Pacco alla giuria
del premio Siani

IL 24 SETTEMBRE la giuria presieduta dal procuratore della Repubblica di Campobasso Armando D’Alterio ha ufficializzato, nel salone del Mattino intitolato al cronista ucciso dalla camorra, i vincitori del premio Siani. Come anticipato dal comunicato diffuso il 17 settembre il primo premio, con accluso assegno di 2500 euro, è andato ex aequo a ‘Giovanni Falcone, un eroe solo’ di Maria Falcone con Francesca Barra e a ‘Giancarlo Siani.

Passione e morte di un giornalista scomodo’ di Bruno De Stefano, edito da Giulio Perrone.
Il riconoscimento a De Stefano lascia francamente stupefatti. Iustitia si è occupata del caso nel numero scorso, ma è


Maria Falcone premiata da Armando D'Alterio e Paolo Siani

utile ricapitolare la vicenda. Nel bando del premio viene fissato al 20 giugno il termine per la presentazione delle opere, ma al 24 settembre il libro su Siani, edito da Giulio Perrone, non è ancora presente nelle principali librerie napoletane come Fnac (“arriva giovedì 27 settembre”, ci dicono) e Loffredo.
Ora torniamo al termine stabilito dal bando: “lavori pubblicati entro il 20 giugno”. Pubblicare, secondo il dizionario Devoto-Oli, significa “mettere a disposizione del pubblico coi mezzi ordinari dell’informazione (pubblicare una notizia) e con particolare riferimento ai prodotti di attività artistiche, scientifiche, culturali (pubblicare un libro, un disco, una rivista)”. Il libro non era nelle librerie a giugno, a luglio, ad agosto e neanche nella prima metà di settembre. Aggiungiamo un altro elemento: il 30 agosto sul suo profilo Facebook De Stefano mette in pagina la copertina del libro e scrive: “tra pochi giorni in libreria”. Un libro quindi non pubblicato nei termini fissati dal bando e perciò impremiabile. Il libro invece è stato premiato da una giuria pigra, nella quale sono presenti persone largamente stimate come il presidente D’Alterio, il direttore del Mattino Virman Cusenza, il primario di Pediatria dell’ospedale Santobono Paolo Siani.
Dopo la segnalazione di Iustitia i componenti della giuria si sono limitati a chiedere notizie all’editore che ha garantito: ‘Giancarlo Siani. Passione e morte di un cronista scomodo’è stato “editato” a giugno. Una risposta, non a caso,


Bruno De Stefano e Giulio Perrone

ambigua e comunque insufficiente. Ma per i giurati basta perché, assicurano, intorno al 20 giugno hanno ricevuto una pacco con tre copie del libro. Questione allora chiusa, anzi strachiusa.
Resta però da capire il singolare autogol della casa editrice. Stampa il

libro a giugno, ma non lo manda nelle librerie. Può essere una scelta: farlo uscire ai primi di settembre quando si riaccendono le luci sull’omicidio Siani e fioccano interviste,  recensioni, eventi; citiamo l'articolo di Matteo Tonelli sul Venerdì di Repubblica del 31 agosto, la recensione di Carmine Festa il 16 settembre sul Corriere del Mezzogiorno, la presentazione del volume il 18 settembre alla libreria Feltrinelli; i servizi del Mattino che il 23 settembre pubblica anche un’intera pagina sulla vicenda Siani, con interventi di Stefano Caldoro e Luigi De Magistris. Ma non è una strategia. Chi ha letto gli articoli e ha cercato il libro non lo ha trovato. Allora l’unica spiegazione possibile è un’altra: il libro ad agosto non era ancora pronto.
Come risolvere il giallo? Semplice: mettendo a confronto una delle tre copie inviate a giugno alla giuria con una delle copie disponibili alla Feltrinelli il 18 settembre nel giorno della presentazione con l’autore. Subito il mistero si risolve: a giugno è stata inviata una copia che era soltanto una lavorazione molto avanzata del libro, ma profondamente diversa dall’edizione definitiva.
In tre mesi cosa è cambiato? Sono tante le differenze e ne elenchiamo soltanto alcune. Copertina esclusa, a giugno le pagine sono 272, a settembre 288 e il prezzo lievita da 15 a 16 euro, mentre rimane inalterato il codice Isbn che

invece doveva cambiare perché l’Agenzia internazionale dell'Isbn stabilisce che "per ogni edizione distinta comportante modifiche significative riguardanti una o più parti di un prodotto è necessario un distinto codice Isbn". Non rispettare le indicazioni


Virman Cusenza e Giacomo Devoto (*)

dell’agenzia internazionale Isbn può sembrare un dettaglio, ma non lo è: significa che le copie di giugno non hanno avuto nessuna circolazione ‘esterna’. Nel risvolto di copertina cambiano persino le note biografiche dell’autore e, a settembre, nella parte finale vengono pubblicate otto pagine intitolate ‘Fotocronaca di un’esecuzione’, con otto immagini gratuitamente raccapriccianti di Giancarlo nella sua Mehari con il volto rigato dal sangue. Per di più viene sostituito il testo della controcopertina: a giugno c’erano due righe (“Ho letto Bruno De Stefano. Un libro secco, chiaro, duro”) con la firma di Roberto Saviano; a settembre ci sono tredici righe generiche sul libro. Perché salta Saviano? Perrone e De Stefano  avranno pensato che forse stavano esagerando: le due righe dell’autore di Gomorra non si riferiscono al volume su Siani, ma a un libro, ‘L’Italia del pizzo e delle mazzette’, scritto da De Stefano nel 2010.
Nella ‘seconda’ edizione vengono aggiunte sette pagine con l’indice dei nomi e la bibliografia. E ci fermiamo ricordando le citazioni che aprono il volume: sia a giugno che a settembre c’è Gustave Flaubert, mentre cambiano le altre due, con l’esclusione del giudice Paolo Borsellino e l’ingresso del cronista del Mattino Maurizio Cerino. E con l’operazione ‘pacco di giugno’ (copie raffazzonate a uso esclusivo della giuria) abbiamo un’altra conferma che il libro non è stato pubblicato entro il 20 giugno.
Anche a premio Siani assegnato la questione allora non è chiusa. Ci sono stati infatti una serie di comportamenti che non appaiono in linea con gli obiettivi


Paolo Borsellino (**) e Maurizio Cerino

indicati nello statuto e nel bando del premio. E ora che fare?
La scelta più semplice è fare gli struzzi; e ce ne sono tanti in circolazione. O battere una strada più faticosa. Intanto è necessario chiarire che la questione sollevata prescinde dal valore delle

pagine scritte da Bruno De Stefano, che, a giudicare dai libri già pubblicati, sarà anche di qualità notevole e aggiungere, e siamo nell’ovvio, che il Siani non è il premio Pulitzer e il riconoscimento in denaro è di 1.250 euro. Ma se il premio intitolato a Giancarlo Siani non deve risolversi in puro rito, in passerella per autorità civili e militari e in gita per scolaresche, è necessario che la giuria difenda la sua credibilità, rilegga l’intera vicenda anche alla luce di quanto dichiarato dall’editore, faccia una onesta autocritica e ritiri il premio.

(*) Da documentari.iobloggo.com
(**) Da www.nostalgiatoscana.it