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Archiviata la querela
contro Capua e Verna
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SI È CHIUSA con un’archiviazione la querela per diffamazione presentata da Ermanno Corsi nel luglio 2004, quando era ancora presidente dell’Ordine dei giornalisti campani, contro Patrizia Capua (Repubblica Napoli) e Carlo Verna (Rai, Tg Campania).
All’origine della denuncia una dichiarazione rilasciata all’Ansa il 14 giugno 2004 dai due giornalisti seguita da un’aspra replica di Corsi, che minacciava azioni legali. La vicenda trovava pochi giorni dopo una ribalta nazionale a |
Genova dove il 17 e 18 giugno era convocato il consiglio della Fnsi. Davanti ai rappresentanti sindacali di tutti i giornalisti italiani, Capua e Verna avevano raccontato la paradossale situazione campana e il consiglio aveva approvato un documento di solidarietà
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Ermanno Corsi e Vincenzo Galgano |
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nei confronti dei due consiglieri nazionali partenopei minacciati da Corsi, documento approvato con 37 voti a favore, 13 contrari e quattro astenuti.
“Dalla vicenda - era scritto nel documento - scaturiscono due considerazioni: i fatti citati sono evidentemente veri, dal momento che non vengono smentiti neanche in parte; dai vertici dell'Ordine della Campania viene negato qualsiasi spazio per la critica e la dialettica democratica".
Cosa c’era di ‘diffamatorio’ nella dichiarazione all’Ansa? La richiesta rivolta all’Ordine regionale della Campania di adottare sulle condanne penali subìte dai giornalisti iscritti una linea omogenea e equa: “È giusto che il nuovo consiglio parta nella maniera migliore, all’insegna della legalità e della deontologia, in questi anni troppo spesso disattese. È indispensabile però che
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Ivan Montone e Carlo Verna
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il rigore cominci dai vertici, e che sia eguale per tutti”.
Il presidente uscente dell’Ordine regionale Ermanno Corsi ha riportato in questi anni ripetute condanne penali e almeno una di queste ha ottenuto il suggello della Corte di cassazione. Ma
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non risulta che Corsi abbia mai informato l’Ordine nazionale come è suo preciso dovere per consentire l’immediata apertura di un procedimento disciplinare da affidare ad altro Ordine regionale”. Un mese dopo il consiglio nazionale di Genova Corsi, assistito dall’avvocato Ivan Montone, è andato in procura a denunciare per diffamazione Capua e Verna, difesi dagli avvocati Giuseppe Fusco e Enrico Donatone. Ma le tesi di Corsi non hanno convinto il pubblico ministero Teresa Grieco che, dopo due anni e mezzo di indagini, il 30 marzo scorso ha chiesto l’archiviazione della querela.
Per ribaltare una situazione compromessa l’avvocato Montone ha giocato a sorpresa una carta disperata, chiedendo alla procura generale, guidata da Vincenzo Galgano, di avocare l’inchiesta. Il colpo non è andato a segno perché il sostituto procuratore generale Gerardo Arcese ha respinto la richiesta e il 9 ottobre il giudice per le indagini preliminari Paola Valeria |
Scandone ha depositato le motivazioni della sua ordinanza.
“Ad avviso di questo giudice, – scrive la Scandone – l’aspra polemica in cui si è estrinsecato il pensiero dei due giornalisti indagati non appare tale da trasmigrare in volontà diffamatoria nei
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Patrizia Capua e Teresa Grieco |
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confronti del denunciante; per esemplificare quanto sin qui argomentato: i due giornalisti Verna e Capua, fondatamente, e non già mendacemente, hanno fatto riferimento all’esistenza di alcune condanne – effettivamente riportate dal Corsi - …; la notizia, del pari divulgata dal Verna e dalla Capua, del mancato ragguaglio del Corsi di tali vicende giudiziarie, all’Ordine nazionale della stampa, sulla scorta degli atti di indagine, si è rivelata munita di fondamento …; infine, le altre doglianze, del pari lamentate dal denunciante, attinenti al mancato rispetto del dovere di pubblicare notizie vere e fondate, non hanno trovato utile spazio dagli atti di indagine. In conclusione, mancando, in radice, la condotta diffamatoria contestata, allineandosi, per il resto, alle argomentazioni in fatto e in diritto spese dal pubblico ministero, si ritiene di |

Lorenzo Del Boca e Enzo Iacopino
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destituire di fondamento la presente opposizione, pronunciandosi in questa sede, decreto di archiviazione”.
Con la decisione della Scandone la magistratura ha esaurito il suo compito e ha sancito che Corsi non ha informato, come avrebbe dovuto, l’Ordine
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nazionale (“la notizia … del mancato ragguaglio del Corsi di tali vicende giudiziarie, all’Ordine nazionale della stampa, sulla scorta degli atti di indagine, si è rivelata munita di fondamento”).
La palla passa ora all’Ordine regionale (presidente Ottavio Lucarelli, segretario Gianfranco Coppola) e, soprattutto, all’Ordine nazionale (presidente Lorenzo Del Boca, segretario Enzo Iacopino).
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