordano – ai primi di agosto ci hanno pagato il 2004; credo che a Giordano siano andati più di 800mila euro, per il 2005 dovrebbe raggiungere il milione di euro”.
Impossibile avere conferme da Giordano che preferisce non farsi raggiungere; al cellulare non risponde, cortesi segretarie e collaboratrici (persino quelle dell’azienda di abiti da sposa della moglie) annotano diligentemente i numeri del giornalista di Iustitia, ma la chiamata dal patron di Teleregione non arriva.

L’INPGI

Due personaggi che in questa storia non c’entrano sono i generali di divisione
Giovanni Mariella e Vito Bardi, rispettivamente comandante interregionale e campano della Guardia di finanza. Ma c’è qualcuno dei protagonisti di questa storia che, ovviamente off record, li vuole tirare in ballo. “Non tocca a noi – è il ritornello – controllare la veridicità delle dichiarazionie l’autenticità dei documenti. È un compito che spetta alla Guardia di finanza”.
Chi invece in questa storia c’entra in pieno è Gabriele Cescutti, veneziano


Vito Bardi, Guido Besana e Giovanni Mariella

sessantatre anni, presidente dell’Inpgi. E con Cescutti, c’entra Guido Besana, natali nell’Illinois, a Chicago, quarantaquattro anni, giornalista Mediaset, presidente all’Inpgi della commissione vigilanza.
La strana storia di Teleregione, con decine di

giornalisti, professionisti, pubblicisti e praticanti, tutti a carico dell’Inpgi, sta costando cara all’istituto di previdenza.
Abbiamo chiesto a un tecnico della previdenza di fare un’ipotesi del costo dell’operazione. “Facendo calcoli largamente al ribasso, - è la sua risposta – possiamo dire che, con il contratto Frt, i contributi mensili a carico del datore di lavoro per il praticante e il professionista con meno di ventiquattro mesi sono di circa 250 euro mensili; se moltiplichiamo questo importo per una quarantina di dipendenti, con un rapporto di lavoro che viene troncato al termine di due anni, per l’Inpgi  abbiamo mancati incassi per 240mila euro”.
Siamo partiti dallo straordinario organico giornalistico delle due tv e torniamo allo straordinario organico giornalistico. Abbiamo già visto due praticanti, Borrelli e Ceva, con il doppio lavoro alla Provincia. E alla Provincia ha lavorato anche Luisa Maradei, staffista fino all’estate 2004 dell’ex assessore ds Luca Stamati e buona amica di Ceva Grimaldi.
Poi c’è un gruppo di giornalisti delle due emittenti riconducibili a Sergio De Gregorio, a cominciare dai figli di suoi amici storici: Luigi Clarizia, figlio di

Enzo, ex direttore del Banco di Napoli; Massimo Iovane, figlio di Francesco Iovane, fotoreporter  scomparso che lavorò anche con Giuseppe Marrazzo. C’è poi Maria Lavitola, insegnante, sorella di Valter, direttore e amministratore del


Luigi Clarizia, Valter Lavitola e Gianfranco Rotondi

quotidiano L’Avanti!, che ha resuscitato nel ’97 insieme a Lucianelli e De Gregorio, che del quotidiano socialista è direttore editoriale. Alla cucina della pagina campana dell’Avanti! lavora Francesco Russo, mentre Roberto Race e Barbara Tafuri sono attivi a Italiani nel mondo channel, tv satellitare di cui è dirigente Andrea Viscardi, praticante.
C’è poi il De Gregorio deciso a sfondare in politica, fino a marzo esponente di Forza Italia, poi dopo lo stop imposto da Martusciello alla sua candidatura alle Regionali, passato alla nuova Dc di Gianfranco Rotondi, il cui addetto stampa, Alfredo Tarullo, risulta professionista di Quarto Canale ed è, al tempo stesso, direttore responsabile del quotidiano Democrazia cristiana, di cui Rotondi è direttore politico.
Passiamo alla truppa, con doppia contribuzione Inpgi, che è in singolare comproprietà tra le tv di Giordano e il quotidiano Cronache di Napoli, di cui Lucianelli è direttore editoriale. Sono in organico alle tv con la legge 407 Marcello Altamura, articolo 2 al quotidiano, Simone Di Meo, professionista in entrambe le testate che a gennaio 2005 risultava all’Inpgi praticante contemporaneamente a Teleregione e a Sud notizie (Cronache),


Francesca Falco, Pier Paolo Petino e Barbara Tafuri

Giuseppe Messina, articolo 2 al quotidiano, Fabio Relino, praticante 407 a Teleregione e praticante a contributi pieni a Cronache. Strana anche la posizione di Pier Paolo Petino, giornalista professionista dall’ottobre del 1997, assunto a Teleregione il primo

ottobre 2004 apprendista grazie alla 407, ma fino al giorno precedente redattore capo di Videocomunicazioni, l’agenzia diretta da Francesca Aulisio.
Infine nella strana storia una singolarità a rovescio: due delle giornaliste in organico a Teleregione, il direttore responsabile Emilia Velardi Colasanti e la conduttrice e redattrice Francesca Falco, non risultano iscritte all’Inpgi. Perché?