Genova, al consiglio Fnsi
scoppia il caso 'condanne'
L'avevano annunciato e hanno mantenuto l'impegno: al consiglio nazionale della Federazione della stampa, riunito a Genova il 17 e 18 giugno, i consiglieri Patrizia Capua e Carlo Verna hanno aperto il 'caso Napoli'.
In particolare si è discusso della reazione del presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania Ermanno Corsi al comunicato firmato da Capua e Verna, con il quale i consiglieri della Fnsi chiedevano che l'Ordine regionale sulla questione delle 'condanne penali' adottasse la linea del rigore nei confronti di tutti, a cominciare dai propri vertici. Nella replica Corsi ha esordito annunciando che sottoporrà a un penalista le dichiarazioni dei due consiglieri della Fnsi " per valutare i necessari interventi nei confronti di chi solleva polveroni".
Al consiglio nazionale di Genova uno dei primi a intervenire è stato Carlo Verna. Il giornalista Rai ha parlato delle platee degli iscritti che in Campania si allargano in occasione degli appuntamenti elettorali, prima di arrivare alla

questione delle 'condanne penali'. Ha ricordato il caso del pubblicista eletto al consiglio dell'Ordine nazionale condannato in primo grado per estorsione 'televisiva', ma anche le condanne penali riportate da Corsi, che almeno in un caso hanno ottenuto il "suggello


Enrico Ferri e Marcello Zinola
definitivo della Corte di cassazione". A proposito del presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania, Verna ha citato la condanna in primo grado inflittagli dal tribunale di Nola per avere diffamato un parlamentare e ha letto dal giornalino curato da Corsi qualche rapidissimo passaggio come la rubrica 'Metafore'. Nella rubrica c'è un veloce scambio di battute: a chi offre una copia della pubblicazione edita dal parlamentare viene risposto: "No. Perchè la carta igienica, a casa, già ce l'ho". Verna ha anche riportato le parole del difensore del deputato diffamato. "Tralascio le espressioni palesemente diffamatorie; - ha detto l'avvocato Orazio Cicatelli davanti al tribunale presieduto dal giudice Maria Picardi - sono però francamente sconcertato dal fatto che il presidente dell'Ordine dei giornalisti, per replicare alle critiche sul funzionamento dell'Ordine da lui guidato, utilizzi il numero zero di un periodico, che non è mai stato registrato in tribunale, per aggredire con articoli anonimi un parlamentare della Repubblica".
Subito dopo ha preso la parola il presidente dell'Assostampa partenopea Gianni Ambrosino, che ha fornito alcuni chiarimenti sul numero di iscritti riportati nell'ultimo bilancio, notevolmente lievitato al momento delle elezioni di

Marco Gardenghi e Giovanni Rossi
fine maggio, e si è speso in una difesa d'ufficio di Corsi.
All'ex segretario della Fnsi Sergio Borsi che aveva chiesto uno spirito unitario per andare con più forza al confronto con gli editori, ha replicato il segretario generale aggiunto Giovanni Rossi.
"Tutti gli appelli all'unità - ha detto Rossi - sono bene accetti. Bisogna però intendersi sugli obiettivi e sul metodo. Per capirci, non si può sparare con parole truci e attacchi violenti contro gli avversari e, dopo aver perso le elezioni, avanzare generici appelli all'unità, perché l'appello risulta poco credibile e strumentale. Uno dei punti fermi è che l'unità si fa rispettando, tutti, le regole. Invece a Napoli si vuol far diventare un caso nazionale la vicenda del pubblicista che ha riportato una grave condanna in primo grado soltanto perché è stato eletto in una lista di opposizione alla maggioranza che governa l'Ordine della Campania".
Nella mattinata del 17 giugno è intervenuta Patrizia Capua che sulle 'condanne penali' ha ribadito le argomentazioni già espresse da Verna e si è soffermata su due questioni: le diffamazioni, citando la situazione nella quale si è venuto a trovare Lino Jannuzzi, che ha evidenziato la necessità di una forte pressione della Federazione della stampa sui parlamentari perché approvino in tempi rapidissimi nuove norme; il mobbing, con riferimento a casi napoletani come la vicenda della giornalista Patrizia Orpello all'Authority per le comunicazioni, per la quale ha sollecitato un intervento più incisivo del segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi nei confronti del presidente dell'Authority Enzo Cheli.
È stato quindi presentato un documento di solidarietà ai due consiglieri napoletani 'minacciati' di querela, con parole dure indirizzate a Corsi. "Dalla

vicenda - è scritto nel documento - scaturiscono due considerazioni: i fatti citati (le condanne penali di Corsi, ndr) sono evidentemente veri, dal momento che non vengono smentiti neanche in parte; dai vertici dell'Ordine della Campania viene negato


