L'Ordine scrive ai morosi,
ma dimentica la revisione

MINI CARTELLE PAZZE anche all’Ordine dei giornalisti della Campania, che, su input dell’Ordine nazionale, ha avviato il recupero delle quote non versate dagli iscritti negli anni scorsi. In 3900 hanno ricevuto una lettera di sollecito, ma oltre cinquanta dei destinatari erano in regola con i pagamenti.
Tra i sollecitati per errore c’è chi non l’ha presa bene, ad esempio Domenico Ferrara, redattore capo del Mattino e del Roma in pensione ed ex presidente della Casagit, la cassa di assistenza medica dei giornalisti. All’ingiunzione di versare 485 euro per il periodo 2003-2007, firmata dal presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli e dal tesoriere Adriano Albano,

Ferrara ha replicato con durezza, affidando la risposta all’avvocato Francesco Maria Lamantia
“Appare doveroso puntualizzare – scrive il legale in una lettera indirizzata al presidente, al tesoriere e all’intero consiglio direttivo – che il commendatore Ferrara, iscritto all’Ordine da oltre un quarantennio, ha provveduto sempre, con estrema puntualità, al


Domenico Ferrara e Ottavio Lucarelli
pagamento delle quote annuali. È evidente, perciò, che l’incauta imputazione di un presunto inadempimento – dovuta, probabilmente, a superficialità e disattenzione nelle relative verifiche – si è concretizzata, per il mio assistito, in una profonda offesa alla propria dignità e reputazione professionale”.
Quindi Lamantia chiede un gesto risarcitorio: “Tanto premesso, vi invito a compiere le opportune verifiche e a provvedere, nel più breve tempo possibile, ad inviare al giornalista professionista Domenico Ferrara una doverosa comunicazione di rettifica e scuse. In mancanza, e mio malgrado, mi vedrò costretto a tutelare, in ogni sede opportuna, le ragioni del mio assistito”. Dalla lettera dell’avvocato di Ferrara sono trascorsi poco meno di due mesi, ma da Lucarelli non arriva nessun segnale. Del resto questa è la strada spesso battuta dal presidente dell’Ordine campano; basti ricordare il silenzio, nonostante le sollecitazioni arrivate dal segretario dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino, sulla vicenda delle condanne penali definitive di Ermanno Corsi,


Adriano Albano e Enzo Iacopino

emersa dopo l’ordinanza depositata nello scorso ottobre dal giudice Paola Valeria Scandone.
È comunque positivo il dinamismo sul recupero delle quote che consentirà di ridurre il debito con il consiglio nazionale. Continua invece l’immobilismo totale sulla revisione degli albi dei professionisti e dei pubblicisti, indicato dalla legge istitutiva come

compito primario dell’Ordine, compito in Campania disatteso da decenni.
La responsabilità è certo di chi era e di chi è alla guida dell’Ordine regionale, ma riguarda anche chi ha l’obbligo del controllo, a cominciare dal ministro della Giustizia che, per l’articolo 24 della legge istitutiva, “esercita l’alta vigilanza sui consigli dell’Ordine”.