Orazio Cicatelli e Lino Jannuzzi
qualsiasi spazio per la critica e la dialettica democratica". In calce al documento oltre una dozzina di nomi. Tra i firmatari il segretario aggiunto Fnsi Giovanni Rossi, il membro della giunta Enrico Ferri, i numeri uno delle Associazioni stampa del Piemonte, Francesco Tropea, del Veneto, Andrea Camporese, della Liguria, Marcello Zinola, dell'Emilia Romagna, Marco Gardenghi, i consiglieri Monica Andolfatto (Veneto), Guido Besana (Lombardia), Marina Dal Piai (Veneto), Enzo Fontanarosa (Puglia), Giuseppe Gulletta (Sicilia), Stefano Lenza (Sardegna), Pino Rea (Toscana), Giampietro Saviotti (Emilia Romagna) e Vanda Valli (Liguria).
Sul testo presentato è intervenuta Maria Grazia Molinari, chiedendo che venisse ritirato perché, a suo giudizio, la querelle era di competenza dell'Ordine nazionale. Le ha risposto Enrico Ferri chiarendo che le questioni in discussione riguardavano punti centrali dell'attività giornalistica. Il presidente dell'assemblea, Renato Cantore, ha quindi messo ai voti il documento, che è stato approvato con 37 voti favorevoli, 13 contrari e quattro astenuti.
Il documento è stato quindi pubblicato sul sito della Federazione della stampa, www.fnsi.it, e il 21 giugno passato alle agenzie. Con la consueta e al tempo stesso straordinaria tempestività, la sede napoletana dell'Ansa tredici minuti dopo il comunicato di Capua e Verna ha messo in rete la risposta di Corsi.

Renato Cantore e Vanda Valli
Questo il testo della notizia Ansa (21 giugno, ore 18,57).
"Il caso Napoli, cosi' come raccontarto da Verna e Capua, non esiste. Esiste invece una rozza strumentalizzazione di vicende che vanno viste e lette in tutt'altra luce, al di fuori di polemiche
astiose e di accanimento persecutorio, conseguenza probabilmente di sconfitte elettorali brucianti". Lo afferma il presidente dell'Ordine regionale dei giornalisti della Campania, Ermanno Corsi.
'Il penalista dovra' valutare l'uso strumentale di queste vicende e agire di conseguenza; - aggiunge Corsi - se la questione sara' portata al consiglio nazionale, vi arrivera' con molto ritardo, avendo gia' a suo tempo la consulta dei presidenti e dei vice presidenti, regolarmente e compiutamente informata delle cose, espresso solidarieta' all'Ordine di Napoli e ferma condanna nei confronti di un parlamentare che si abbandonava a interrogazioni indiscriminate nonche' al giornalista che lo informava distorcendo i fatti".
"Mi rammarica il fatto che il consiglio nazionale della Fnsi non abbia avvertito l'opportunità' di discutere il cosiddetto 'caso Napoli' in mia presenza; - conclude Corsi - se me ne fosse stata data la possibilita' avrei evitato che il consiglio nazionale della Fnsi fosse portato fuori strada sostenendo ragionamenti e formulando considerazioni prive di fondamento".
Due osservazioni sulla seconda dichiarazione di Corsi sulla questione 'condanne penali'. La prima circa l'opportunità del consiglio Fnsi di discutere 'il cosiddetto caso Napoli' in sua presenza: il consiglio nazionale era da tempo convocato a Genova per il 17 e 18 giugno; Capua e Verna hanno annunciato la decisione di affrontare in quella sede la questione delle 'condanne penali' con comunicati messi in rete dalle agenzie il 14 giugno. La seconda

considerazione riguarda il nodo della comunicazione all'Ordine nazionale di tutte le condanne penali degli iscritti: sul punto non sembra emergere dalle parole del presidente dell'Ordine campano una risposta chiara.
Nel chiudere la loro nota (messa in rete dall'Ansa


Enzo Cheli, Patrizia Orpello e Paolo Serventi Longhi

il 21 giugno alle 18,44) i consiglieri napoletani della Federstampa appaiono comunque ottimisti sugli sviluppi della vicenda. "Dopo la netta presa di posizione del consiglio della Fnsi, - concludono Capua e Verna - ora la parola passa all'Ordine nazionale, che ci auguriamo faccia piena luce su azioni e omissioni".